Al Varese c’è aria di fallimento che si respira ad ogni direzione: negli impianti gestiti dal club sono state staccate le utenze da parte dei fornitori, la squadra fatica a trovare un campo in cui allenarsi, l’attività della Scuola Calcio si è fermata, mentre il Settore Giovanile va avanti come può, e comunque ancora per poco, nelle nuova sede di via Mercatini sarebbe anche arrivato lo sfratto per l’affitto non pagato, la scadenza dei pagamenti delle vertenze si avvicina e in tutto questo la cosa più grave è che la società resta in stallo. 

Da diversi giorni il presidente uscente Claudio Benecchi preme sull’acceleratore in merito alla cessione del club indebitato fino al collo e difficilmente risanabile. Una cessione data per fatta addirittura attraverso un comunicato ufficiale, ma che in realtà è ancora in stand-by. Rispetto a ieri la situazione non si è evoluta granché e proprio questo fa pendere il pollice verso il basso. Senza nessuno in grado di far fronte alle spese più impellenti, il Varese chiuderà baracca e burattini a distanza di tre anni e mezzo dall’ultimo fallimento.

Poco fa ci è pervenuto questo messaggio, molto poco rassicurante a nostro parere, da parte di Benecchi: “La trattativa procede. Fadani si sta confrontando con il fondo mentre sta comunicando con l’amministratore per concordare il prosieguo e il futuro del club”. Quale fondo? E quale amministratore? La vicenda inizia ad assumere del grottesco considerando anche il fatto che il potenziale nuovo proprietario Enrico Fadani avrebbe fatto ritorno a Londra già in mattinata; lo ha lasciato intendere egli stesso postando una foto sui propri social. Dunque non si capisce come il colloquio stia andato avanti e soprattutto non è proprio chiaro in che modo il Varese potrà andare avanti.

Elisa Cascioli

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