L’occasione fa il club inadempiente. O quantomeno, in ritardo con i pagamenti. Per il momento, un contagio limitato. Ma in ogni caso da monitorare. Catania, Casertana e Siena non hanno infatti rispettato il termine della scadenza federale del 16 marzo per il pagamento degli F24 relativi ai contributi. Adempimento fiscale andato a braccetto con la mancata corresponsione degli emolumenti dei mesi di gennaio e febbraio. Le motivazioni? Crisi societaria (Catania), e difficoltà economiche legate al Corona Virus (Casertana e Siena). Circostanza che (curiosamente) ha coinvolto 2 club del Girone C. L’ultimo a staccare la spina agonistica (9 marzo).
Senza entrare nel merito delle singole vicende (la presidente del Siena Anna Durio ha promesso di provvedere “il prima possibile”), resta la sensazione di una prima avvisaglia di quanto vedremo nelle prossime settimane. Il presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli ha denunciato lo sciacallaggio di soggetti che “telefonano a club dicendo che loro hanno trovato la strada per non pagare i calciatori per causa di forza maggiore poiché non si allenano e non giocano“.
Tema che può avere comprensibili risvolti etici ma che a livello giuridico è stato pienamente sdoganato dall’avvocato Mattia Grassani che sulle colonne de Il Corriere dello Sport ha dichiarato: “In materia sportiva non esiste una norma. Ma in senso giuslavoristico sì: il codice civile disciplina il caso dell’impossibilità sopravvenuta della prestazione, quindi tanto le società quanto i tesserati non sono più tenuti a rispettare l’obbligazione…posso assicurare che diversi presidenti hanno già attivato i loro uffici legali per trovare una strada che eviti il collasso generale. Non si tratta di voler risparmiare o speculare ma di salvaguardare il rischio di impresa”. Prima di tornare in campo, ci saranno parecchi nodi da sciogliere.
Giovanni Castiglioni