La notizia era nell’aria da qualche giorno. E puntuale è arrivata nella tarda serata di giovedì scorso con il presidente della FIP, Gianni Petrucci, che testualmente scrive: “Nel corso della riunione di Consiglio Federale dello scorso 9 marzo e dopo aver ascoltato il parere del vicepresidente vicario, del rappresentante della consulta e del coordinatore delle attività del Settore Agonistico, ho ritenuto di adottare il provvedimento che dichiara conclusa la stagione sportiva 2019/2020 per ogni attività (minibasket, giovanile, senior, femminile, maschile) organizzata dai Comitati Regionali”.

Tradotto in parole povere il provvedimento significa: stop, fine dei giochi. Tutti a casa, ci vediamo all’anno prossimo. Senza vincitori, nè vinti. Una decisione, la chiusura anticipata, invocata da tanti, attesa dai più, temuta da pochi. Una decisione che, va ribadito con forza, “lascia a piedi” tutti quelli, pochi per fortuna, che “pro domo loro” speravamo, addirittura confidavano in una soluzione in extremis che, sicuramente tirata per i capelli, avrebbe causato altri sconquassi.

Una decisione che, fin da subito, obbligherà tutti quanti a ragionare su un futuro che in questo momento appare incerto, problematico, denso di nubi scure. E, a questo proposito, dai mille “campanili” del basket lombardo già si elevano peana dolorosi, invocazioni d’aiuto, suggerimenti, buoni propositi, vibranti segnali di solidarietà, dure reprimende “al sistema” attuale. Il tutto accompagnato da accorati appelli ad un cambiamento ormai non più procrastinabile e solidi segnali di fiducia nel futuro.

Quindi, in questi giorni, largo a grandi proclami per riscrivere le regole di “minors” che soffrono di gigantismo. Spazio a quelli che urlano che così non si può più continuare; che i costi hanno raggiunto livelli insopportabili; che da qui in avanti si cambierà registro e non si dovrà più sottostare ai ricatti. In mezzo anche una promessa: adesso è davvero arrivato il momento di cacciare, non solo evangelicamente, i “mercanti dal tempio”.

Un po’ tutti, in questo momento d’emergenza, preferiscono vestire i caldi panni della bontà e della vicinanza. Tantissimi gli addetti ai lavori che, per dirla alla “Blues Brothers”: “Hanno visto la luce e si sentono in missione per salvare la pallacanestro. O ciò che ne rimane”. Speriamo che tutto ciò che si possa avverare. Speriamo che la “rivoluzione Covid-19?, in mezzo a tanti veleni, a tanta distruzione, a tante macerie lasci qualche piccolo, anche minuscolo, benefico influsso.
Speriamo perchè in realtà, a tutti questi vitalissimi slanci in avanti, ci permettiamo di opporre uno scettico: “Mah, vedremo”. Non per quel gusto, un po’ acido, che piace ai bastian contrari, ma semplicemente perchè, quando l’onda lunga del coronavirus si sarà finalmente fermata, ognuno probabilmente tornerà ad innaffiare e curare il proprio orticello. Che nel frattempo sarà diventato solo un po’ più povero. Un po’ più spoglio.   Insomma: citando e parafrasando “Faber” De Andrè sarebbe davvero bello poter dire che “dal letame coronavirus nascono i fiori”.

Intanto, in attesa di capire cosa succederà abbiamo chiesto ad alcuni addetti ai lavori, di esprimere un giudizio sulla decisione FIP, rispondendo a due domande. Il primo a rispondere è Bruno Bianchi, coach Valceresio.

Che tipo di bilancio proponi per la tua squadra alla fine, purtroppo anticipata, della stagione?
“Con questo gruppo di ragazzi molto giovani abbiamo lavorato tanto in palestra con grandi miglioramenti da parte di tutti, ricordando che nel roster abbiamo schierato ben 8 under, tutti di proprietà della Valceresio, e solo 4 senior, peraltro arrivati dalla C Silver. Prima della chiusura eravamo in fondo alla classifica, ma sono convinto che arrivati ai playout ci saremmo salvati, giusto premio per tutte le ore che questi ragazzi hanno passato in palestra. Peccato aver perso poco prima della chiusura Puricelli e Zattra i quali, non condividendo più alcune scelte e non essendo più convinti del “progetto”, hanno preso strade diverse. Un vero peccato perché entrambi avrebbero potuto aiutarci tanto nella fase finale. Tuttavia, grazie ai buoni rapporti con Pallacanestro Varese e grazie a Stefano Bizzozi, sono arrivati due giovani classe 2001, Montano e Van Velsen, approdati in regime di doppio tesseramento. Con questi due arrivi, per cui desidero ringraziare la dirigenza  sempre vicina a tutto lo staff e ai giocatori, l’obiettivo della permanenza in C Gold era comunque ad un passo”.

Da chi e/o da che cosa ripartirete?
“Da cosa ripartire lo sapremo più avanti. Vedremo come la società imposterà la nuova stagione, ma credo che continuare con questo “progetto giovanile” sarà la strada giusta. Continuare a far crescere i ragazzi, farli giocare in categorie dove certamente faranno fatica, ma senza aver paura del risultato, è l’obiettivo che un club come la Valceresio deve proporsi e quello che, a mio parere, può e deve fare. In provincia ci sono molti ragazzi davvero interessanti da mettere in campo sapendo che il traguardo davvero importante sarà la loro crescita fisica e tecnica”.

Massimo Turconi