
Dopo sei anni con la maglia biancorossa del Varese addosso, nell’ultima stagione Andrea Scapolo è passato al biancorosso dell’Ispra di cui ha difeso la porta nel campionato di Prima Categoria. Ora, dopo un’annata interrotta bruscamente dalla diffusione del Covid-19, l’ex numero 1 del Varese ha voglia di ricominciare ed è pronto per una nuova esperienza.
Il rapporto con l’Ispra è terminato?
“Non abbiamo ancora parlato in modo definitivo, ma la dirigenza sa che la mia ambizione è tornare a calcare i campi di Promozione o, ancora meglio, di Eccellenza. Ho avuto contatti con qualche società, ma per adesso non è stato messo niente nero su bianco. Rimango in attesa di una proposta giusta e sono pronto per una nuova avventura. Spero di spaccare tutto!”.
Com’è stato il salto indietro di due categorie dall’Eccellenza con il Varese alla Prima Categoria con l’Ispra?
“Non è stato semplice per me e mi ci è voluto qualche tempo per calarmi nella realtà. Sono sempre stato abituato a giocare la palla a terra fin dall’impostazione dell’azione e in Prima Categoria invece spesso di vedono lanci lunghi e interventi molto decisi sull’uomo. E’ un campionato fisico, ma noi dell’Ispra, a poco a poco, siamo riusciti ad impostare un bel gioco e a far vedere buone cose anche dal punto di vista estetico”.
Come ti sei trovato all’Ispra?
“Mi sono trovato benissimo. Ho instaurato ottimi rapporti con tutti, a partire dal presidente, che è una persona esemplare, passando per il direttore sportivo e per il mister e i miei compagni che mi hanno aiutato ad ambientarmi. Sono stato molto bene”.

Sei un portiere-goleador e anche quest’anno ti sei tolto la soddisfazione di segnare.
“Sono nato attaccante e ho giocato in avanti fino a 14 anni quando al Bosto ho cambiato ruolo. Ho una certa dimestichezza con i piedi e sono anche piuttosto freddo nell’esecuzione dal dischetto. Quest’anno ero il rigorista della squadra e nella gara contro la CrenneseGallaratese non ho sbagliato; il mio gol ci ha consentito di portarci a casa i tre punti. In compenso, però, durante la stagione ci hanno dato un rigore contro e non sono riuscito a neutralizzarlo; due anni fa con il Varese, invece, ne ho parati tre”.
Varese, appunto. Che cosa ne pensi del ritorno in Serie D dei biancorossi?
“Sono contento e penso che questo possa essere un buon punto di partenza per tornare nel calcio che conta. Varese non c’entra niente con i dilettanti e mi auguro che alle spalle ci sia un progetto serio e una base solida. Ho vissuto due fallimenti e non è stato bello vedere sgretolarsi tutto. Sono rimasto in buoni rapporti con Amirante e se la nuova dirigenza del Varese dovesse chiamarmi non ci penserei nemmeno un secondo e accetterei subito”.
Se il Varese due anni fa non fosse fallito la tua carriera avrebbe preso magari una piega diversa. Hai qualche rammarico?
“Decisamente. Avevamo vinto la Coppa Italia e fino al termine del girone d’andata eravamo secondi in classifica. Cullavamo buone speranze di conquistare la Serie D, ma poi tutto quello che è successo non ci ha consentito di provare a raggiungere questo traguardo. Se ci fossimo riusciti anche per me si sarebbero forse aperte delle porte diverse, ma purtroppo le cose sono andate così e non posso fare altro che accettarle”.

Oltre al calcio, studi Scienze della Comunicazione all’Università dell’Insubria e hai partecipato a Uomini e Donne. Ti piace quel mondo? Cosa ti piacerebbe fare “da grande”?
“E’ stata una parentesi positiva che mi ha insegnato a rapportarmi con persone più mature di me e a mettermi alla prova in un contesto che non era mai stato il mio. Volevo capire come potevo cavarmela e non escludo che in futuro possa tornare a parteciparvi. Inoltre, poso come modello e durante quest’ultimo periodo ho venduto mascherine per un’azienda locale”.
Capitolo vacanze. Dove vai?
“Sono stato qualche giorno ad Alassio e ci tornerò a breve. Quest’estate non mi muoverò fuori dall’Italia, ma rimarrò nel nostro Bel Paese. Poi mi auguro di iniziare la preparazione con la mia nuova squadra”.
Laura Paganini