Passo molleggiato, mano sinistra a tenere il flow, palco retto con calcolata noncuranza. Il fenomeno di serata è certamente Matteo Costantini, classe 2003, numero 10 dell’Under 17 di Andrea Vecchio. Come si dice in questi casi? Hai spaccato bro! Ecco, quella roba lì per uno che se gioca come rappa, beh, allora la Pro Patria deve dargli un occhio negli anni a venire.

festa natale pro patria 2019 1Ma la festa di Natale in casa biancoblu (ieri sera, Teatro Sociale di Busto con traffico regolato da Nicolò Ramella), non ha vissuto solo sulla performance (semi)artistica del Costa di cui sopra. Anzi, c’è stato altro. Parecchio altro. Partendo dal filo rosso empaticamente tracciato da Sandro Turotti ad ideale connessione tra la prima squadra ed il settore giovanile.
Con i prodotti del secondo (dal capitano Colombo a Ferri, Ghioldi, Mangano, Marcone e Molinari) posti a testimonial del percorso sportivo verso i vertici tigrotti. Il biellese si è tenuto largo dalla retorica: “Inizialmente volevo solo fare gli auguri. Ma poi ho pensato che fosse più giusto mandare un messaggio. Ai ragazzi dico di volere bene alla Pro Patria. E di studiare. Visto che i 6 qui al mio fianco sono tutti diplomati e 4 vanno anche all’università. Agli allenatori dico invece di lavorare per i ragazzi e non per sé stessi. Quando vado alle partite delle giovanili non guardo se un giocatore sa fare le diagonali, ma se fa bene uno stop. Infine, ai genitori dico che ho avuto la fortuna di lavorare con campioni del calibro di Gilardino e Buffon. Sappiate che i loro genitori non mi chiedevano se giocavano o meno. Ma se erano educati e si comportavano bene”. Una lezione di vita. Difficile definirla diversamente.

festa natale pro patria 2019 2Assente Javorcic impegnato al corso allenatori (lo spalatino ha parlato ieri a Sky di “Stagione di consolidamento”), Patrizia Testa ha fatto gli onori di casa (“Questa è la mia famiglia sportiva”), accogliendo primo cittadino (Emanuele Antonelli) e assessore allo sport (Laura Rogora). E facendo riferimento a due ignoti (e attempati) benefattori indice (nello specifico) di una passione inversamente proporzionale al proverbiale braccino bustocco.

Per la cronaca (e per il terzo anno consecutivo), gradimento tellurico con concorrenza stracciata da Romeo (magazziniere e autentica icona dello “Speroni”). Perché non si dice famiglia per caso.                 

Giovanni Castiglioni