Fare tutta la trafila nel settore giovanile della tua città, arrivare in prima squadra, sposare quei colori è qualcosa di “inspiegabile” per l’ex Varese Mavillo Gheller che ci racconta come la sua lunga carriera da professionista sia “sbocciata nell’anno della disfatta, quello dell’autoretrocessione in D. Eravamo in ritiro convinti di fare la C2 e invece ci venne data quella notizia che scatenò il fuggi fuggi generale soprattutto dei giocatori più esperti. C’era una situazione poco chiara, ma le speranze aumentarono. Col presidente affiancato da Orrigoni si vedeva che c’era una programmazione e così ripartimmo”.

Per Mavi c’è stata poi una seconda ripartenza, quella del 2015: “Lì siamo proprio partiti da zero, abbiamo iniziato alla grande e finito alla grande, l’annata è stata molto positiva con la vittoria dell’Eccellenza. Si riesce a creare entusiasmo anche in queste categorie perché i giocatori si affezionano, magari parecchi giocatori si trasferiscono a vivere qui, è normale poi provare un affetto particolare quando diventa casa tua. Quando festeggiamo i 106 anni c’era uno stadio pieno. Il tifoso varesino segue sempre la squadra al di là della categoria”.

Elisa Cascioli