Tutto tace in casa Varese dove però pare che qualcosa si stia muovendo a livello societario. Il proprietario Benecchi, inibito per i prossimi 16 mesi, avrebbe intavolato una trattativa (stavolta seria?) che potrebbe arrivare al dunque. Si tratta di passaggio di proprietà, ma la domanda rimane sempre la stessa: l’attuale società, che, grazie ai santi in paradiso, è riuscita nel miracolo di non fallire e non ha avuto alcun tipo di gravi conseguenze a livello sportivo nonostante i debiti accumulati, la partite saltate, i campi chiusi e i tesserati mai rimborsati, riuscirà ad iscriversi al prossimo campionato di Eccellenza? E se sì dove giocherà? Ci sarà ancora qualcuno pronto a dare fiducia a una piazza che da anni non rispetta le promesse?

L’iscrizione in questo momento sembra una chimera perché in questo caso è impossibile aggirare l’ostacolo: per poter partecipare a qualsiasi campionato serve aver saldato tutte le vertenze entro il 30 giugno. E per il Varese si parla di un totale di circa 200mila euro, un cifra spropositata che per molti club rappresenta il doppio per giocare il campionato di Eccellenza. Da considerare, poi, che pagate le vertenze, chi prende il Varese avrà altri 400mila euro di debiti da saldare. Che senso avrebbe per gli eventuali futuri investitori? Domande che al momento rimangono senza risposta.

Come noto, alle vecchie vertenze mai saldate si sono già aggiunte quelle dello staff tecnico di quest’anno che presto saranno ufficializzate dalla commissione accordi economici. Al 30 giugno manca un mese esatto, 30 giorni di tempo per sistemare ciò che è in sospeso da due stagioni. Mission impossible.

Elisa Cascioli