Il nome di Simona Scurati è inciso nella storia delle Azalee: negli anni ’80, insieme alla sorella Laura e a Giusy Roggiani, diede vita alla squadra femmine di Gallarate con Aldo Simeoni, oggi presidente onorario, alla guida. Dopo una carriera da centrocampista, insieme alla sorella in difesa e alla Roggiani tra i pali, ha scelto di dedicarsi a tempo pieno ai compiti dirigenziali diventando un’autentica tuttofare per l’attuale presidente Ugo Tomaselli. “Sono responsabile della Prima Squadra – spiega la Scurati – ma mi occupo anche del settore giovanile, nello specifico delle Pulcine e delle Giovanissime, e gestisco la segreteria. Le Azalee sono parte di me”.
Qual è il clima all’interno della società in vista della ripartenza?
“C’è tanto entusiasmo, non vediamo l’ora di ripartire. Il 23 agosto cominceremo la preparazione per la Prima Squadra con un doppio allenamento, poi a seguito inizieranno anche le altre categorie. C’è tanta voglia di fare e di lasciarsi alle spalle un periodo buio, soprattutto da parte delle ragazze; è stato difficile tenerle lontano dal campo”.
Sono stati indubbiamente mesi difficili; voi come li avete vissuti?
“Ognuno ha avuto i suoi problemi a livello personale e professionale, e per quanto riguarda l’ambito sportivo non abbiamo avuto altra scelta che chiudere tutto. È stato difficile perché ad ogni decreto sembrava ci fosse uno spiraglio per la ripartenza, ma così non è stato. Per quanto possibile, abbiamo cercato di stare vicine alle nostre ragazze tramite alcune iniziative social, con foto e video per dimostrare, a distanza, la nostra unità”.
Capitolo mercato. Vi state muovendo molto, e bene; quanti altri colpi dobbiamo aspettarci?
“Direi un paio. E’ arrivato da pochissimo il Transfer per Laisla Maydanna Diefenthaeler (in foto più basso), attaccante brasiliana che ha giocato recentemente anche in Svizzera, e poi cercheremo un difensore centrale; al momento abbiamo individuato qualche profilo, ma stiamo ancora facendo tutte le valutazioni del caso. A prescindere da questo, devo riconoscere che, malgrado tutte le difficoltà, il nostro mercato è stato importante: Migliazza, Mussari, Clerici e Presutti sono ottime calciatrici che daranno il loro importante contributo alla nostra causa, e il ritorno di Gaia Barbini rappresenta senz’altro una bella spinta”.
A proposito di mercato, non dimentichiamoci della promozione in Prima Squadra di tre ragazze della Juniores: Coppola (’03, attaccante), Pozzi (’02, difensore) e Russillo (’02, difensore). Quanto è importante coltivare un buon settore giovanile?
“È indispensabile. Già da qualche anno stiamo investendo molto sul settore giovanile, ma è ovvio che ci vuole tanto tempo e non sempre crescono ragazze adatte alla Prima Squadra. Se così fosse nessuna società ricorrerebbe a campagne esterne di mercato (ride, ndr); fortunatamente quest’anno abbiamo tre promesse giovanissime che hanno bruciato le tappe e avranno la possibilità di crescere ancora”.
Parlando di giovani promesse, com’è andato l’open day che avete tenuto a fine luglio?
“È stata soprattutto un’occasione per rivedersi. In ogni caso abbiamo riscontrato un ottimo successo, coinvolgendo 10/15 ragazze in più, in particolare le 2007 e le 2008. A queste aggiungiamo qualche 2005, mentre per quanto riguarda le più piccole sapevamo che molte erano in vacanza e torneranno quando replicheremo il 5 settembre. Attualmente abbiamo oltre un centinaio di tesserate e ci auguriamo di incrementare questi numeri, ma non possiamo assolutamente lamentarci”.
Alla guida delle Azalee ci sarà ancora Dolores Prestifilippo; quanto è importante avere così tanta esperienza in panchina?
“È molto importante perché dà fiducia alle ragazze, le quali, giustamente, pretendono una certa preparazione del mister. Oggigiorno non basta più avere il tesserino, ma servono le capacità e Dolores ne ha da vendere: ha giocato in Serie A e in Nazionale, il suo curriculum parla da sé. Inoltre il suo nome aiuta molto in fase di calciomercato, perché le calciatrici sono invogliate a venire da noi per essere allenate da lei”.
Settimana scorsa è arrivata la conferma ufficiale dell’iscrizione delle Azalee al campionato di Serie C e, pochi giorni dopo, è stato definito il Girone A. Cosa dobbiamo aspettarci per l’imminente stagione?
“Ci sono un paio di squadre nuove che non conosco (Genoa Cricket & FC SpA e Independiente Ivrea, ndr) e la Pro Sesto, che ha provato a strapparci degli elementi, ha investito molto costruendo una squadra davvero forte. Ma noi non siamo da meno: vogliamo ripetere la stagione appena conclusa e sappiamo che possiamo fare ancora meglio. Puntiamo al salto di categoria, pur non avendo le disponibilità economiche che può avere, ad esempio, proprio la Pro Sesto. Per quanto difficile, noi non ci arrendiamo alle prime difficoltà, anche se qualche aiuto non guasterebbe…”
A cosa ti riferisci?
“In primis siamo state penalizzate dalla rivoluzione dei campionati a partire dalla stagione 2018/2019, quando siamo passate d’ufficio dalla Serie B alla C; questo ha inevitabilmente allontanato delle sponsorizzazioni. Poi ci piacerebbe avere un aiuto più deciso da parte del Comune. Nel momento in cui l’usufrutto dello stadio è stato concesso anche al Malpensa Rugby, abbiamo passato tre anni a cancellare le righe di domenica mattina per avere un campo pronto, ma le condizioni del terreno di gioco erano disastrose al punto che abbiamo subìto molto infortuni. Per tre anni siamo andate avanti così, poi abbiamo dovuto dire basta, e ora siamo al Maino”.
Come vi trovate lì?
“L’Alessandro Maino era il nostro stadio negli anni ’80, per cui mi ritornano in mente i momenti in cui giocavo io. Oltre a questo la struttura è ben tenuta, anche se il campo non è il più perfetto che esista, e soprattutto siamo nel centro di Gallarate. Ma non è lo stadio che vogliamo, perché il nostro campo è quello che abbiamo avuto in usufrutto per quarant’anni, e perderlo è stata una bella botta”.
Per non concludere con questa nota amara, quale sarà il futuro delle Azalee?
“Sicuramente vogliamo crescere a livello di settore giovanile perché, come ho detto prima, aiuta tanto a livello di calcio giocato e, soprattutto, contribuisce a portare fondi necessari per il mantenimento della società. Negli anni ci hanno chiesto fusioni e affiliazioni; non nego che abbiamo tentato qualcosina, anche se non abbiamo mai riscontrato nulla di concreto. Ho visto troppe società storiche morire dopo affiliazioni e/o fusioni premature e affrettate, per cui noi vogliamo andare avanti senza fare il passo più lungo della gamba. Le Azalee sono vive da quarant’anni e lo saranno ancora a lungo”.
Matteo Carraro