Ha quasi dell’incredibile quello che abbiamo visto e sentito in occasione del derby Varese-Legnano e che vi abbiamo raccontato in diretta prima e durante il match. Una partita vinta meritatamente dagli ospiti (GUARDA IL VIDEO CON GLI HIGHLIGHTS) che in fin dei conti erano a casa loro. Già perché giocare a Viggiù, con tutto il rispetto per il funzionale centro sportivo, non è degno per il Varese: parliamo della storia, non di certo di questo Varese che non meriterebbe di giocare da nessuna parte. Il riferimento ovviamente è alla società. La squadra è pur sempre la squadra e tale rimane; non a caso i biancorossi, nonostante l’abbandono degli Ultras, non sono mai rimasti senza tifosi al seguito.
A Viggiù è andato in scena un derby-non derby che ha anche rischiato di andare a finir male visto come si erano messe le cose sugli spalti. Il motivo scatenante? Un paio di centimetri. Per gli uomini, si sa, è sempre questione di centimetri… e oggi i due club avversari hanno giocato a “chi ce l’ha più grosso”. Checché ne dica Fiorito, il Legnano si è presentato “in casa” del Varese già con un esposto scritto in mano, che ha presentato all’arbitro, in cui denunciava l’irregolarità dell’altezza delle due porte. Dunque non sarebbe stato affatto il portiere ad accorgersene, come dichiarato dall’allenatore ospite.
A fronte di ciò, il Varese e i padroni di casa del Viggiù hanno risposto col braccio di ferro non permettendo agli avversari di entrare in campo per il riscaldamento. E’ per questo che i giocatori lilla si sono riscaldati nel campetto accanto fatto di sassi ed erbacce. Sinceramente anche questo atteggiamento, insieme a quello del Legnano arrivato per far polemica e dimostrare chissà cosa, ci sembre abbastanza antisportivo.
Dopodiché è successo tutto quello che vi abbiamo già abbondantemente raccontato: la misurazione da parte del direttore di gara, Camarà e compagni che scavano e battono il terreno della linea di porta per abbassarlo (sinceramente mai vista scena più tenera) mentre i tifosi lilla li insultano e gli animi sugli “spalti” si scaldano. Quando le forze dell’ordine presenti arrivano in tribuna invitando a moderare i toni si accende ancora di più la miccia. Le due tifoserie sono davvero a pochi passi ed è proprio in quel momento che tutti si augurano una partita dai toni soft.
Ma torniamo ai pali del campo perché per sistemare la situazione ci sono voluti ben 45′. Da regolamento l’altezza della porta deve essere 2 metri e 44 centimetri e sono concessi due centimetri “di gioco”. Quindi una porta alta 2,42 m è regolare. Quanto misuravano invece quelle di Viggiù? Secondo il Legnano erano più basse rispettivamente di cinque e dieci centimetri, quattro e due invece per i padroni di casa di Viggiù. Questione di centimetri, appunto, che hanno fatto la differenza anche in campo in occasione di un fuorigioco clamoroso non fischiato e dal quale è poi nato uno dei due gol.
Ad ogni modo il Varese ha rischiato un’altra sconfitta a tavolino perché il Legnano aveva la possibilità di presentare il reclamo una volta conclusa la sfida.
La vicenda ha parecchio diviso il pubblico: considerando i tre punti regalati a Varesina e Fenegrò, ha fatto bene il Legnano a voler fare il pignolo o se la poteva evitare dimostrando sul campo e basta? Poco importa, fatto sta che ogni volta il Varese sembra capace di fare una figura peggio dell’altra.
Tutto sto cinema ci fa guardare intorno allibiti e ci fa venire in mente un solo ed unico pensiero: su ispirazione del tifoso biancorosso presente in tribuna dal marcato accento romanaccio, “Aridatece el Franco Ossola“.
Elisa Cascioli