Non a caso è uno dei giocatori più amati ed è il capitano della Pallacanestro Varese. Giancarlo Ferrero è infatti l’esempio del giocatore che tutti vorrebbero avere in squadra per la sua serietà e la capacità di fare gruppo. L’inizio di stagione dei biancorossi sta dando i suoi frutti e Ferrero ha le idee chiare ed è soddisfatto di come sta lavorando insieme ai compagni.

Il gruppo c’è e Josh Mayo si sta rivelando il leader della squadra.
“Decisamente. Abbiamo avuto un avvio non facile contro Sassari ma poi siamo riusciti a battere squadre come Trieste e la Fortitudo. Siamo un gruppo che ormai si conosce e che ha qualcosa dentro e questo è fondamentale”.

Tu sei il collante della squadra e hai forse uno dei compiti più importanti.
“Mi fa piacere se si dice questo di me e cerco di essere l’esempio da seguire. Ci sono giocatori di qualità e a me piace mettermi a disposizione sia in campo che fuori per cercare di aiutarli ad integrarsi, anche perché io sono a Varese da più tempo di loro”.

Questo ruolo fondamentale ti ha consacrato “il Capitano” di Varese.
“Sono onorato di questo. Ho iniziato la mia quinta stagione ai piedi del Sacro Monte e Varese per me è diventata più della squadra in cui gioco; mi sento molto “varesino”, sto benissimo qui e la mia ragazza pure e voglio contribuire a proteggere questa realtà in un tale momento storico. Per diverse ragioni non siamo fra le primissime in classifica ma è un periodo particolare nel quale voglio essere presente”.

Ora devi essere sincero. C’è un tuo ex compagno che ti manca più di tutti?
“Sono tanti ma se parliamo solamente dell’anno scorso sicuramente Avramovic. Sento anche Ronnie Moore e Dominique Archie, ma Avra è Avra. Mi mancano il suo sorriso, il suo modo di scherzare e la sua esuberanza; è stato il mio vicino di casa parecchio tempo e spesso eravamo insieme anche al di fuori della pallacanestro. Una precisazione, però: non sento la mancanza del suo cane!”.

Cosa apprezzi di più della nostra città?
“Innanzitutto ho instaurato tante relazioni fuori dall’ambiente del basket. Ho molti amici, persone che mi vogliono bene e anche tifosi che sono diventati qualcosa di più. Sono legato ad alcuni luoghi come la zona di Mustonate dove spesso mi rilasso leggendo un libro, ma mi piace pure il centro cittadino”.

La tua vita però non è solo basket. Stai studiando per costruire il tuo futuro quando appenderai le scarpette al chiodo.
“Sono al quinto anno della Facoltà “Economia e Management” alla Liuc di Castellanza. Devo dare gli ultimi esami e poi conto di scrivere la tesi. Sto conoscendo parecchie persone del tessuto sociale ed economico varesino e la provincia di Varese è una zona ricca che spero un domani possa permettermi di realizzarmi. Toto Bulgheroni mi ha consigliato di portare avanti questo percorso che mi appassiona ogni giorno di più”.

Cosa ti piace fare nel tempo libero?
“Amo stare con la mia ragazza e trascorrere del tempo con lei. Mi piace fare dei giri qui intorno passando qualche ora anche nelle località del Lago Maggiore e del Lago di Como che ho scoperto ultimamente, oppure andare a Milano. Cerco sempre di scovare posti nuovi, soprattutto locali e ristoranti”.

Segui altri sport, magari il calcio?
“No, il calcio non molto, ma mi piace tantissimo il tennis. Adoro la classe per eccellenza di Roger Federer e l’etica di lavoro che ha portato Rafael Nadal a fare ciò che ha fatto. Ci sono però anche ragazzi giovani italiani che conosco come Lorenzo Sonego e Matteo Berrettini che si stanno affermando. In estate spesso provo a giocare con i miei amici, ma siamo scarsi uguali e quindi ci divertiamo”.

Hai una bellissima e simpaticissima ragazza, Alessia, che è piemontese come te. C’è qualche progetto di vita con lei?
“Penso che per stare bene e sentirsi realizzati sia come uomo che come giocatore di basket sia fondamentale avere al proprio fianco la persona giusta e per me lei è importantissima. Mi conosce talmente bene che sa quando ho dei momenti difficili e mi sta vicino. Siamo molto complici, abbiamo trovato un grande equilibrio; sono felice che stia a Varese con me, che abbia un lavoro e che le piaccia vivere in questa splendida città”.

Dopo Brindisi vi attendono due trasferte in casa di Milano e di Brescia, squadra in cui la scorsa estate ha deciso di accasarsi Tyler Cain.
“Mi è dispiaciuto parecchio che Tyler sia andato via; è un ragazzo che ha dato tanto per questa squadra, ma il nostro lavoro è questo. Brescia, oltretutto, sta facendo un grande campionato, è una “corazzata” e noi prepariamo al meglio ogni partita. Dopo Brindisi ci attendono prima Milano poi Brescia, due sfide fuori casa estremamente difficili”.

Parlando proprio di trasferte, i tifosi biancorossi sono sempre al vostro fianco. Al Paladozza a Bologna vi hanno seguito in tanti, capitanati da Il Basket Siamo Noi.
“È stato bellissimo entrare al Paladozza e alzare gli occhi verso quello spicchio colorato di rosso con le bandiere del Trust che sventolavano. Sono persone che, oltre ad essere tifosi, hanno Varese come seconda pelle; tra di loro si è creato un ottimo gruppo e questo ci dà sempre grande forza”.

Dove può arrivare quest’anno Varese?
“Penso che questo sia un campionato dove può accadere di tutto. Abbiamo già visto risultati alquanto strani e squadre fortissime che sono inciampate. Non so dire dove possiamo arrivare, ma ciò che so con certezza è che io e i miei compagni siamo una squadra con “qualcosa” dentro. Si capisce fin da subito se un gruppo ha carattere ed orgoglio e quest’anno queste caratteristiche a noi non mancano di certo. I ragazzi ci tengono a fare bene, ognuno ha delle motivazioni diverse che, messe insieme, possono portarci lontano”.

Benedetta Lodolini