L’annata del Gavirate è terminata poco più di un mese fa per mano del Morazzone. Il primo turno dei playoff, infatti, è stato ancora una volta fatale alla truppa rossoblù che non è andata oltre lo 0-0 in casa del Morazzone che, in virtù del miglior piazzamento al termine della stagione regolare, è arrivato alla finale del girone, poi persa sotto la grandine, contro la Rhodense, approdata sabato scorso in Eccellenza dopo una cavalcata trionfale.
Per il Gavirate si è trattato di un positivo “anno zero”. Nell’immediato dopo Iori, a guidare Candeliere e compagni ci ha pensato il duo Oscar Crippa e Cristian Caon, due ex giocatori di ottimo valore e che hanno deciso di intraprendere la carriera di allenatori. Se Crippa è già in possesso del patentino UEFA B, Caon sta studiando per conseguirlo e seguire il collega e amico Crippa, mister in prima del Gavirate.

Oscar, per te è stato il primo anno da tecnico. Qual è il tuo bilancio? 
“Sono soddisfatto al 100%. La società mi ha messo a disposizione tutto quello di cui avevo bisogno, una buona rosa, dei collaboratori competenti e insieme abbiamo portato a compimento quello che avevamo pianificato la scorsa estate. Forse è mancato quel salto che ci avrebbe consentito di fare la differenza e metterci alle spalle le avversarie, ma comunque abbiamo conquistato i playoff che per il Gavirate sono ormai quasi una consuetudine; per arrivarci, però, ci sono sacrifici e tanto lavoro da parte di tutti, e la cosa non è così scontata come sembra”.

Com’è andata la gestione della squadra? In due può non essere facile. 
“Siamo due persone, abbiamo due teste e avere due opinioni differenti poteva essere ovvio, ma, in realtà, Cristian ed io non siamo mai stati in disaccordo. La collaborazione tra noi è stata positiva e ha portato a buoni frutti. Caon è stato spesso impegnato con il corso allenatori e ho cercato di dare il mio meglio per gestire la squadra durante gli allenamenti e le partite. Credo che il nostro sia stato un bel lavoro di squadra”.

Il Gavirate avrebbe potuto fare qualcosa di più? Siete contenti o c’è del rammarico per la stagione?
“All’inizio abbiamo avuto qualche difficoltà. Rispetto all’anno precedente in estate è cambiato tutto, da noi mister, ai metodi di allenamento a tanti ragazzi nuovi che sono arrivati. C’è voluto un po’ di tempo per assestarci, ma siamo andati in crescendo già nel girone d’andata. Nel ritorno abbiamo fatto una media punti quasi da prima della classe e non abbiamo completato la rimonta sulle prime solo per una manciata di punti. Non va dimenticato, inoltre, che abbiamo avuto tanti infortuni e che a dicembre ci sono stati dei nuovi innesti che hanno avuto bisogno di un periodo di ambientamento. Il rammarico più grande penso sia quello di non aver superato il turno dei playoff. Negli ultimi anni il Gavirate arriva sempre ai playoff, ma poi non riesce a procedere. A tal proposito, voglio fare i complimenti alla Rhodense che ha inanellato una serie di successi incredibili che l’hanno portata in Eccellenza. Non affatto semplice e sono stati bravissimi”.

Cosa c’è nel tuo futuro? 
“Il presidente ha confermato in blocco lo staff tecnico dell’ultima stagione e vuole proseguire almeno per un altro anno nel progetto avviato l’anno scorso. Resterò, quindi, al Gavirate e la cosa mi rende felice. Qui sto bene e sono contento”.

Che squadra sarà il Gavirate 2019/2020?
“Sicuramente sarà più giovane e con una rosa più verde. Confermate le bandiere Miele e Candeliere, stiamo già guardandoci in giro per rinforzare il pacchetto giovani che, anche se ci sarà un fuori quota in meno da inserire in campo, deve essere comunque folto. Vogliamo riscattarci e almeno centrare di nuovo i playoff. Come strutture, competenze e assetto dirigenziale il Gavirate merita almeno l’Eccellenza che vogliamo conquistare sul campo”.

Laura Paganini