Bomber Alessandro Anzano riparte dalla Solbiatese. E’ lui il pezzo pregiato del mercato dell’ambiziosa società neopromossa in Promozione che non nasconde le sue mire di conquistare l’Eccellenza al primo tentativo. E per farlo si è affidata ad un attaccante di esperienza (classe 1981) e che in carriera ha segnato più di 300 gol tra Serie D ed Eccellenza: sua maestà “il Sovrano”.
Innanzitutto, da dove arriva questo soprannome?
“E’ nato più di 15 anni fa, quando giocavo a Turate. Sprint e Sport mi aveva premiato come giocatore del mese di ottobre definendomi così e da allora un po’ tutti dentro e fuori dal campo si rivolgono a me come “Sovrano”. Devo dire che come definizione mi piace e mi fa anche sorridere”.

Il “Sovrano”, dunque, si è accasato a Solbiate Arno. Che cosa ti ha portato a dire di sì ai nerazzurri?
“Sono in contatto con il dg Carmine Gorrasi (sempre più in stretta collaborazione con il ds Barban), è una persona affidabile e che conosce profondamente il calcio e non ho avuto dubbi nell’accettare la proposta che mi ha fatto. A Solbiate c’è un progetto serio, è una piazza storica e blasonata e c’è uno stadio bellissimo in cui mi fa piacere tornare a giocare. Nella mia carriera ho vinto e segnato tanto e voglio farlo anche qui”.

Il “Chinetti” di Solbiate Arno, per altro, ti evoca bellissimi ricordi.
“E’ lì, infatti, che ho vinto la Coppa Italia di Eccellenza con la maglia della Bustese. Grazie a due miei gol siamo riusciti a battere la Varesina e a mettere in bacheca quel trofeo. Purtroppo poi abbiamo perso la finale nazionale contro la Virtus Francavilla e forse è quello il mio rimpianto più grande in una carriera in cui mi sono tolto parecchie soddisfazioni. Alcuni dicono che avrei potuto fare di più e avrei potuto diventare professionista, ma è andata così e non guardo indietro con rammarico”.

Non ti spaventa l’idea di fare un passo indietro in Promozione?
“E’ la prima volta che affronterò questa categoria, ma non ho problemi e sono sicuro che sarà solo una tappa di passaggio per la Solbiatese. Mi aspetto un torneo forse un po’ meno tecnico e meno veloce e più fisico rispetto alla Serie D e all’Eccellenza ma penso di riuscire ad adattarmi bene. Mi auguro solo di stare sempre bene fisicamente e di dare il mio contributo alla squadra”.

Hai avuto modo di parlare con mister Gennari?
“L’ho conosciuto quando lui allenava la Sestese e io giocavo nel Fenegrò e mi ha fatto una buona impressione. So che è preparato e sono curioso di vederlo all’opera come mio tecnico. Negli ultimi giorni ho parlato con il suo secondo nonché preparatore atletico Davide Giubilini e mi ha dato da seguire una scheda. Mi mancano ancora pochi giorni di vacanza e poi tornerò a casa e settimana prossima farò un salto al campo; non è escluso che possa allenarmi un po’ seguendo le norme in vigore”.

Se conosci poco Gennari, con Scapinello siete una coppia del gol molto affiatata.
“Ci siamo incontrati quattro anni fa alla Varesina e abbiamo giocato per tre anni assieme. In campo ci troviamo a meraviglia, sappiamo in anticipo cosa farà l’altro e abbiamo una grande intesa. Penso che questo possa essere un valore aggiunto per la nostra squadra. Inoltre, siamo anche amici fuori e anche questo aspetto è importante. Dei miei nuovi compagni conosco Mezzotero con cui ho giocato alla Caronnese e Mondoni, mio compagno all’Ardor Lazzate”.

Durante il lockdown hai avuto modo di tenerti in forma?
“A dire la verità mi sono riposato un po’. Quando ci è stato consentito, però, ho ripreso a fare attività fisica e a Cervia, dove mi trovo da qualche settimana, gioco abitualmente a trackball sulla spiaggia. Non sarà facile ricominciare dopo cinque mesi e più di stop: dovremo recuperare confidenza con la palla, con il campo e rimetterci in forma. Sono pronto e il calcio mi è mancato: mi manca la tensione prima della domenica mattina e del pre partita”.

Compirai 39 anni ad ottobre. Al futuro ci pensi mai?
“Per ora non ho intenzione di smettere di giocare e continuerò a farlo finché il mio fisico reggerà. Quando capirò di non riuscire più a stare dietro agli altri sarò io il primo a gettare la spugna; non voglio camminare per il campo. Allenare non mi piace, mentre non mi dispiacerebbe andare a guardare i match e provare a scovare qualche talento. Adesso, tuttavia, questo discorso è prematuro e anche nella prossima stagione porterò avanti la mia collaborazione con un negozio di articoli sportivi e quello di calciatore”.

Laura Paganini

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