Il tempo forse logora un po’ le ginocchia, conta gli acciacchi e fa venire qualche capello bianco, ma non ha il potere nè la capacità di mutare classe ed entusiasmo di chi, nato con i piedi buoni ed una smisurata passione per il calcio, riesce ancora ad indossare gli scarpini spostando un po’ più in là quegli ultimi novanta minuti. Se poi di nome fai Giovanni e di cognome Armentano e alle spalle hai tanti numeri che testimoniano il professionismo e l’elite del calcio dilettanti, allora sai che è tutto ancora troppo intatto e troppo vivo per dire basta proprio adesso.
E così ecco che se l’anno scorso con il Cairate in seconda categoria non è andata come si sperava (fuori dai playoff), bisogna quanto meno riprovarci.
“Non potevo chiudere così – afferma il centrocampista classe ’76 – e allora mi sono dato, e ho dato al Cairate, una seconda chance per riportare questa squadra almeno in prima categoria“.
Riconfermato il gruppone dei nomi eccellenti (Palamini, De Laurentis, De Luca e Foglia tra gli altri), il partente è Luca Fiumicelli (che ha deciso di appendere gli scarpini al chiodo) e a loro si aggiungono Marazzi e Castellaneta.
“La squadra c’è, è forte, ma era forte anche lo scorso anno, ovvio però che non basta questo nel calcio e soprattutto in queste categorie: noi magari siamo più abituati a fare gioco, cosa che in seconda categoria è difficile per i campi, perchè non c’è la terna e per altri mille motivi, ci abbiamo messo un po’ ad entrare nell’ottica e nonostante un girone di ritorno in cui siamo stati impeccabili o quasi, non siamo riusciti a recuperare il gap accumulato nell’andata, adesso però sappiamo cosa ci aspetta e siamo più preparati rispetto ad un anno fa“.
Che ci dici di mister Curatolo, tecnico sicuramente focoso, vincente e molto noto?
“È un mister altamente preparato, ma non ha peli sulla lingua, ti dice quello che pensa, un po’ “matto” ma lo dico col sorriso, io con lui ho un bel feeling e mi trovo bene“.
Tu come ti senti? E cosa ti aspetti da questa annata?
“Io sto bene, certo non sono più un ragazzino e in allenamento si vede, ma la partita la faccio ancora bene e la reggo sia fisicamente che mentalmente, da quest’annata mi aspetto solo di uscirne vincente, sarebbe la chiusura ideale dopo una carriera così“.
Ma quindi è davvero l’ultima?
“Questa volta penso proprio di sì, ho avuto tanto dal calcio e da questo mondo, e gli ho dato tanto, se penso poi che una decina di anni fa ero già vicino al ritiro…”
Raccontaci quest’aneddoto.
“Giocavo a Cassano, avevo una trentina d’anni e stavo trascorrendo una stagione poco fortunata, un sacco di acciacchi, infortuni, così mi ero ripromesso che a fine anno avrei detto basta, e invece…”
E invece eccoci qua, con un’altra battaglia da vincere ed un futuro tutto da scoprire: te la sei fatta un’idea oltre quel rettangolo verde?
“Oltre quel rettangolo verde sì, ma mai troppo lontano, non posso negare che il direttore sportivo sia un ruolo che mi affascina, penso che il mio destino sia quello però ci sarà tempo per tirare le somme e per il futuro, ora voglio godermi quest’annata e dare il massimo“.
C’è un chiodo vuoto attaccato al muro, un chiodo che attende un paio di scarpini pregiati che hanno calpestato km e km di prati verdi, di prati in terra, di campi accerchiati da spalti d’onore o tribune sconnesse: quegli scarpini hanno accarezzato migliaia di palloni e sanno raccontare la verità di un “ragazzino” che ancora freme quando deve scendere in campo, che ha ancora voglia di consumare i suoi tacchetti e di scrivere qualche pagina del suo libro. Il tempo si è fermato e ha spostato quel traguardo un po’ più in là, il calcio di provincia ha ancora un anno per godersi la classe di Giovanni Armentano.
Mariella Lamonica