A perdere il pelo è un attimo. Quanto al vizio (invece) è tutta un’altra cosa. Vi ricordate la piazzata post Lecco – Pro Patria (1-3) del 7 gennaio 2018? “Lei come l’ha vinta la partita? Avete rubato o non avete rubato? “. Al centro della scena il numero uno bluceleste Paolo Di Nunno, (eufemisticamente) esacerbato per la direzione arbitrale di Monaco di Termoli. Interlocutore (suo malgrado), Ivan Javorcic, peraltro abile nel rimbalzare la domanda grazie a self control britannico più che croato.
Domenica il patron lariano è ricascato nell’effervescenza rendendosi protagonista di storie tesissime con l’arbitro Natilla di Molfetta in coda al rotondo 0-3 rimediato dal Monza al “Rigamonti-Ceppi”. Risultato? Per Di Nunno “Inibizione a svolgere ogni attività in seno alla FIGC, a ricoprire carche federali ed a rappresentare la società nell’ambito federale a tutto il 31 dicembre 2019 perché, al termine della gara, si portava al centro del campo e raggiungeva l’arbitro, rivolgendo a quest’ultimo reiterate frasi offensive e minacciose, agitando un bastone, e proseguendo con tale comportamento fino all’ingresso degli spogliatoi”.
Metaforicamente, niente carota ma bastone in uso anche al Giudice Sportivo Sostituto Cosimo Taiuti.

Giovanni Castiglioni