Due mesi senza bucare una prestazione (no, neanche quando si è perso a Siena e Piacenza), per poi prendersi una parentesi a Pontedera. Nulla di drammatico. Semplicemente, una gara di livello non sufficiente a muovere la classifica. Magari utile a pareggiare (sarebbe bastata maggiore presenza scenica sul gol). Mai a vincere. Come ha schiettamente ammesso Javorcic a fine gara (“Hanno fatto qualcosa più di noi per vincere”). Non molto da aggiungere. Se non che i gialli (evitabilissimi) di Bertoni e Pedone, priveranno la Pro Patria di 2 centrocampisti nella trasferta di Arzachena (sabato ore 14.30, stadio “Pirina”). In contumacia di Gucci e Lombardoni, e con Le Noci a scartamento ridotto, non esattamente una buona notizia. Soprattutto, un argomento che avrebbe meritato più attenzione in campo.

Mal di centenario? Ridicolo. Anche solo pensarlo. La truppa biancoblu ha affrontato gli ultimi 4 mesi di stagione a rotta di collo. Senza risparmiarsi. In particolare sul piano dell’intensità. Fisica ed emotiva. Un passaggio a vuoto (peraltro non clamoroso) rientra nell’ordine delle cose. Accettarlo è già parte dell’andarne oltre. Tenendosi però un paio di numeri. Debitamente da elaborare. Come da costume dello spalatino. Il primo riguarda l’ennesimo clean sheet (al contrario) in trasferta. Terzo consecutivo per una siccità offensiva giunta a 399’ lontano dallo “Speroni”. Cosa significhi (onestamente) lo ignoriamo. Ma qualcosa vorrà pur dire. Discorso analogo per la terza sconfitta in striscia con Mangano in porta. Sempre in trasferta, sempre per 1-0 e sempre con un gol incassato nella ripresa. Se a Siena qualche responsabilità purtroppo c’era (nonostante una prestazione di spessore), a Piacenza e Pontedera le colpe sono ascrivibili ad altri. Ma il dato resta. Così come i gol presi sempre dall’interno dell’area piccola. Anche questa (forse), non proprio una coincidenza.

Giovanni Castiglioni
(foto quotidiano.net)