Quest’anno ci siamo trovati a dover fare dei sacrifici, a rinunciare a ciò che più ci piace fare, tutti, dal commerciante che ha dovuto tenere abbassata la saracinesca al ragazzo che non è potuto andare a scuola. Se, all’apparenza, i bambini sembrano che vivano in un mondo ovattato, anche loro stanno pagando per questa pandemia, non potendo stare insieme e fare sport.
Certamente ci troviamo di fronte ad una situazione delicata e con i bambini, si sa, ci vuole inventiva, come l’ha avuta Andrea Zampieri. Andrea è capitano dell’Aurora Induno ma allena anche i Primi Calci e in queste settimane sta facendo degli allenamenti online davvero originali per cercare di stare il più vicino, per quanto possibile, ai suoi piccoli.
Che cosa ne pensi di questa situazione di stop che stiamo vivendo nuovamente?
“E’ assolutamente giusta, è un sacrificio enorme perché in qualche modo ci è venuto a mancare un divertimento. Noi giochiamo per passione, per svagarci e per coltivare rapporti di amicizia. Dispiace ma per tutelare un bene maggiore, come la salute, un passo indietro va fatto, visto che pratichiamo uno sport che implica contatti e dinamiche di gruppo”.
Allenando i 2012, pensi che questo momento avrà delle ripercussioni sui bambini?
“Se con la prima squadra o, per esempio, la Juniores e gli Allievi, riesci a mantenere il distanziamento perché, essendo più grandi, sono più coscienti, con i bambini più piccoli mi sono reso conto delle difficoltà di mantenere queste distanze. Come fai a proibirgli di battere un cinque all’amichetto o fargli fare uno scherzo? Sono inconsapevoli e diventa complicato. Loro ne soffrono, già quando abbiamo ripreso gli allenamenti dopo il primo lock-down ho notato la loro necessità di avere una valvola di sfogo e penso che questa situazione avrà degli effetti non indifferenti su di loro, sia dal punto di vista sociale e sia da quello psicologico. È vero che vanno a scuola ma non hanno quel momento per svagarsi e questo li limita molto. Spero davvero che questo periodo non abbia avuto delle conseguenze su di loro”.
Come svolgi questi allenamenti online? Cosa fate?
“Poiché non possiamo fare gli allenamenti classici ed è difficile fare una didattica a distanza ad un bambino di 8 anni, ho pensato di fare un allenamento a tema alla settimana, anche perché, essendo piccoli, non volevo gravare troppo sui genitori che devono seguirli.
La prima settimana ho chiesto di inviarmi dei disegni a tema “cos’è il calcio per me” e sono uscite delle cose stupende: loro associano il calcio ai valori dell’amicizia, dell’educazione, dell’imparare e dello stare insieme. Devo dire che sono magici i bambini in questo. Mi dicono che non vedono l’ora di ricominciare, la cosa che manca di più e che, paradossalmente loro ricordano, sono i momenti che hanno vissuto in gruppo, quando, ad esempio, ci mettevamo a cerchio e iniziavamo a parlare o i rigori che tiravano a fine partita.
La seconda settimana, invece, mi hanno inviato un video dove facevano la loro finta preferita o tiravano in porta. Per questa settimana ho chiesto di cucinare un loro piatto forte mentre ad altri di fare una gara di palleggi e chi ne farà più avrà come premio la maglia n. 10. Sono sicuro che appena ci rivedremo il loro primo pensiero sarà di dirmi di questa maglia (ride, ndr)”.
Passando alla ripresa del campionato della prima squadra pensi che si riprenderà?
“Dipende dalla curva epidemiologica e dall’indice rt. In effetti, il vero problema della pandemia è proprio il controllo e la tracciabilità e sono dell’idea di ripartire con le giuste precauzioni solo quando saremo tutti tutelati. Capisco che per chi lavorerà magari sarà stancante ma se mi dovessero dire di giocare più volte a settimana, proprio perché è una passione, ti direi subito di sì, poi se si gioca d’estate ancora meglio”.
Roberta Sgarriglia