Continuità vuol dire blindare i propri pezzi pregiati. Non a caso, il primo rinnovo in casa Castellanzese porta la firma del difensore di origini albanesi Giulio Alushaj. Arrivato a dicembre per rimpolpare il pacchetto arretrato, si è guadagnato la titolarità in maniera così naturale da sembrare un neroverde da sempre. Ora il granitico centrale 26enne si appresta a vivere una nuova stagione in Serie D con la responsabilità di un leader silenzioso che possa guidare la propria formazione all’obiettivo dichiarato: la salvezza.

Che valore ha per te questo rinnovo?
“Son contento perché in questo momento difficile la società si è mossa subito per farsi trovare preparata ad una nuova annata in D. Per fare un campionato ancora più sereno. È stato un rinnovo cercato sia da me che dalla dirigenza. In un momento così incerto quando trovi un ambiente del genere penso che un giocatore debba tenerselo stretto”.

Conferma che è un chiaro segnale della fiducia che la società nutre per te…
“La cosa che mi ha fatto sentire bene è l’essere stato fin da subito al centro del progetto. Questo ha di certo aiutato anche le mie prestazioni, ma non è così solo per me. La società dimostra grande fiducia a tutta la squadra e come tutti anche io ho cercato di ricambiare sul campo. Penso sia un atteggiamento corretto da parte della società”.

Sei stato fin da subito titolare, non hai faticato ad inserirti nei meccanismi. A distanza di qualche mese come ti trovi a Castellanza?
“E’ un ambiente dove si può far calcio e lo si può fare bene. Avere sicurezza in un momento come questo è fondamentale. Quando sono arrivato ho trovato uno spogliatoio serio con grande voglia di fare e vale anche per le persone che ci sono vicine. C’è tutto per fare veramente bene. Dal campo di allenamento dove poter lavorar bene al centro medico dove avere delle cure molto precise”. 

Come avete affrontato da squadra il lockdown?
Ci siamo sempre sentiti, sperando all’inizio di ripartire e poi ponendo le basi per la prossima stagione. La società è stata presente, sempre al nostro fianco anche dal punto di vista economico”.

La situazione che stiamo vivendo ha accentuato la vocazione neroverde alla ricerca dei giovani. Ti piace questa linea dirigenziale?
Questo genere di categorie sia fatto anche per questo: far crescere dei giovani e portarli al professionismo. È giusta come filosofia. Anche perché avere una squadra di età medio-bassa permette di avere tanti giocatori che hanno voglia di mettersi in mostra. Penso siano stati scelti dei giocatori che rappresentano la mentalità della Castellanzese, lavoro per raggiungere i risultati. 

Sarai un pò un padre calcistico per loro…
Mi è sempre piaciuto essere una sorta di leader anche quando non avevo l’età anagrafica per esserlo. Penso che ogni squadra in ogni reparto debba avere un giocatore che tira le fila. Poi è bello condividere la propria esperienza con i compagni e imparare anche da loro”.

E sarai anche la pietra angolare di una difesa che è profondamente cambiata. Cosa servirà per ripartire con la stessa solidità vista nel finale della scorsa stagione?
A parte un cambiamento tattico con la difesa a tre penso che lo scorso anno sia stato un fattore anche di fiducia. La società ci ha dato fiducia, abbiamo lavorato tanto e un passo alla volta ci siamo arrivati. Ci vorrà del tempo, non sarà facile. Se lavoriamo bene insieme al mister che è uno che ti tiene tanto sul campo su questi concetti, possiamo fare bene. Il tempo della preparazione sia più che sufficiente”.

Ripartire dopo sei mesi e più cosa significa?
Il campo manca e non vediamo l’ora di ripartire. Non era mai capitato e ci vorrà forse del tempo per riprendere la condizione giusta. Non esiste giocatore che oggi non abbiamo voglia di ritornare in campo”. 

Cosa ti aspetti dal prossimo campionato per te e per la squadra?
“Speriamo in un campionato di consolidamento in categoria. Abbiamo dimostrato di meritarcela alla grande. Speriamo in un campionato più regolare. L’obiettivo è salvarci togliendoci qualche patema e con qualche soddisfazione in più. Io vorrei dare continuità alle mie prestazioni e magari fare gol, cosa che quest’anno purtroppo non sono riuscito a fare”. 

Risposta secca: Girone A (con le liguri) o B (con le lombarde)?
“Ho fatto entrambi nella mia carriera. Il girone B è fatto da squadre toste e di categoria cheti può dare tante soddisfazioni. Nell’A c’è sempre l’incognita delle trasferte, vai a giocare in campi difficili stretti. Spererei ancora nel girone B poiché abbiamo già preso un po’ le misure”.

Alessio Colombo

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