Lo sguardo di Ingus Jakovics davanti al taccuino del cronista è lo stesso che ogni spettatore presente ieri a Masnago per la partita contro la Fortitudo Bologna ha potuto ammirare: deciso, tagliente. Ingus, con gli stessi occhi ricchi di intensità, appena buttato sul parquet da coach Caja ha così aggredito il match diventandone, minuto dopo minuto, il protagonista assoluto al punto da conquistare il titolo di MVP, di “hombre del partido”.

Anzi, come ha sibilato ieri qualche tifoso in vena di battute: “Ingus? Un giocatore della “Madona”, scritto con una solo “enne”, scherzando sul luogo di nascita di Jakovics…
Ho fatto semplicemente quello che l’allenatore ha chiesto a me e a tutta la squadra: giocare forte, determinati, sempre aggressivi – dice con naturalezza Jakovics -. Sapevamo di dover cancellare la brutta prestazione offerto al debutto stagionale contro Sassari e, di più, sapevamo di dover e poter dare seguito alla buona prova prodotta sette giorni fa a Trieste. E, non a caso, l’aggressività, specialmente quella difensiva, ha rappresentato l’elemento vincente della nostra gara contro cui Bologna non ha saputo reagire. Soprattutto nel secondo quarto, quello in cui allungando la difesa anche a tutto campo siamo riusciti a soffocare la manovra della Fortitudo. Loro contro il nostro pressing sono andati in rottura prolungata (ben sette i palloni persi dai bolognesi nel quarto che ha scavato il solco tra le due squadre, ndr) e noi, di contro, siamo stati bravi a sfruttare tutte le opportunità capitate tra le nostre mani (32 punti segnati nel periodo con 7/9 da 2 e un ottimo 5/8 da 3 punti ndr). Poi, da lì in avanti, la partita è sempre stata sotto il nostro pieno controllo“.

Portare via il titolo da MVP di una gara anche se hai la “data di scadenza” appiccicata alla schiena: che effetto fa? “Un bellissimo effetto perchè – spiega la guardia lettone – è sempre gratificante mettere in mostra il tuo valore e le tue capacità: fosse anche solo per una partita. In ogni caso quando scendo in campo penso solo a giocare e ad esprimermi al meglio. Quindi, non importa se la “deadline” del mio contratto temporaneo con la Pallacanestro Varese è fissata per la fine del mese di ottobre perchè, per come la vedo io, essere giocatore professionista significa soprattutto questo: dare il massimo in tutte le occasioni. Tuttavia, a margine, il voto dei tifosi come miglior uomo in campo mi ha fatto davvero piacere e rende ancora più gradevole la mia permanenza a Varese“.

L’Openjobmetis va al turno di riposo col sorriso sulle labbra e una classifica sistemata: soddisfatto per quello che avete raccolto fin qui? “Soddisfatto sì, ma con molta moderazione perché, come dicevo prima, una punta di rammarico per aver sbagliato il match inaugurale contro Sassari rimane. Però, al di là dei numeri, che in questo periodo contano in maniera relativa, credo sia più importante sottolineare la crescita di tutta la squadra che nelle ultime due uscite ha fatto molto bene. Dopo la pausa faremo visita all’altra Bologna, la Virtus, squadrone ambizioso che può schierare tanti campioni per una gara che sarà davvero un test interessante”.

 Massimo Turconi