Fabio Manduca, il 39enne napoletano che da venerdì scorso è in carcere perchè ritenuto colpevole dell’incidente che ha causato la morte di ‘Dede‘ la sera del 26 dicembre scorso durante gli scontri prima della partita Inter-Napoli, ha respinto l’accusa: “Non sono stato io a investire Daniele Belardinelli. Guidavo la macchina ma al momento degli scontri mi sono limitato a seguire la volante della polizia giunta sul posto“.

Questa una delle dichiarazioni di Manduca che tra le altre ha anche negato di essere un tifoso del Napoli: “Non sono un ultras e più che tifare Napoli, simpatizzo per l’Inter“. Una dozzina di precedenti penali per associazione a delinquere, truffa, ricettazione, furto e lesioni. In auto con lui quella sera c’erano altre quattro persone, tre delle quali aveva conosciuto solo la mattina stessa. Manduca ha ammesso di conosce solo Giancarlo Franco che è il fratello di uno dei leader del gruppo ultrà ‘Mastiffs’ della curva del Napoli, Vincenzo Franco.

La difficoltà degli inquirenti nell’individuare il colpevole sta nel fatto che mancano le riprese video del momento dell’impatto perchè quella zona non è coperta da telecamere. Le indagini si stanno quindi basando più su intercettazioni telefoniche e testimonianze e sarebbe proprio una di queste intercettazioni ad aver fatto scattare le manette: “Ma quale omicidio, si è buttato lui sotto l’auto“.

Resta il fatto che ad investire Daniele Bellardinelli sarebbe stato proprio la Renault Kadjar guidata da Manduca che, ora con ogni probabilità, cercherà di far passare il fatto come un incidente casuale e non come un omicidio volontario.

redazione