Si parla continuamente di quanto lo sport, soprattutto per i più piccoli, sia un momento di crescita non solo fisica e motoria. Nella pratica di qualsiasi disciplina si impara come prima cosa il rispetto verso l’altro, che sia un compagno o un giocatore di qualsiasi altra squadra. Talvolta però, i buoni insegnamenti vengono spazzati via in un attimo da episodi deplorevoli che nulla hanno a che fare con lo sport, con l’educazione e, più in generale, con lo stare al mondo.

Risse in tribuna tra mamme e papà, parolacce verso gli arbitri, addirittura insulti contro i bambini/ragazzi avversari, e l’ultimo che ha fatto più clamore è stato il “negro di m…” pronunciato da una mamma brianzola durante una partita. Talvolta a bordo campo i genitori perdono il lume della ragione e sabato è successo nel luinese. Sabato pomeriggio, al termine di una partita di minibasket, l’allenatore del Luino, Roberto Guali, ha subito una aggressione fisica e verbale da parte di un genitore che si era già fatto notare in tribuna per alcune contestazioni durante il match. A denunciare l’increscioso fatto è stata la società stessa che oggi ha diramato sui social questo messaggio firmato dai due presidenti Marco Minetti, della Pallacanestro Verbano Luino, e Giuseppe Cosentino, Basket 2000 Lavena Ponte Tresa:

Solitamente il lunedì a quest’ora vi raccontiamo i risultati del week end. Oggi no. C’è qualcosa di molto più importante. Fermiamoci. Riflettiamo. Impariamo.

Ecco l’episodio raccontato da parte della società:

“Sabato pomeriggio il nostro Roberto Guali  è stato oggetto di una aggressione alla fine di una partita di minibasket. Non importa dove, come e perché. Sarebbe potuto succedere ovunque, perché troppo spesso la cultura sportiva che ci sforziamo di trasmettere ai bambini ed ai ragazzi in palestra, non riusciamo a farla arrivare alle famiglie in tribuna. Cogliamo quindi questa bruttissima occasione, per mandare un messaggio a tutti i nostri tesserati, alle loro famiglie e in generale agli appassionati di sport e di pallacanestro. Fermiamoci e ragioniamo sul nostro comportamento in tribuna… vogliamo solo supporto positivo: applausi ed incitamento alla squadra e ai singoli giocatori. Le proteste verso gli arbitri, gli insulti verso gli avversari o addirittura i nostri allenatori non sono ciò che insegniamo e chi non lo capisce, a Luino e a Lavena Ponte Tresa, non è benvenuto.
Abbracciamo Roberto, a cui confermiamo il nostro supporto in ogni sede, che ieri era già in palestra al suo posto, nonostante le ammaccature sul corpo, ma soprattutto nell’animo, e speriamo che questa brutta pagina, diventi l’occasione di un nuovo passo in avanti, questa volta ancora più importante, perché culturale”.

Redazione