Tra un’apertura sul MES e una valutazione sulla Fase 2, ieri sera Silvio Berlusconi ha trovato il tempo anche per una considerazione sui destini del calcio nostrano. Intervenuto telefonicamente a Porta a Porta dalla sua attuale residenza nizzarda, il patron del Monza (complice la presenza di Bobo Vieri) ha rimandato tutti a settembre: “Sono un uomo di sport e quindi non sarò io a sottovalutare il valore del calcio, però adesso mi sento di dire che il calcio non è un’urgenza. Meglio riparlarne dopo l’estate. Non credo che riaprire il campionato sia una soluzione, giocare a porte chiuse è triste e comunque c’è il contatto fisico dei giocatori”. Scenario che secondo il Berlusca accomunerebbe il calcio professionistico dalla A alla “sua” Serie C.
Quasi contemporaneamente su TeleLombardia, l’AD brianzolo Adriano Galliani meglio specificava l’esigenza di saltare a piè pari l’estate: “Quando il calcio riprenderà, dovrà farlo da dove si era interrotto. Ovvero, chiudendo prima la stagione 2019/2020. Anche in autunno, se necessario”. Posizione stridente con quella (maggioritaria) che la Lega Pro porterà in assemblea lunedì 4 maggio. Cioè, stagione chiusa qui e verdetti congelati a quanto emerso prima del lockdown. Il Monza vorrebbe poter festeggiare la Serie B sul campo. Salvo colpi di scena, si dovrà invece rassegnare a celebrarla in virtù di un comunicato della FIGC.
Giovanni Castiglioni