E’ indubbio che la Pallacanestro Varese sia una delle squadre più attive sul mercato cestistico, sia in entrata che in uscita. Le scelte della società stanno andando verso l’acquisto di giocatori giovani, affamati e tecnicamente validi.
Questo piano ha come condottiero coach Attilio Caja, ormai varesino d’adozione e che è pronto ha ritornare al palazzetto di Masnago per iniziare a mettere mano alla nuova Varese che verrà, plasmando i giocatori secondo i suoi dettami tattici e valorizzandone al massimo le caratteristiche, come fatto negli ultimi 5 anni sulla panchina biancorossa. Il coach pavese racconta così le mosse sul mercato.

Caja, partiamo dal nuovo arrivo, De Nicolao, come valuta il suo acquisto?
“Sono contento del suo arrivo. Mi fa piacere il suo grande entusiasmo nel venire da noi ed accettare il ruolo che gli è stato proposto. Inoltre mi ha colpito la giusta ambizione che ha il ragazzo nel voler salire di livello nella propria carriera, come ha dimostrato lo scorso anno quando ha disputato il suo primo campionato senior post college con ottimi risultati. Siamo fiduciosi che anche quest’anno, salendo di livello, possa dimostrare le sue qualità, aiutato anche da un’ottima prestanza fisica e grande energia, caratteristiche che gli permettono di poter competere anche a livello superiore rispetto all’A2”.

Strautins arriva per fare il titolare?
“Il ruolo di Strautins e De Vico è un ruolo in cui abbiamo deciso di puntare sugli italiani. Il campo dirà chi è che, a seconda della partita e del momento, avrà più o meno spazio. Non c’è nulla di predefinito. Sono due giocatori che hanno la nostra fiducia, che hanno qualità che possono sposarsi bene con il nostro modo di giocare, possono essere complementari tra loro e con la presenza di Giancarlo Ferrero, che è ormai integrato alla perfezioni nei nostri schemi di gioco, possono crescere ancora più in fretta. Strautins è sicuramente un giocatore di grande energia, De Vico è più tecnico, e proprio questa complementarietà permette di avere varietà nel ruolo, cosa che è un’importante carta da poterci giocare”.

Parlando di Andersson, anche lui in procinto di ufficialità, è sbagliato fare un paragone con Vene?
“E’ difficile fare un certo tipo di paragoni, perché Vene è un giocatore con più esperienza e più chilometri nel motore del basket europeo rispetto ad Andersson che è molto più giovane. Certo, abbiamo fiducia nelle sue qualità tecniche e fisiche e ha dimostrato soprattutto di avere una buona solidità mentale. Chiaramente potrà avere bisogno di un po’ di tempo per ambientarsi, com’è normale e giusto che sia, però ci dà grande forza il fatto che dietro di lui ci sia Ferrero che lo può guidare e che per noi è una sicurezza. Potrà avere tempo per ambientarsi nel migliore dei modi”.

Quanto le è dispiaciuto l’addio di Simmons?
“Faccio sempre il tifo per i miei giocatori quando migliorano il loro status, sia sportivo sia soprattutto economico, com’è stato sia per Simmons, con il biennale che ha firmato in Turchia, che per Vene con l’accordo sempre biennale in Spagna. L’anno scorso siamo riusciti a far fare questo salto di qualità ad Avramovic, Scrubb e Cain. Per noi questo è motivo di soddisfazione, perché questi ragazzi raggiungono questi traguardi sul campo attraverso il lavoro. E’ chiaro che nell’immediato un po’ ci penalizza perderli perché non hai subito lo stesso beneficio dai nuovi, ma sai che chi ti sta lasciando lo fa per fare un upgrade nella propria carriera, soprattutto da un lato economico. Parlando di Jeremy, è maggiore la soddisfazione di averlo aiutato in questo percorso rispetto al rammarico di non averlo più con noi. E’ un rapporto di dare e avere: loro danno a noi molto finchè sono con noi e così facendo noi diamo loro la possibilità, aiutandoli a crescere, di fare un avanzamento di carriera”.

Quanto sarebbe importante ripartire con le conferme di Mayo e Tambone, che non hanno ancora sciolto le riserve sul loro futuro?
“E’ importante se si è convinti e si è in due, se non si è convinti la situazione diventa negativa. Se sei visto come un ripiego non va bene. Bisogna essere in due a voler continuare, bisogna essere in due a capire che questa è la soluzione migliore e non si deve rimanere a Varese solo per obblighi contrattuali o per mancanza di alternative valide. Noi abbiamo fatto una scelta e vogliamo avere tutti i giocatori convinti del progetto e di restare con noi. Se lo sono bene, se no li ringraziamo per quello che hanno fatto e senza nessun risentimento ci salutiamo. Noi abbiamo bisogno di giocatori motivati ed entusiasti, per i quali Varese sia il posto migliore dove essere. Chi va via per situazioni migliorative come Simmons e Vene viene elogiato, diversamente è per chi va a fare il giro delle sette chiese e poi rimane perché non trova situazioni alternative. Un giocatore deve essere contento e convinto di stare con noi. Lo dimostrano anche le scelte sul mercato: appena abbiamo contattato i nuovi arrivati hanno da subito mostrato la voglia e l’entusiasmo di vestire la maglia di Varese. Non abbiamo bisogno di giocatori o procuratori dubbiosi”.

Alessandro Burin

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