Si chiude con la partita casalinga contro Brescia (domenica alle ore 19) la Supercoppa Italiana che ha aperto ufficialmente la stagione 2020/2021. Onestamente, è un esperimento che è piaciuto molto più delle solite e troppe amichevoli in giro per lo stivale durante una preparazione lunga sei o anche sette settimane. Quelle che abbiamo vissuto nelle ultime settimane sono gare pur sempre di precampionato, ma con un diverso speso specifico. Inoltre stanno dando a tutti qualche indicazione in più su ciò che può valere davvero una squadra.

I ritmi sono pur sempre serrati, ma, giocando ogni tre o quattro giorni, si rimane comunque meno impegnati rispetto a tornei che prevedono una doppia partita nel weekend alla quale, spesso, si aggiungeva un’altra amichevole infrasettimanale. Anzi, questi ritmi danno il giusto tempo per analizzare ciò che non funziona e per lavorarci sopra in vista del turno successivo. Oltretutto, va aggiunto che i gironi sono stati composti con criteri di vicinanza geografica così da far fare meno strada possibile alle partecipanti. Ciò ha fornito gustosi derby in tutti i gironi come Treviso e Venezia o il derby di Bologna. Il girone che poteva essere più penalizzato, ovvero quello con Pesaro, Brindisi, Roma e Sassari, si è disputato nella “bolla” del Geovillage di Olbia coniugando l’assenza di pubblico a un campo unico per tutte le squadre e condensato in meno giorni.

Manca, ovviamente, il riscontro del pubblico, per via delle aperture solo parziali. I dati dicono che raramente si è raggiunto il tutto esaurito di questi palazzetti riempiti per un quarto, ma la “sindrome della grotta” continua comunque a imperare, unita, magari, a un pizzico di ragionevole paura, dato che il virus è ancora in mezzo a noi. Insomma, la speranza è quella di rivedere ancora questa formula negli anni a venire che scontenterà le vincitrici di campionato e Coppa Italia, ma che dà agli appassionati spettacolo e tante partite in più da gustare.

Con la sfida contro Brescia termina anche il cammino dell’OJM che ha visto al timone prima Caja e poi, dopo il fragoroso divorzio, l’arrivo sulla panchina biancorossa di Massimo Bulleri. L’auspicio di tutti noi è che quello del Bullo nazionale sia solo l’inizio di una carriera in panchina altrettanto fulgida come la sua ormai passata carriera da giocatore. Dopo l’improbo esordio contro la corazzata Milano che aveva qualche allenamento in più nelle gambe e nelle teste dei suoi giocatori, è ora di andare a vedere quali sono le prime idee che Bulleri ha messo in campo per Varese. Godiamoci questa Openjobmetis-Germani.

Matteo Gallo

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