Per una volta i Campioni d’Italia sono gli altri. Eh sì, perché a differenza della casa madre, la Juventus Under 23 non ha lo Scudetto sul petto. La Pro Patria sì. Dilettanti, è chiaro. Ma sempre di Scudetto si tratta. Attributo necessario a tracciare i contorni del posticipo di lunedì (ore 18, stadio “Speroni”) contro gli zebrati. Appendice alla 24^ in cui sfatare il tabù delle dirette televisive officiate da Mamma RAI: il lunedì 8 pareggi, 8 sconfitte e nessuna vittoria in 16 precedenti (5 in casa), compresa l’andata. Forse è arrivato il momento di togliersi lo scimmione dalle spalle.
The Giant Killer. Cioè, l’ammazzagrandi (ma in inglese fa decisamente più figo). La Pro Patria si è guadagnata il titolo facendo lo scalpo a Novara, Entella, Pisa e Carrarese. La Juve non è una grande in senso stretto (per quanto riguarda l’Under 23), ma lo è ovviamente in senso lato. Quindi, la salivazione aumenta. Marcia di avvicinamento alla sfida condizionata dai campi innevati. Match in ogni caso non a rischio. Anche se il terreno sarà zuppo. Lunedì sarà la prima in panca per i neoarrivati (o neotornati) Parker e Cottarelli. Quale formazione sceglierà Javorcic? Per la risposta, meglio attendere la rifinitura di domenica. In ogni caso, si va verso una sostanziale riconferma dell’undici che ha schienato i marmiferi. Biancoblu reduci da 3 vittorie domestiche e in serie utile casalinga da 9 turni (5 successi e 4 pareggi). Le Noci ha messo a segno 5 reti nelle ultime 5 partite. Con Beppegol dal 1’, 4 vittorie consecutive e 7 successi nelle ultime 10 (unica sconfitta con il Pro Piacenza). Pleonastico immaginare per lui una maglia da titolare.
La Vecchia s’ignora. Una botta e via. Per la Juventus Under 23 la stagione in corso rappresenterà un’eccezione. Progetto seconde squadre abortito dopo un solo anno e prospettiva salvifica della novità finita mestamente nel cassetto. Posto che non potrebbero retrocedere, i bianconeri sono a più 8 sulla zona playout in un campionato in cui non hanno mai messo in fila più di 3 risultati utili (una sola volta) e hanno infilato anche 5 sconfitte consecutive. In trasferta però, prima del 2-1 subito a Cuneo il 23 gennaio, avevano vinto in striscia ad Alessandria, Olbia e Pistoia. Organico rivisitato nel mercato chiuso ieri. Via il fuoriquota Emmanuello (destinazione Pro Vercelli) e dentro l’attaccante belga Mokulu (in prestito dal Carpi, 4 reti con la Cremonese l’anno passato). Acquisiti anche il terzino sinistro ex Lugano Masciangelo e dalla Sampdoria il centrocampista Peeters, contrattualizzato nell’operazione che ha trasferito in blucerchiato il portiere Audero. Lunedì mancheranno Beruatto, Del Prete e Morelli squalificati dopo l’1-1 con il Novara. Ergo, formazione patrimonio degli astri. E di Zironelli.
Spremuta di Arace. Sfida affidata a Mario Davide Arace di Lugo di Romagna (Giulio Fantino di Savona e Francesco Perrelli di Isernia gli assistenti). Primo anno con 6 gare dirette in C (bilancio di 3 vittorie interne, una esterna e 2 pareggi), il fischietto romagnolo non ha ancora estratto il cartellino rosso (a fronte di 20 gialli e 2 rigori). Arace ha passato le sue tre anni fa quando fu ricusato dal San Severo dopo una burrascosa sconfitta interna con la Turris. La sezione arbitrale di Lugo di Romagna è nota agli ambienti tigrotti per aver prodotto l’ineffabile Cristian Zanzi che a Marassi il 16 ottobre 2005 assegnò 3 rigori in 35’ al Genoa in un match poi terminato 2-0 per il Grifone.
Quando i tram andavano a cavallo. Sono passati esattamente 91 anni da quando la Pro Patria ha battuto per l’ultima (e unica) volta la Juventus in casa: 5 febbraio 1928, 2-1 nell’allora fresco di inaugurazione “Comunale” con reti di Reguzzoni, Kregar I e Bonivento. Complessivamente, i precedenti sono 26 con 2 vittorie tigrotte (l’altra a Torino nel ’48), 3 pareggi e 21 successi bianconeri (1/3/9 a Busto). Al conto va chiaramente sommato il 2-0 dell’andata ad Alessandria (Touré e Pereira l’8 ottobre). Tornando alla Juve vera, ultimo incrocio bustocco datato 15 gennaio ’56. Finì 2-2 con doppietta di Vicariotto, rigore di Emoli e rete di Colello.
Giovanni Castiglioni