Non è facile immaginare come si possa mantenere una certa preparazione ed attività sportiva, praticando il tiro con l’arco in tempo di quarantena. Anche per chi non è esperto del settore è facile capire come uno sport del genere, fatto di tecnica, precisione, spazi e tanto tanto allenamento, richieda un costante impegno e attrezzature specifiche per mantenere alto il livello personale degli atleti.
Sara Polinelli, Alessandra Savio, Giada Pastore, Marta Corini, Giorgio Zini e Samuele Ghiraldini, ragazzi del club Arcieri Tre Torri di Cardano al Campo, raccontano come stanno portando avanti la loro passione e il loro allenamento nonostante la quarantena forzata e le difficoltà di spazio che l’emergenza Covid-19 ha portato nel loro sport.

Come state passando la quarantena?
“E’ difficile come per tutti affrontare questo momento. Siamo impegnati molto con lo studio, riusciamo ad impiegare più tempo con la famiglia, che è una cosa molto bella ed importante perché normalmente si ha molto meno tempo di stare con i propri cari, mentre ora si può stare più insieme. Per quanto riguarda il nostro sport sicuramente ci penalizza il fatto di non poter tirare alle distanze normali che ci competono, come 60 o 70 metri di distanza, però cerchiamo di fare necessità virtù e tirare anche in quei 10 metri che abbiamo a disposizione, chi più chi meno, per tenere allenato l’occhio e il fisico”.

Come vi state allenando in casa?
“Cerchiamo di non perdere la confidenza con l’arco. E’ importante cercare di mantenere la routine solita della vita di tutti i giorni, quindi dedicare delle ore all’allenamento è fondamentale. Ovviamente è più difficile perché non abbiamo con noi l’allenatore, le strutture non sono come quelle del campo di allenamento e la compagnia non c’è, però una volta preso in mano l’arco ci si mette a tirare e tutto passa in secondo piano. Una delle più grandi difficoltà è sicuramente il cambio di ambiente nel quale ci andiamo ad allenare, quando si parla di indoor o outdoor nel tiro con l’arco si parla di due caratteristiche fondamentali”.

Quanto è importante l’ambiente nel quale vi allenate?
“Premettendo che basta avere un arco in mano per essere felici, cambia molto la difficoltà e la modalità di tiro tra esterno ed interno. Tirare all’esterno ha tutto un altro gusto, riporta altre sensazioni e richiede un determinato tipo di preparazione ed esecuzione del tiro rispetto all’interno. Tirare all’esterno è in qualche modo anche più rilassante”.

Cosa vi ha spinto a fare questo sport e qual è la caratteristica più importante di questa disciplina?
“C’è chi inizia a fare questo sport quasi per caso, istintivamente, chi invece trova un motivo come quello di fare un dispetto al fratello, chi aveva un’aspirazione dai film che vedeva da piccolo dei guerrieri, chi ha sentito la chiamata di questo sport in maniera viscerale dall’interno, ma alla fine ciò che ci accomuna tutti è la passione che ti porti dentro facendo questo sport. Uno sport fatto di tante caratteristiche fondamentali, dal lato estetico e quindi la ricerca della precisione, al lato mentale e psicologico, la capacità di portare concentrazione e meditazione prima di tirare, battendo l’impulsività. Questo sport ti aiuta a riscoprirti, a vincere le tue insicurezze e capire di che pasta si è fatti”.

Quali gare avete dovuto saltare a causa di questa quarantena?
“Per chi doveva farla, la gara più importante sarebbero stati i regionali indoor. Ma ciò che ci verrà a mancare di più sono i campionati italiani, sia indoor che outdoor per i quali le qualificazioni sono state annullate e la preparazione che dovremo fare per riaffrontare queste gare, al ritorno dallo stop totale delle attività, sarà molto lunga”.

Quanto sarà appunto lunga e dura la ripresa fisica?
“Sarà impegnativo ritrovare la perfezione nella postura di tiro, non potendo vederci noi dall’esterno quando eseguiamo un tiro, e riabituarsi a tirare a lunghe distanze dopo tutto questo periodo. Anche la tenuta muscolare che dovremo ritrovare sarà un passo importante che dovremo recuperare al rinizio delle attività”.

L’importanza della figura dell’allenatore in questo sport?
“La figura dell’allenatore è fondamentale. Ti migliora tecnicamente e a livello di perfezionamento della postura e del tiro, ma sicuramente il lato più importante dell’allenatore nel nostro sport è quello psicologico e di rapporto con l’atleta. Poter contare su una persona che sa darti un sostegno continuo, che capisce le tue difficoltà e ti aiuta in ogni istante, cercando di metterti sempre nelle condizioni migliori per fare sempre meglio è una cosa eccezionale che si rispecchia poi nelle prestazioni”.

Alessandro Burin