La Openjobmetis crolla ancora e questa volta il tonfo è clamoroso. La squadra di Bulleri dilapida un’ottima prestazione fino all’intervallo, chiuso sul 45-30, con un terzo quarto che definire da incubo è poco, quando subisce uno dei parziali più pesanti della sua storia (1-24) che determina l’ennesima sconfitta per una squadra sempre più in crisi d’identità prima ancora che di risultati.

La sfida con Treviso è l’emblema di questo inizio di stagione dei biancorossi: una grande partenza che dà l’idea di poter fare benissimo, come avvenuto nelle prime due gare di campionato, per poi sciogliersi clamorosamente con un tonfo che ha dello storico viste le dimensioni. La formazione è stata incapace di reagire alla prima vera difficoltà che Treviso le ha posto davanti, così come qualche mese fa non era riuscita a sopperire alla mancanza di un ottimo De Vico dopo il derby con Cantù. 
La squadra poi si riprende, riagguanta il match, passa in vantaggio con le unghie e con i denti, come il sussulto avuto a Trento, per poi ripiombare nel buio perdendo la partita a 18 secondi dalla fine con un fallo antisportivo sul quale si può discutere. Ciò che lascia altrettanto perplessi è la scelta di fare un fallo immediato avendo la possibilità nel peggiore dei casi di andare al supplementare.

I problemi dei biancorossi continuano ad essere molti, troppi, a partire da un’organizzazione difensiva ad oggi ancora sconosciuta. Varese regge bene i primi due quarti, agevolata dalle pessime medie di una De Longhi che appena trova un po’ di canestri in fila manda completamente fuori giri la difesa varesina che torna a fare acqua da tutte le parti, incapace di arginare Logan che a 38 anni si dimostra ancora uno dei migliori play in circolazione e di reggere sotto canestro l’atletismo dei veneti; Akele e Mekowulu fanno la voce grossa in testa ad uno Scola apparso in debito di ossigeno negli ultimi due quarti e con Morse che fa di tutto per contrastare i lunghi veneti.

Proprio la continua sofferenza sotto il ferro riporta alla luce ancora una volta il tema del poco peso in area di Varese, con Scola che soffre moltissimo nella lotta a rimbalzo non solo contro Treviso ma quasi sempre in questa prima parte di stagione e che ha bisogno per forza di un duo al suo fianco che lo possa supportare in questo. Potrebbero essere Morse e Strautins, con quest’ultimo lasciato ieri sera inspiegabilmente in panchina per gran parte del match, soprattutto nel momento in cui Varese ha iniziato a soffrire nella lotta a rimbalzo, preferendo un assetto con tre piccoli.
Il dato in questo caso è emblematico: la Openjobmetis infatti perde la sfida a rimbalzo, 36 a 43, contro la peggior squadra in questa statistica della Lega fino a ieri, denotando come il problema sotto il ferro sia più forte che mai, con tanti, troppi secondi e terzi tiri concessi che permettono poi agli avversari di prendere ritmo, fiducia e falli anche in una serata apparentemente nata male.

Una nota positiva in tutta questa cupissima situazione tecnico-tattica, oltre che psicologica dei biancorossi, è sicuramente il nuovo assetto a 3 piccoli impostato con l’arrivo di Beane e che sta iniziando a dare i suoi primi frutti. Ne hanno iniziato a giovare in maniera chiara Douglas, che torna sui livelli a lui più consoni con una prova da vero leader (24 punti con i quali si carica i compagni sulle spalle e cercando di portarli alla vittoria), ma anche Ruzzier che inizia a dare segnali importanti fornendo una prova di carattere e voglia ancor prima che di tecnica. Ha il merito di tenere viva la squadra nel momento peggiore del match, appena dopo il parziale terrificante di 1-24, e chiude con 13 punti e 5 assist una delle sue migliori prestazioni da inizio stagione.

Continua però ad essere demoralizzante il dato sulle palle perse, figlie di un crollo mentale totale nel terzo quarto, con i biancorossi che all’intervallo a questa voce ne segnavano 4 ed al termine del match ben 14, contro le 13 perse di Treviso. Un problema, l’ennesimo appunto, sul quale Bulleri deve lavorare più che mai. La squadra inoltre esce completamente scarica dagli spogliatoi dopo l’intervallo, come già avvenuto troppe volte quest’anno e subisce altri 80 punti tra le mura amiche.
Il gruppo non sembra imparare dai propri errori e appena mette una pezza da un parte vede aprirsi un buco dall’altra. Qui il sarto deve essere capace di ricucire la situazione, con i tifosi che pieni di rabbia e sconforto, sui social, gridano a gran voce il ritorno di Caja (che Andrea Conti esclude categoricamente) ed una squadra che ultima in classifica ha terminato qualsiasi tipo di bonus possibile e non può più permettersi di sbagliare, a partire dalla gara contro Trieste che ha tutte le caratteristiche della famosa ultima spiaggia, dove la Openjobmetis deve dare un messaggio forte a se stessa ed ai tifosi perché errare è umano, ma perseverare è diabolico, oltre che molto pericoloso.

Alessandro Burin

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