Lo avevano chiesto a gran voce i tifosi della Curva Nord durante l’ultima giornata del girone d’andata al “Franco Ossola” contro l’Accademia Pavese: “Riufiutatevi di giocare”, avevano detto alla squadra reduce dallo sciopero per i ritardi nei rimborsi spese. Una scelta che soltanto un mese fa fa sembrava quasi assurda (infatti la squadra ha giocato e vinto ripetendosi poi una settimana dopo in Coppa Italia, alzando il trofeo), ma che col senno di poi, oggi, sarebbe l’unica da prendere. Da allora le cose, che sembrano ancora stare in piedi, sono precipitate dal punto di vista societario. Il presidente Benecchi, dopo aver sistemato i rimborsi e rassicurato la squadra, ha invece gettato la spugna a inizio anno annunciando improvvisamente la cessione del club a Fadani; una trattativa che è in corso, ma che non è ancora decollata e oramai non c’è più tempo. Le bollette non pagate hanno costretto i fornitori a staccare acqua, luce e gas allo stadio (e anche a Varesello), un episodio gravissimo e mai visto nella storia pluricentenaria biancorossa. Quel che resta della società ha trovato ospitalità a Ponte Tresa, ma se la partita si giocherà o meno dipenderà dalla squadra che sta riflettendo sul da farsi. Per loro il rischio è quello, non solo di rimanere senza il Varese, ma anche di rimanere fermi fino a giugno. Il regolamento, infatti, non permette lo svincolo, e quindi la possibilità di giocare altrove, a quei calciatori che hanno giocato anche solo una partita nel girone di ritorno. Dunque rischiano tutti di rimanere con il cerino in mano.

Qualora optassero per onorare la maglia l’ennesima volta, con quali prospettive? Oggi scade la vertenza presentata dall’ex Verderame, quindi un altro punto di penalizzazione è in arrivo, ma settimana prossima sarà il termine ultimo per pagare tutte le altre: si tratta di circa 130mila euro, una cifra al momento non a disposizione del club che non è in grado nemmeno di farsi riattaccare le utenze versando almeno un acconto. Il che si traduce in almeno 15 punti di penalizzazione. Come potrebbe mai andare avanti a giocare la squadra? Senza rimborsi, ma, ancor peggio, senza campi e senza stadio. Impossibile. Come se un qualsiasi datore di lavoro lasciasse i dipendenti prima senza stipendi, poi senza luce, acqua e gas, infine senza alcuna sede e li invitasse ad onorare il posto di lavoro in uno sgabuzzino (con tutti il rispetto per il campo dell’Olimpia e il cuore grande di patron Rinaldi). Voi ci andreste ancora a lavorare sapendo anche di non poter cercare altro impiego fino a giugno?

Cosa dirà oggi Benecchi alla squadra? Se il tentativo è di convincerla a giocare, ha solo un modo per farlo ed è quello di mettere almeno a disposizione il “Franco Ossola”. Di parole ne sono state pronunciate fin troppe; se non si ha più la forza di andare avanti è arrivato il momento di guardare in faccia la realtà e di dire basta, su tutti i fronti. I tifosi lo hanno già fatto.

Elisa Cascioli