Un’intervista che potrebbe divenire un libro, un libro che potrebbe trasformarsi enciclopedia, un’enciclopedia che farebbe impallidire la concorrenza persino alla biblioteca più grande d’Italia, un pozzo senza fondo di conoscenza e sapere…è questo Andrea Arnaboldi?
Probabilmente no. Probabilmente il paragone reggerebbe più a lungo se parlassimo di tsunami, tornado o forza della natura, ma il vero segreto per provare a capirlo è andare oltre i muscoli ed i record e provare ad affacciarsi sul suo cuore, in quell’enorme animo nobile che lascia posto ai valori sani e al non arrendersi mai. Ma proprio mai. Ecco perché la sua storia merita di essere raccontata.
Andrea Arnaboldi aveva un amico fraterno Luca Dalla Bona. Due anni fa la Sla se l’è portato via. Nei due anni precedenti, quelli della battaglia, Luca e Andrea hanno viaggiato fianco a fianco in una lotta che ha lasciato poi spazio alla speranza e alla voglia di fare. Qui è nato il progetto dal titolo “Continua a sognare tour”: attraversare l’Italia di corsa, 42 maratone in 60 giorni per non limitarsi alla mera attività sportiva ma incontrando scuole, società sportive, ragazzi, a cui raccontare i veri valori della vita. Il tutto condito da una raccolta fondi utile per Aisla che permetta di acquistare materiale scolastico, organizzare camp ed attività per i ragazzi con alle spalle famiglie in cui la Sla ha colpito duro. Mannaggia al covid che ha stoppato tutto sul più bello.
“Premesso che amo la corsa e per motivi di lavoro mi sono avvicinato ancor di più a questa disciplina, sarei dovuto partire il 21 aprile dalla Sardegna per arrivare il 21 giugno a Varese ed invece io e il mio staff non ci siamo potuti tuffare a pieno in questa avventura a causa del virus, abbiamo però fatto delle “prove” poiché nel mese di giugno ho comunque corso 18 maratone in 29 giorni, e mi è servito per fare delle valutazioni, testare la mia preparazione e l’alimentazione…dalle difficoltà nascono sempre nuove opportunità”.
Progetto rimandato nel 2022, ma nel frattempo un altro milione di cose da fare. Prima però partiamo da chi era Luca e da come ha vissuto la sua battaglia.
“Potrei dire molte cose su Luca ma credo che la forza e la dignità con cui ha lottato bastino per raccontare di una persona meravigliosa, unica, che ha amato alla follia sua moglie Maura e i suoi bambini e che continua a farlo grazie anche alle tracce che ha voluto lasciare qui. Lui mi ha chiesto nel momento più critico: “Aiutami ad essere ancora utile sulla faccia della terra” ed io non ho esitato. Quella frase, quel messaggio, sono speranza pura ma sono anche fonte d’ispirazione, sono la spinta nel dire che bisogna sognare e farlo in grande perché quello che conta è il viaggio non la destinazione”.
Questo era Luca. E tu chi sei?
“Io sono Andrea un umile allievo della vita. Mi piace definirmi un ispiratore, un “performance coach”, seguo atleti sportivi professionisti e dilettanti, sprono le persone ad avere sogni e a crederci, non mi stancherò mai di dire che il sogno non è il fine, è il mezzo per fare il viaggio. E fare il viaggio significa conoscere se stessi, mettersi alla prova, migliorarsi. Tutto ciò comporta batoste, cadute, ginocchia sbucciate, ma per arrivare dove vogliamo arrivare questo passaggio è obbligatorio. C’è una frase che riassume a pieno la mia filosofia ovvero ‘Per insegnare bisogna sapere, per educare bisogna essere’”.
Spiegacela meglio.
“Significa semplicemente che se io raccontassi tutte queste cose non adempierei al mio ruolo di ispiratore, per dimostrare che ciò che dico combacia con la realtà e con la vita, mi metto in gioco in prima persona, indosso le scarpette alle 4 del mattino e vado a correre, mi alleno per le maratone e dimostro che anche io, che non sono fatto un super eroe, posso riuscirci. Anzi ci riesco. E se vale per me vale per tutti quelli che ci credono”.
Da qui ecco un’altra fonte di ispirazione, i video. Stai diventando virale. Come è nata questa iniziativa?
“Tante persone mi hanno detto ‘Ti piace lo sport e ti piace parlare’ perché non ti lanci sui social? In realtà io non ho colto la palla al balzo, nel senso che ho iniziato a farlo solo quando mi sono sentito di essere ciò che racconto. E da qui è partito “Spettacolo spettacolareee” ovvero il mio motto di apertura di ogni video mattutino. Spettacolo spettacolare lancia le incredibili storie che racconto. C’è un lavoro importante dietro ai miei video, leggo di sport, trovo storie che mi affascinano e poi le studio, mi immedesimo per trasmettere un messaggio, altrimenti non ci riuscirei. Per preparare ogni video ci vogliono almeno 2 ore, è vero che parlare mi piace ma farlo in questo format non è così semplice”.
Quale obiettivo ti sei posto di raggiungere con questi video?
“L’obiettivo non cambia, non voglio diventare un influencer, il punto non è fare un milione di visualizzazioni il punto è raggiungere un milione di persone perché significa che un milione di persone riescono a trarre vantaggio da ciò che faccio, regalo loro una scintilla di energia per affrontare la giornata che sta per iniziare. Poi è vero anche che i progetti sono tanti e che devo espormi in prima persona per cercare sponsor, devo mostrare chi sono per proseguire in questo cammino”.
Torniamo al progetto: “Continua a sognare tour” è stato rimandato al 2022, ma quali saranno gli step intermedi?
“Ci sono tante idee in ballo, ad esempio stiamo organizzando per fine maggio/inizio giugno 2021 un mega evento sportivo a Varese con un’enorme corsa abbinata ad una raccolta benefica sempre per Aisla; nei prossimi anni proveremo a sviluppare una serie di incontri con i ragazzi, a dargli nuove fonti di ispirazione, i giovani sono un valore inestimabile, ma bisogna credere in loro”.
Un po’ più in là, invece, c’è un grande sogno ovvero creare a Varese un’Accademia dello Sport. Di cosa si tratta?
“Si tratta a tutti gli effetti di un’Accademia utile ai ragazzi con qualità sportive ma in difficoltà economiche che necessitano di un sostegno per portare avanti le loro attività quali studiare, allenarsi, fare camp estivi, tirocini, usufruire del servizio di esperti…”.
Chi ti aiuta a realizzare tutto questo? Come è composto il tuo team?
“Ho davvero un team super, con un’energia incredibile ed io credo molto in loro e più in generale nel lavoro di squadra, gli devo un grazie enorme; Andrea D’Elia, Massimo Scodellaro, Simone Crespi, Andrea Dragoni, Debora Spalenza, Fabio Bonetti, fanno parte del team organizzativo mentre Luca Filipas, Daniele Pellegrini, Tecla Guarino, Tiziana Markolaj e Fabio Todaro compongono il mio team sportivo. Siamo una vera e splendida squadra che lavora sodo ogni giorno, accomunata da un fine comune ma soprattutto dal ricordo di Luca che resta di gran lunga la nostra primaria fonte d’ispirazione è a lui che dobbiamo tutto questo. Posso aggiungere ancora una cosa?” Certo. “Io sono un folle, noi siamo dei folli e chi è davvero così folle da pensare di voler cambiare il mondo, poi il mondo lo cambia davvero; un granello per volta saremo gli artefici di questo cambiamento”.
Il tutto nel ricordo di Luca. Che questa follia l’ha sposata nel giorno in cui la sua vita si è messa in salita e che non ha avuto paura di afferrarla e tenersela stretta, dimostrando che sì, si può scegliere di essere utili su questa faccia della terra a prescindere da tutto e da tutti, lasciando delle tracce. Tracce meravigliose. Le sue, anche indelebili.
Mariella Lamonica