L’impatto economico, e in un certo senso anche psicologico, dell’emergenza sanitaria che in questi ultimi mesi ha condizionato le nostre vite è assolutamente innegabile. Ora, però, sembrano sempre più promettenti i segnali di una cauta ripartenza che possa gradualmente restituirci la nostra quotidianità e il piacere dello sport. Le realtà locali hanno subito un duro colpo, ma sono ben pronte a rialzarsi e a organizzarsi in chiave futura. Questo quanto emerge dalle parole di Simona Scurati, dirigente della società di calcio femminile Azalee di Gallarate, che oltre alla formazione militante nel campionato nazionale di Serie C conta altre cinque squadre del settore giovanile.

La prima squadra era quarta in classifica. Quanto rammarico c’è per la sospensione del campionato?
“Moltissimo. Per noi è stata una bruttissima sorpresa perché stavamo andando molto bene, eravamo quarte e potevamo arrivare anche seconde visto che i punti di distacco erano pochi. Era un campionato agguerrito in cui ci stavamo davvero divertendo. All’inizio pensavamo che la sospensione fosse momentanea, poi quando la questione si è ingigantita pian piano ci siamo rese conto che stava finendo tutto. È stato un grosso dispiacere, ma adesso guardiamo avanti e infatti stiamo facendo i conti per riaprire”. 

A questo proposito come vi state organizzando?
“Abbiamo già analizzato il protocollo per la ripresa degli allenamenti e devo dire che per una realtà come la nostra mettere tutti questi paletti sarà difficile, ma non impossibile. Ci vorrà la massima attenzione per far rispettare le distanze alle più piccole, quindi dovremo avere più istruttori per monitorare meglio la situazione ma anche per organizzare più sessioni di allenamento. Il primo passo sarà quello di capire quante persone dovremo avere a disposizione, medico incluso. Per il resto riusciremo a organizzarci: predisporre le doppie entrate e uscite non è un problema e anche per la sanificazione riusciremo ad attenerci alle istruzioni. Normalmente i nostri spogliatoi vengono puliti tutte le mattine, ora lo faremo dopo ogni allenamento, quindi dovremo dimezzare le sedute. Per una serie C nazionale che ha preparazioni ben diverse dal settore giovanile allenarsi di meno sarà dura, considerando anche che certi esercizi non si potranno fare, ma la voglia di tornare non manca. Già prima dell’interruzione definitiva ci eravamo organizzati per dare a ogni nostra tesserata una borraccia personalizzata con il proprio nome. Alla ripresa ciascuna avrà la propria pettorina e seguiremo le indicazioni sulle mascherine. La doccia non sarà consentita e i genitori non potranno entrare. È molto probabile che avremo bisogno di altri campi per smistare le più piccole, e infatti stiamo vedendo di accordarci con qualche oratorio nei dintorni. Comunque penso che nelle prossime settimane i protocolli potrebbero alleggerirsi visto che a metà mese dovrebbero riaprire i calcetti, quindi se permetteranno le partite, forse ci saranno novità anche per noi. Ad ogni modo stabiliremo come al solito l’inizio della preparazione dopo il 20 agosto e poi vedremo. Intanto stiamo valutando il protocollo per l’approvazione del comune”.

Com’è strutturato il vostro settore giovanile? Avevate in programma tornei estivi?
“Quest’anno avremo le più piccoline dei Primi calci e le Pulcine, poi le Giovanissime 2006/2007, le Allieve 2004/2005 e le Juniores, che vanno dal 2003 al 2001 con qualche 2000 fuori quota. Le ragazze a partire dal ’99 formano invece la prima squadra. Per l’estate dovevamo andare ad Arenzano con due categorie, le Juniores avrebbero dovuto disputare il torneo InterCIL e anche la prima squadra avrebbe avuto qualche impegno. Ovviamente è saltato tutto ma il mese scorso in realtà abbiamo valutato l’opzione di un torneo che verrebbe ospitato ogni giornata da una società diversa. L’iniziativa è ancora in forse, ma noi ci siamo già iscritte con diverse squadre e ora aspettiamo gli sviluppi”.

Economicamente quanto avete risentito di questa situazione?
“Il fatto di non aver giocato i tornei ha pesato molto, così come l’annullamento degli open day e delle varie feste di fine anno a cui partecipano centinaia di persone. La perdita è stata enorme e in vista dell’anno prossimo dovremo decidere con attenzione la quota di iscrizione perché questa crisi ha colpito in maggiore o minore misura tutte le famiglie. Con la prima squadra abbiamo evitato un paio di trasferte lontane, ma la più costosa in Sardegna era già stata fatta, quindi avevamo già avuto uscite consistenti e una volta sospesa l’attività sono comunque rimaste le spese del centro sportivo. La Federazione in genere prevede i rimborsi delle trasferte, ma coprono solo una piccola parte dell’importo e oltretutto arrivano dopo due stagioni. I problemi economici non si possono negare, ma poco a poco bisogna uscire da questa situazione e come società siamo sempre pronti a collaborare con nuovi sponsor”.

Tornando alla prima squadra, quale sarà l’obiettivo per la prossima stagione?
“L’obiettivo sarà senza dubbio quello di ripeterci e di fare ancora meglio di quest’anno. Abbiamo già visto che le società della serie C sono alla nostra portata e la classifica è sempre stata piuttosto corta, con almeno le prime otto squadre del girone più o meno allo stesso livello. Anche il prossimo anno vorremo arrivare sicuramente nelle prime posizioni”.

Silvia Alabardi

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