Voleva portare tutto al limite, dell’incredibile, dell’impensabile. Nella Spagna tutta dei primi anni Settanta solo lui se lo sarebbe potuto permettere. Diferente, il cordovano – al secolo Manuel BenítezPérez detto ElCordobés – il più famoso torero dell’epoca con quello stile poco ortodosso. Voleva sentire le corna del suo toro sfiorare il drappo rosso. Lui fermo lì, immobile, con quel brivido sulla schiena. Suo, probabilmente, e di chi dagli spalti dell’arena lo guardava emozionato. E se poi fosse caduto, convinto che non sarebbe mai successo, lo avrebbe fatto in gloria.

colomboÈ lui, l’uomo che non ti aspetti. L’elemento che spariglia le carte e la decide quando e come vuole. È Roberto Colombo, il centravanti della Castellanzese che fa solo gol pesanti: sua la tripletta decisiva nel successo promozione a Vigevano, quei tre gol che non si aspettava. “Sono sceso in campo per dare il massimo e quando ho visto la palla entrare, non ho capito più nulla – racconta lui -. È arrivato il primo, il secondo e anche il terzo”. Ancora lui ad aprire i giochi in una gara bloccata come quella contro il Varese quando “ho visto Gibellini, l’ho controllata e ho pensato solo a calciare verso la porta…” il resto è storia.

Ha il fuoco dentro e non si accontenta nemmeno di una stagione trionfale. “Sinceramente all’inizio pensavo di fare molto meglio, anche in termini di gol. Mi ero posto un obiettivo ma poi gli infortuni mi hanno costretto a ridimensionare le mie ambizioni. Ho pensato solo a dare tutto per questa maglia.”. Si perché Roberto ha dovuto fare i conti con più due periodi di stop. “Sia in estate che gennaio è successo la stessa cosa. Non sono mai stato lasciato colombosolo. Il mister mi ha sempre detto di continuare ad allenarmi, perché ci sarebbe sempre stato spazio per me. Ma anche i miei compagni mi hanno incoraggiato molto durante tuta la stagione”.

Nulla di nuovo, per uno che la famiglia della Castellanzese la conosce, la vive, la ama ormai da anni. E che quei colori li ha ormai dipinti nel cuore. “Non si era mia visto nulla del genere a Castellanza, nemmeno per la promozione in Eccellenza. Si percepisce un’atmosfera diversa e ci siamo accorti di aver realizzato qualcosa di davvero straordinario. La Serie D è un traguardo storico per questa società che si merita davvero tutto quanto. Ce lo meritiamo noi e se lo meritano anche i nostri tifosi che ci sono sempre stati vicino e ci hanno accompagnato in massa anche nell’ultima trasferta di Vigevano”.

Che annata quella neroverde. “Abbiamo avuto un inizio strano, sembrava che la squadra non andasse bene, che ci fosse qualcosa che non quadrasse. E non capivamo che cosa fosse, ma ci siamo resi conto dopo un po’ di vittorie che nessuno riusciva a starci dietro. Verso dicembre ci siamo convinti a continuare e ci siamo presi la Serie D”.

Croce e delizia del suo direttore sportivo, Salvatore Asmini che di talenti se ne intende. Bomber Colombo è il talento che non conosce mezzi termini, che esce dagli schemi spesso e volentieri, ma poi quando spiega le ali in mezzo al campo fa restare tutti a bocca aperta. E allora glielo concedi, di andare oltre i margini che lui ha già pensato a riempire del suo estro. Perché lui è proprio come ElCordobès, uno dei pochi eletti a potersi permettere di sfiorare quella soglia di un dribbling sull’ultimo istante, con quel pizzico di sana follia. “Gioco a calcio da parecchio tempo. È la mia passione, non riesco a staccarmi da lui. Guardo sempre video quando non gioco per imparare cose nuove e provarle in partita. Devi provare sempre, rischiare e vivere il momento”.

Alessio Colombo