Dominique Archie da Augusta, Georgia, rispecchia, con le sue movenze e il suo modo di porsi, il clima caldo, quasi subtropicale della sua terra natia. Quello stesso clima caldo che, purtroppo, Varese ha trovato in quel di Avellino sette giorni fa. Proprio da qui parte la nostra chiacchierata col lungo biancorosso alla scoperta di cosa non ha funzionato in quei venti minuti maledettamente complicati.
“E’ stata la classica gara in cui mai e poi mai vorresti recitare la parte dello sconfitto – l’incipit di Dominique – e penso che in tutta la mia carriera non mi sia mai capitata una cosa simile. Semplicemente penso che Avellino sia tornata in campo con la giusta aggressività, mentre noi ci siamo andati come se avessimo le batterie scariche. Si potrebbe anche dire che loro hanno cercato fortissimamente di vincere mentre noi abbiamo fatto di tutto per perderla”.

Un successo sarebbe stato oltremodo pesante in termini di classifica per ribaltare differenza canestri con Avellino e tenere a distanza il nono posto che ora, invece, è a soli due punti.
“Non do molto peso a queste cose come non guardo e non mi faccio influenzare dai risultati degli altri. Le sconfitte ci possono stare, ma le grandi squadre non guardano mai alle altre squadre, ma a loro stessi”.

Statistiche alla mano delle tue tre esperienze italiane, salta all’occhio come quest’anno stai tirando meno da due punti (4,5 tentativi a gara contro oltre 6) e, invece, molto più da 3 punti: 5,6 tentativi a gara contro un massimo precedente di 4. Sta cambiando qualcosa nel tuo modo di giocare?
“Ho notato anch’io questa cosa. Penso si possa ricondurre al modo in cui coach Caja mette in campo la squadra e alla  posizione in cui finisco per avere tanti tiri aperti sul perimetro. Questa è una delle opzioni del nostro attacco e devo farmi trovare pronto”.

Domenica affrontate Cremona per la terza volta in stagione. La prima, giocata a Cremona, vi vide scappare subito nel primo quarto, mentre la seconda, nelle final eight a Firenze, fu una gara diametralmente opposta giocata a bassi ritmi. Cosa ti aspetti da questo terzo episodio della serie?
“Ritengo che sarà una sfida molto similare a quella di Firenze: sarà una vera battaglia sul parquet. A Cremona disputammo una gara sempre al comando per tutti i 40′ di gioco mentre a Firenze non c’è mai stato tempo di tirare il fiato. Domenica sarà una gara: dura, tosta, una guerra da cui uscire vincitori dopo aver lottato intensamente”.

Che giocatore ruberesti a Cremona?
“Senza ombra di dubbio Crawford. è stato Mvp a Firenze in Coppa Italia, è un esterno che sa giocare in maniera molto forte sia nella metà campo offensiva che in quella difensiva. è il loro miglior giocatore, anche se va detto che Cremona ha in Diener un giocatore leggendario, ha un pivot tosto e duro come Mathiang e, insomma, è una squadra molto profonda e forte in ogni ruolo. Comunque, Crawford preferirei non vederlo in campo…”.

Matteo Gallo