Mancavano ancora nove partite alla fine del campionato, ma Alex Romano aveva già messo a segno 15 reti, conquistandosi il titolo di capocannoniere della stagione 2019/2020. Scelto dai mister di Eccellenza come uno dei quattro candidati al Pallone d’Oro Varese Sport, il bomber dell’Accademia Pavese analizza questa annata calcistica e i momenti più belli della sua carriera.

Qual è stato il momento più bello, emozionante o importante della tua carriera? 
“Uno dei ricordi più emozionanti è quando ho vinto il campionato con la Bustese in una stagione fantastica sotto tutti gli aspetti: avevamo concluso con zero sconfitte, ero stato capocannoniere del girone ed eravamo anche arrivati alla finale nazionale di Coppa Italia. Il gruppo era talmente affiatato che ancora oggi siamo rimasti tutti amici e ci sentiamo spesso. Andando un po’ più indietro, un altro momento importante come calciatore è stato il mio percorso nel settore giovanile del Milan: sono stato lì cinque anni, dai Giovanissimi alla Primavera, e vedere i giocatori dal vivo a Milanello era incredibile. Poi sicuramente ho vissuto un’altra grande emozione il giorno del mio debutto in Serie D a Voghera, nel mio stadio, con la squadra della mia città”.

I mister ti hanno nominato tra i migliori calciatori di Eccellenza della stagione. Che annata è stata per te? Sei soddisfatto degli obiettivi raggiunti dal punto di vista individuale e di squadra? 
“Innanzitutto vorrei ringraziare gli allenatori che mi hanno votato perché se per loro mi sono meritato questa candidatura vuol dire che durante la stagione ho fatto qualcosa di buono. A livello di squadra non abbiamo potuto raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati per via della brusca interruzione del campionato, ma stavamo andando nella giusta direzione. Eravamo a un punto dalla zona playoff e ci trovavamo in un buon momento di forma, sia mentale che fisica. Delle squadre davanti a noi avevamo già battuto il Voghera e secondo me potevamo centrare la qualificazione, che per noi sarebbe stato come vincere la Champions League. Penso che all’inizio della stagione nessuno avrebbe scommesso che saremmo arrivati così in alto, e invece in questi ultimi due anni abbiamo fatto il nostro record di punti. Dal punto di vista personale, ho un po’ di rammarico per le sei giornate di squalifica prese alla prima giornata, che hanno pesato anche per la squadra. Sono invece molto contento di aver segnato 15 gol in 15 partite e di aver vinto il titolo di capocannoniere. È stata una sfida molto bella con gli altri attaccanti più giovani, che mi ha fatto ricordare quando ero ragazzino e avevo come obiettivo battere i giocatori più grandi ed esperti”.

A chi ti ispiri? Qual è il tuo calciatore preferito? 
“Da ragazzino mi piaceva molto Trezeguet, anche per la mia fede juventina, mentre tra i calciatori attuali dire Higuain, che è un attaccante che segna tanto ma che sa anche sacrificarsi per la squadra”.


A chi vuoi dedicare l’eventuale vittoria del pallone d’oro?
“A tutti i miei compagni di squadra: ho ricevuto io i voti perché sono il terminale offensivo e ho segnato tanto, ma se il pallone arriva là davanti è perché loro corrono e faticano anche per me. Quindi sarebbe giusto ringraziare tutti loro e naturalmente il mister, che ha sempre creduto in me anche dopo la squalifica. Sei giornate fuori dal campo possono distruggere mentalmente, eppure lui mi ha sempre spronato e tranquillizzato. Per tutti questi motivi, qualunque merito mi sia stato dato, lo voglio condividere con la squadra”.

Hai già parlato del tuo futuro con la società? Dove giocherai nella prossima stagione?
“Non so ancora nulla del futuro e sicuramente dovrò incontrarmi con l’Accademia e con chi mi sta cercando. Penso che l’incertezza sulla data di ripresa inciderà molto su questo mercato un po’ particolare perché molte società, non sapendo quando si ricomincerà, stanno aspettando a muoversi”.

Silvia Alabardi

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