Un piccolo passo per la LND un grande passo per il campionato di Serie D. Che così, con il nuovo protocollo, può finalmente ritrovare un minimo di continuità nelle gare giocate, a dispetto di una cifra troppo importante di match da recuperare fin qui. Miglioria certificata anche da Alberto Affetti, presidente della Castellanzese – che finora è riuscita a giocarle tutte, recuperando una sola volta -. “Il protocollo regolamenta una situazione che prima era una giungla. Oggi invece, pur non essendo perfetto sono stati fatti dei passi avanti“. 

Innegabile questo, come innegabile è la questione dei costi: il cruccio di molte dirigenze di categoria. “In queste ore si continua a discutere dei test rapidi (da effettuare 72/48 ore prima di ogni gara eccetto le infrasettimanali), con la speranza di alcuni incentivi da parte della Lega che potrebbero portare qualche aiuto fondamentale – commenta Affetti -. Perché il nodo è sempre lo stesso: quanto costa portare a termine questo campionato?”. Troppo, se le cose restano così, ne è sicuro il patron neroverde. “Andare avanti così sarebbe insostenibile non sono per la Castellanzese ma per moltissime, se non tutte le società di questa divisione. Solo un prezzo dei test potrà dirci se si andrà avanti o meno“.

Visto dal campo, il nuovo protocollo “appare più ragionevole del precedente” con il tetto massimo di positivi portato a 3, oltre il quale è obbligatorio il rinvio. Non si giocherà nemmeno nel caso in cui i tre positivi siano tutti under oppure nell’eventualità in cui 2/3 siano portieri. “Sicuramente meno singhiozzi ci saranno, poi bisognerà vedere nella pratica e nell’esperienza quanto sarà efficace. Forse si poteva fare di meglio ma di sicuro in questo momento non è facile creare un protocollo apposta per la Serie D, l’alternativa è quello dei professionisti che però è più costoso”.

Insomma calciatori tutelati, società un po’ meno. “Resto del mio parere – chiosa Affetti -: il campionato non si doveva fare. Saremmo dovuti rimanere a casa, non avremmo fatto sport ma in questo modo le casse delle società sarebbero arrivate all’anno successivo in un altro modo e avremmo scongiurato questa situazione”.

Alessio Colombo

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