Tra gli ospiti di Michele Marocco e Mavillo Gheller ad “Aspettando… ” sono intervenuti Alessandro Andreini, Team Manager della Spal e al Varese in due riprese (nel 1999-2000 e nel 2009-2010) , Marco Bof, segretario del Settore Giovanile dei biancoazzurri, e l’ex biancorosso Edoardo Gorini vice allenatore del Cittadella in Serie B.
Ad iniziare è Andreini che ricorda i suoi trascorsi al Varese: “Oltre alla parentesi da calciatore ho fatto pure il dirigente. Varese rientra nella mia storia calcistica ed è una delle società con cui ho trascorso tanti momenti felici e meno, quindi ho nel cuore questa esperienza in biancorosso. Ricordi indelebili”.
Com’è la situazione a Ferrara? “Come tutta Italia, c’è questa problematica che ci ha colpito e ne stiamo soffrendo tutti. Ferrara da quello che leggo è una realtà dove ci sono contagi minori rispetto ad altre città. Bisogna sperare che finisca presto”.
Che esperienza è stata per te nel settore giovanile a Varese? “Ottima. Il settore giovanile del Varese veniva già da una costruzione importante. Ci poteva essere il presupposto per poter lavorare e costruire qualcosa purtroppo le vicissitudini societarie hanno interrotto queste possibilità”.
Nel settore del giovanile a Varese c’era anche Marco Bof che dopo il fallimento, ha lavorato due anni alla Varesina, ha trascorso una piccola parentesi nel Legnano, è ritornato per un anno a Varese e infine al Milano City prima di approdare alla Spal: “Esperienza anche di vita, mi trovo benissimo”.
Gorini com’è la situazione Coronavirus adesso? “Adesso sembra migliorata rispetto ad altri posti. Quello che ha fatto Zaia è servito, ora bisogna continuare a seguire le regole”.
Come fate a monitorare i ragazzi? “Inizialmente potevano andare al campo in gruppetti e facevano un lavoro di corsa. Quando c’è stato il lockdown abbiamo dato lavori singoli da fare a casa. Una pausa del genere è peggio di quella estiva e ci vorranno almeno 3-4 settimane prima di poter giocare di nuovo. Non sono molto fiducioso nella ripresa, mi sembra troppo rischioso anche se capisco che gli interessi che ci sono dietro sono importanti”.
“Ora ci sono tante ipotesi, è dura ma staremo a vedere. Le società ad oggi hanno perso molto, non c’è solo l’introito calcio ma anche quello aziendale e questo incide pure”, il punto di vista di Alessandro.
Marco, infine, ha raccontato un aneddoto di quando seguiva la squadra in trasferta come magazziniere e per organizzarsi di logistica generale: “È nata questa cosa divertente con Granoche perché al suo esordio a Bergamo ha fatto goal con l’Albinoleffe, istintivamente mi ha visto dietro la porta e mi è venuto ad abbracciare e da lì ha sempre preteso che mi mettessi dietro la porta. Il ricordo più bello – continua – rimane la Primavera, una stagione storica. Ho dei bellissimi ricordi”.
Michele Marocco e Mavillo Gheller
testo a cura di Roberta Sgarriglia