Oggi si è tenuta la presentazione meno attesa ma probabilmente la più importante della stagione per la Openjobmetis Varese, quella del nuovo allenatore Massimo Bulleri che ha preso il posto dell’esonerato Attilio Caja. Il “Bullo” si trova ad affrontare una sfida importantissima sia per la sua carriera, alla prima esperienza da capo allenatore della carriera, sia per la Pallacanestro Varese, che vede ripartire praticamente da zero un’annata già complicata come può essere quella post covid-19.
Al suo fianco ci sono il GM Andrea Conti e Il Toto Bulgheroni che in maniera molto concreta e forte prende subito la parola per dare un senso a questi ultimi giorni funesti: ”Non è mia abitudine parlare troppo o avere l’attenzione ma credo che in questo momento sia importante farlo. Tengo a sottolineare che la decisione dell’esonero di Caja è stata decisa in pieno concerto con tutti gli organi societari. E’ una cosa che personalmente mi ha fatto dispiacere per una ragione: non essere stato capace in due anni di riuscire minimamente ad incidere nei comportamenti di una persona. Chi mi conosce sa che mi sono sempre comportato in maniera corretta. Le cose sono andate oltre e nell’interesse della società, degli sponsor e dei tifosi, è stata presa una certa decisione, non piacevole per nessuno. Con questo io non intenderò tornare sull’argomento. Massimo Bulleri è stata la nostra prima scelta”.

Poi Bulgheroni decide di spiegare anche quanto questa operazione non sia stata facile, soprattutto da imbastire e concludere in poco tempo: “La risoluzione del suo contratto con Ravvena è stata possibile soprattutto grazie alla ferma volontà di Massimo e del suo agente. Non è stato facile”.
Infine il Toto spiega le ragioni della scelta di Bulleri come allenatore per Varese, nonostante la quasi nulla esperienza: “Bullo è stato la prima scelta sia per una ragione umana, poiché abbiamo avuto la fortuna di avere Massimo con noi e ci ha sempre dimostrato la sua serietà ed etica professionale. Da un punto di vista strettamente tecnico, dico che per un giocatore dello spessore e la carriera di Massimo, dal momento che ha deciso di intraprendere il percorso di allenatore, non posso credere che non abbia portato con sé alcuna qualità degli allenatori che ha avuto: Obradovic, Tanievic, Messina, Dantoni, Recalcati, anche Caja perché no. Se sarà capace di portare nella pratica alcuni insegnamenti di questi grandi, non penso avrà una carriera breve. Massimo interpreterà con il suo pensiero ed il suo stile tutto il meglio per la società. Nessuno pensa che con la bacchetta magica si possa trasformare una squadra in una macchina sempre vincente, ma vivremo con serenità vittorie e sconfitte cercando di prendere il meglio per migliorare. Massimo quando l’ho chiamato mi ha detto che sarebbe arrivato sui gomiti a Varese ed è qui”.

“Premetto una piccola parentesi per il passato: ringrazio Ravenna che dopo il fallimento di Avellino mi ha dato un’opportunità senza la quale oggi magari non sarei qui. Grazie al presidente Vianello e al GM Giurato e soprattutto al mio ex capo allenatore Massimo Cancellieri, che oltre che mio ex capo è e sarà un mio grande amico” così Bulleri inizia il suo discorso da allenatore della Pallacanestro Varese che prosegue così. ”Parliamo di oggi e di quello che succederà da oggi in poi. Il primo grazie infinito va al Toto Bulgheroni, che mi ha sempre dimostrato grandissima stima personale, non solo per il Bulleri sul campo ma per come è la persona Massimo Bulleri. Le qualità che mi hanno permesso di essere rimasto ad alti livelli per molti anni non sono solo le doti tecniche ma quelle personali. Ringrazio tutto il mondo Varese. Sono arrivati messaggi incredibilmente affettuosi da tutti e che ringrazio. Ci sono stati miei ex allenatori che mi hanno contattato e mi ha fatto strano avere la loro etichetta. Spero di raggiungere il loro livello, anche se per diventare veramente allenatore ci vorrà tempo”.

Un passaggio interessante Bulleri lo dedica a ciò che sarà la sua Varese sul campo: ”L’eredità tecnica che ho, che eredito nella gestione della squadra è molto importante, le capacità di chi è stato qua prima di me sono molto importanti e cercherò di mettere sul campo il mio bagaglio di esperienze. Sicuramente voglio che la squadra abbia una grande aggressività, spirito di sacrificio e di competizione, che è il modo principale per poter legare la squadra con questa città e tifoseria. L’approccio tecnico sarà morbidissimo. Cercherò di mantenere ciò che c’è, che assomiglia a ciò che vorrei fare nel futuro con qualche piccolo accorgimento”.
Tutte caratteristiche che la Varese di lunedì sera contro Cantù non ha mostrato ma che Bulleri ha letto così: “Ho visto una squadra che ha lottato fino in fondo l’altra sera. Una squadra viva e combattiva. Ho fatto un discorso mirato ai ragazzi riguardo cosa andremo incontro e cosa vorrò da loro, cercando di aprire un canale comunicativo importante con questo gruppo sotto diversi argomenti, soprattutto morali”.

Oggi si realizza il sogno di Massimo Bulleri, che aveva deciso la sua carriera post basket giocato da tempo: ”La figura di allenatore è diventata una figura per me affascinante, un modello da voler seguire. Il desiderio di avere un’opportunità come questa non è nato quando mi sono ritirato ma è nato molto prima e ho avuto modo di maturare dentro di me la convinzione che fosse la scelta giusta. Fare questo lavoro implica scelte di vita, di tempo e familiare importanti, non comuni. Fare l’allenatore cambia la quantità di ore di sonno, che sono parecchio al ribasso rispetto a quando ero giocatore“. E a chi gli chiede se si sente pronto, la risposta è chiara e precisa: “Sentirsi pronti è relativo, lo si è quando si producono risultati. Ho studiato tanto, ho studiato a fondo, dal vivo e sulla carta stando seduto e sentendo gli altri parlare.”

Sicuramente sarà una gestione della squadra completamente diversa dal suo predecessore e Bulleri lo fa capire chiaramente: ”Una parola chiave nel rapporto che voglio avere con questa squadra è rispetto, un rispetto bidirezionale, con ovviamente modalità diverse tra giocatori e allenatore. Spero che questo venga rispettato. Poi le parole hanno un peso relativo e ci vogliono i fatti. Posso parlare di quelle che saranno le mie modalità di relazione verso i giocatori. Quando io darò rispetto esigerò rispetto, ci saranno occasioni in cui sarà una pacca sulla spalla, altre una punizione. Però tutto nei canoni di rispetto, che è ciò che ha sempre contraddistinto la mia carriera e la mia vita personale”. 
Il valore morale, concetto che ritorna anche quando Bulleri dedica un ulteriore ricordo ai suoi ex allenatori con cui si è sentito in questi giorni: ”Alcuni miei ex allenatori con cui mi sono sentito mi hanno dato molti consigli in questi giorni. Da quei nomi cercavo di capire, vedere, ricordare gli insegnamenti e quindi sicuramente da ognuno di loro ho qualcosa che ho preso, non solo a livello tecnico ma anche morale. Perché per arrivare a quei livelli ci vuole una grande caratura morale”.

Infine sul rapporto con il suo ex avversario, ora giocatore chiave, Luis Scola, escono i gradi di giocatore di spessore di un tempo: ”Con Scola avevo un rapporto di grande rispetto, annualmente ci trovavamo nel momento clou della stagione, sia così nel 2002-2003 che nel 2003-2004. In ultimo la finale delle Olimpiadi di Atene: aver calcato quei parquet insieme crea una assonanza con il passato e con tutto ciò che può succedere”.

Alessandro Burin

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