Da quando è stata comunicata ufficialmente la decisione di concludere il campionato di Serie A, le società cestistiche del nostro paese hanno iniziato a progettare un futuro quanto mai pieno di incognite ed incerto. A causa della conclusione anticipata, inevitabile visto il protrarsi della situazione di emergenza scaturita dal coronavirus, le casse delle società italiane di basket hanno registrato grosse perdite.

Negli ultimi giorni i massimi vertici del basket nostrano, stanno vagliando tutte le soluzioni possibili per rendere la ripresa delle attività sostenibile a tutte le società ora in gioco, ma il rischio che qualche club non riesca a ripresentarsi all’inizio della prossima stagione è forte.
Il basket, a differenza del calcio, non vive di grossi introiti dovuti ai diritti tv, ma va avanti soprattutto grazie alle sponsorizzazioni ed agli incassi da botteghino, motivi per i quali una ripartenza a porte chiuse del campionato, che pare quasi inevitabile nel graduale processo di ripresa del paese dal virus, rappresenta una situazione di enorme difficoltà.

Negli ultimi giorni alle dichiarazioni di Toto Bulgheroni, che si è detto contrario ad una ripresa senza pubblico, hanno fatto eco quelle del patron di Sassari Stefano Sardara e di Baraldi della Virtus Bologna, comunque meno categorici sul no e più diretti ad una linea di attesa in visione dello sviluppo degli eventi per scongiurare la ripartenza a porte chiuse, rispetto alla fermezza e chiarezza di Bulgheroni sull’argomento.

Una ripartenza a porte chiuse sarebbe insostenibile per le società, che dovrebbero non solo affrontare la questione rimborso degli abbonamenti per quest’anno (problematica in via di definizione per Varese grazie alla mossa degli abbonati, decisi per la maggior parte a non richiedere alcun rimborso), ma anche creare una campagna abbonamenti praticamente dimezzata, stante l’ipotesi di rivedere i palazzetti aperti dal gennaio 2021. A questo si aggiungerebbero i mancati incassi per 4 mesi, una riduzione degli accordi con gli sponsor, già in grave crisi dopo l’emergenza Covid-19 e uno spettacolo assolutamente surreale.

A rimarcare il punto della difficoltà di questa situazione è stato il Presidente della Lega basket Umberto Gandini che, alla trasmissione Fatti e Misfatti di TGcom 24 ha dichiarato: “Il basket vive per l’85% di ricavi fatti della combinazione tra sponsorizzazioni e incassi da botteghino dei palazzetti. Ad oggi abbiamo perdite per 40 milioni di euro. Il grosso problema è la ripartenza, con le porte chiuse che in un primo periodo saranno la norma, non avendo la possibilità di vendere biglietti e di mantenere il supporto delle sponsorizzazioni”.

Per tale motivo, Gandini ha intenzione di istituire una Commissione che affianchi il Governo nelle decisioni che verranno prese in merito alla ripresa dell’attività sportiva: ”Chiediamo al Governo che le aziende che investono nello sport abbiano un ritorno economico. E’ necessario capire come e quando ricominciare le attività con i tifosi presenti nei palazzetti, per tale motivo istituiremo una Commissione come Lega Basket che affianchi l’Esecutivo nell’emanazione delle norme atte alla riapertura dei palasport. In questo momento ci sono società che rischiano il fallimento e con esse molti dipendenti che potrebbero perdere il posto di lavoro”.

Alessandro Burin