L’emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus sta infliggendo un duro colpo all’economia nazionale, ripercuotendosi su pressoché ogni settore. Nell’ambito dello sport, a pagare un prezzo molto caro sono le realtà locali del calcio giovanile, poste dinnanzi al problema di come sopravvivere a questo momento e organizzarsi in vista dell’inizio della prossima stagione. Paolo Pozzi, direttore sportivo della Besnatese, ci racconta la situazione della società, condividendo previsioni e speranze per i mesi a venire. 

Cosa pensa della soluzione dei voucher proposta dal decreto Cura Italia?
“Per noi in realtà non si pone questo problema perché i genitori pagavano mensilmente, quindi le quote versate corrispondevano a periodi in cui il servizio è stato usufruito. Si tratta di una questione che riguarda più che altro le società che chiedevano un pagamento anticipato fino alla fine dell’anno o suddiviso in due o tre rate”.

Per questo periodo che accordi avete preso con allenatori e staff?
“Trattandosi di rimborsi, abbiamo pagato tutti fino al giorno in cui hanno lavorato, quindi non abbiamo pendenze con nessuno. Per ora abbiamo mantenuto i nostri impegni, la vera preoccupazione è come iniziare il prossimo anno”.

A questo proposito, come si prospetta il futuro?
“Il problema, nostro e di tante altre società, sarà come stare in piedi senza entrate. Per noi i tornei rappresentano una grossa fetta dei profitti per la stagione successiva, ma vista la situazione sarà quasi impossibile organizzarli, dato che normalmente si svolgono nella seconda metà di giugno. Quindi dobbiamo trovare altre risorse economiche per potercontinuare. In questo momento tutte le squadre sono in difficoltà e non so quanto sia fattibile che ciascuna riceva un aiuto esterno; bisogna aspettare di vedere come si evolverà la situazione e poi decidere il da farsi. Facciamo l’esempio dei costi dell’impianto, che sono differenziati a seconda dei comuni perché c’è chi ha più disponibilità per aiutare le società sportive e chi invece può concedere solo convenzioni minime. A ogni modo la nota positiva in questo momento è che non abbiamo debiti. Pensando alla prossima stagione, il settore giovanile non mi preoccupa eccessivamente perché abbiamo sempre chiesto rette molto moderate che non influiscono più di tanto sul bilancio delle famiglie. Anche per questo motivo speriamo che i genitori capiscano e che continuino a far giocare i loro figli, in modo da aiutarci reciprocamente per andare avanti. Quanto alla prima squadra, stiamo cercando di programmare il prossimo anno fidelizzando i ragazzi dopo una stagione giocata solo a tre quarti. Dopo quanto successo si presenterà il problema dei rimborsi e chi giocherà a calcio lo farà per passione, quindi quello che stiamo facendo è chiedere ai ragazzi la disponibilità di sposare il nostro progetto e accettare di vestire la maglia a queste condizioni. È una situazione che può variare molto da squadra a squadra perché chi ha alle spalle una proprietà importante potrà continuare senza problemi a dare i rimborsi. Per quanto ci riguarda, siamo un gruppo di soci che si danno da fare per mandare avanti lasocietà e nel nostro piccolo cerchiamo di dare sempre il meglio”.

Per come si era messa la stagione, eravate soddisfatti dell’andamento del settore giovanile?
“Certo, è stata un’annata positiva perché avevamo 250 tesserati, un numero mai raggiunto nella nostra storia, ed eravamo presenti in ogni categoria, in qualche caso anche con una doppia squadra. Non potevamo chiedere più di così e siamo molto contenti sotto ogni aspetto. Siamo una società che non cerca tanto il risultato quanto la crescita dei ragazzi. Ovvio, da una certa categoria conta anche avere una buona posizione in classifica, ma deve essere il frutto di un lavoro propositivo in linea con la filosofia della società. I risultati fanno sicuramente piacere a tutti e devo direquest’anno non sono mancati. I Pulcini e gli Esordienti avevano vinto il campionato invernale, i Giovanissimi e gli Allievi erano ai vertici della classifica. Siamo anche soddisfatti dell’esordio in prima squadra di alcuni ragazzi delle giovanili. In generale eravamo sereni e le buone prestazioni arrivavano da sole. Poi c’è da dire che a Besnate abbiamo appena 5000 abitanti e siamo circondati da società importanti del nostro territorio, ma l’importante è riuscire a fare il nostro lavoro in modo dignitoso, proprio come abbiamo dimostrato”.

Silvia Alabardi

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui