La Lega Nazionale Dilettanti è tornata a parlare di giovani e lo ha fatto con tutti i rappresentati delle società nella giornata di sabato 12 gennaio.
All’ordine del giorno, appunto, il capitolo fuoriquota che ogni anno preme con l’intento di optare per la decisione più convenevole che posso agevolare le squadre e che possa aiutare i giovani ad emergere senza “bruciarsi”.
A partire dall’eccellenza e promozione si torna ad avere l’obbligo dei tre fuoriquota: dal prossimo anno, infatti, ogni mister dovrà schierare un 1999, un 2000 ed un 2001, mentre per la stagione 2020/21 sono previsti sul terreno di gioco un 2000, un 2001 ed un 2002. A prendere questa decisione, come annunciato dal presidente della Lega Baretti, le votazioni delle società stesse. In eccellenza in 18 hanno votato per i tre giovani, in 12 per i 4 ed un solo astenuto, in promozione, invece, sono state 25 le società a favore dei tre fuoriquota e 22 per i 4.
Per quanto riguarda prima e seconda categoria anche in questo caso non ci si è risparmiati nel trovare un soluzione, che però è rimasta la medesima rispetto agli anni passati. Non cambierà infatti il numero dei fuoriquota in campo, cambieranno ovviamente le annate: un 1998 e due 1997 (prima categoria), un 1997 e due 1996 (seconda categoria).
A tal riguardo, il ds della San Marco Luca Michele dice: “Sono d’accordo sul cambiamento in promozione e di conseguenza vedo corretto il numero dei giovani in prima, abbiamo visto che il livello in questa categoria si è alzato indipendentemente da questa regola, anche perché basta guardare le rose per vedere quanto siano farcite di under”. “C’è qualcuno che invece i giovani non li vorrebbe – aggiunge ancora il ds – ma io credo che se non puntassimo su di loro sarebbe finita, solo così si riescono ad avere dei costi contenuti che agevolino il lavoro anche delle piccole società e che gli permettano di “stare in piedi””.
Di parere opposto il mister della Vanzaghellese Andrea Trubia: “Credo che in questa maniera si finisca con il penalizzare i classe 98 un po’ come era successo ai 96 due anni fa, perché non saranno più considerati fuoriquota quando all’anagrafe avranno vent’anni, ed è difficile possano trovare spazio in serie D”. Poi chiude: “Diciamo che se fossi un mister della promozione sarei contento, ma se fossi un 98 non ne sarei felicissimo, ci sono pro e contro in ogni situazione”.
Toccato ancora più da vicino il ds della Besnatese Paolo Pozzi: “La verità è che chi merita gioca a prescindere dall’anno di nascita, e se un giovane merita gioca a prescindere dalla regola, poi dipende dalle politiche di ogni società, noi ad esempio quest’anno più volte siamo scesi in campo con più di 4 fuoriquota come prevede il regolamento di questa stagione“. “Inoltre si va anche a creare un problema diretto con questi ragazzi nel senso che non appena fuoriescono dalla categoria under finiscono col scendere di categoria dopo che magari si erano fatti illusioni di un certo tipo e finiscono col smettere, dimenticandosi che il calcio è divertimento a prescindere dalla categoria“, conclude il ds.
Il dato più eclatante riguarda però la partecipazione delle società stesse. Se in eccellenza e promozione i numeri sono sufficienti (33 su 48 e 51 su 96), ben sotto la soglia del 50% le presenze registrate sia in prima (39 compagini su 192) ed in seconda (41 su 384).
Infine non sono mancate le date che segnano gli appuntamenti clou della prossima stagione. La coppa prenderà il via il 25 agosto, il campionato invece partirà l’8 settembre e terminerà l’andata il 15 dicembre per poi riprendere il 12 gennaio. Triplice fischio il 26 aprile 2020.
Mariella Lamonica