Se il valore di una squadra si misura dal rispetto che ne portano gli avversari, la Pro Patria è ormai una formazione di prima fascia. Per la seconda volta in stagione, Grieco (di nuovo in panca a dispetto di quanto scritto erroneamente settimana scorsa, sorry) ha modellato la sua Pro Vercelli in funzione anti biancoblu. Cioè (da capolista), ha proposto (in casa) un assetto utile a depotenziare le qualità dell’avversario (in sintesi estrema, difesa a 3 e Mal a uomo su Bertoni). Strategia già vista all’ingrosso anche all’andata ma che remixata al ritorno fa davvero un certo effetto. Sul campo è finita 0-0, fuori (di fatto), l’ha vinta Javorcic. E l’autostima guadagnata dal gruppo al termine di una gara non bella ma intensissima vale più del punto incasellato in classifica. Perché ormai per affrontare i tigrotti bisogna snaturarsi. Chi non lo fa (la Carrarese su tutte), finisce con le ossa a pezzi.

Al di là dei dettagli, ieri più della tattica è apparso chiaro un modello di società. Se preferite, un metodo di lavoro. Rosa praticamente già completa il giorno del raduno (16 luglio); mercato invernale orientato alla prospettiva più che all’attualità; nessuna amichevole infrasettimanale per rompere la routine didattica; gestione del gruppo come stella polare del progetto tecnico. Il 3-5-2 viene solamente dopo. Molto dopo. Tutte cose che (banale sottolinearlo) si faranno anche altrove. Ma che a Busto assumono un valore diverso. Promozione, Scudetto dilettanti e settimo posto in C da matricola ne sono la prova. Parlare di modello Pro Patria potrà sembrare enfatico. Ma corrisponde a verità.

Tutto alle spalle però. Mercoledì è già tempo di 26^ giornata (ore 18.30, stadio “Speroni”) con il Novara ferito dal 2-1 patito a domicilio dalla Carrarese (e dalla sconfitta dell’andata). Domenica poi, trasferta con il Piacenza (ore 18.30, stadio “Garilli”). Gli esami non finiscono davvero mai.

Giovanni Castiglioni