E siamo a 13. Federico Corno ha scelto di restare un altro anno alla Caronnese che ha ripreso la preparazione lunedì; i rossoblù avranno così a disposizione il loro capitano per provare nuovamente l’ascesa al professionismo. “Nella vita non bisogna mai dire mai – confessa l’attaccante classe ‘89 –, ma per la prossima stagione io e la Caronnese continueremo insieme. Sono felice del rinnovo”.

Cosa ti ha dato questa società?
“Tutto quello che ho lo devo alla famiglia Reina: mi hanno sempre accolto come un figlio e tutti, a partire dal presidente Augusto, che purtroppo è venuto a mancare lo scorso febbraio, hanno dimostrato di volermi bene facendomi sentire parte di loro”.

Viceversa, cosa ritieni di aver dato alla Caronnese?
“Tutto quello che potevo dare a livello calcistico ma anche fuori dal campo, attraverso tanti progetti, dalla fisioterapia alle iniziative con i bambini. Ho cercato di ricambiare quanto avevo ricevuto; poi è ovvio che si può sempre migliorare e fare di più”.

Quanti sono i rimpianti per non aver potuto portare a termine il campionato? Poteva essere davvero la volta buona per la Serie C?
“I rimpianti ci sono, ma è inutile piangere sul latte versato. Il cammino lo scorso campionato era stato davvero ottimo perché avevamo raccolto quanto seminato nel girone d’andata e nelle poche gare di ritorno: vincendo la partita che ci mancava saremmo andati a -3 dalla Lucchese con lo scontro diretto ancora da disputare e potevamo davvero dire la nostra. Purtroppo è andata così e ormai il capitolo è chiuso”.

Come si riparte adesso? Che Caronnese dobbiamo aspettarci?
“Sarà una Caronnese che non ha intenzione di fare un campionato anonimo. Non mi sembra il caso di fare proclami biblici: cercheremo di fare una stagione da protagonisti, come abbiamo sempre fatto negli ultimi anni. Sarà interessante vedere la condizione atletica delle varie squadre”.

Mister Gatti è stato riconfermato; qual è il tuo rapporto con lui?
“Ho davvero un ottimo rapporto con lui e ha fatto tanto per far sì che io rimanessi a Caronno quest’anno; non ho mai nascosto che ho rinnovato per la famiglia Reina e per lui. Il mister è stato il primo che è arrivato davanti a me, a trent’anni, e mi ha detto: «Capitano, tu ora farai il trequartista». Devo dire che la sua illuminazione è stata notevole perché in questo ruolo mi sono trovato benissimo: di mio ho bisogno di usare un punto di riferimento davanti e, da trequartista, ho potuto sfruttarne due. In passato avevo già cambiato ruolo giocando esterno, ma lì ci sono tanti altri compiti da svolgere e non mi trovavo poi così bene; mister Gatti ha capito le mie caratteristiche e ha saputo sfruttarle”.

Il momento più bello che ricordi con la maglia della Caronnese?
“La vittoria ai playoff contro la Lavagnese nella stagione 2015/2016”.

Il più brutto?
“Tre settimane dopo, quando mi hanno detto che non avremmo partecipato al campionato di Serie C”.

Da bambino il tuo sogno era quello di fare il pilota di Formula 1 e, conoscendoti, avevi detto che saresti stato un pilota estremamente riflessivo. Ritieni di aver portato questa tua caratteristica anche in campo?
“Assolutamente sì, quasi fin troppo! (ride, ndr). È una cosa che mi appartiene nella vita in generale fin da quando ero giovanissimo e che ritrovo ora da giocatore maturo: rifletto anche tre o quattro volte prima di prendere una decisione. Uno dei miei compiti, da capitano, è quello di trasmettere tranquillità e mi auguro di riuscirci, ma viceversa a volte tentenno più di quello che dovrei fare trasformando una banalità in qualcosa di più grande”.

Da capitano sei un punto di riferimento soprattutto per i ragazzi più giovani; come ti comporti da questo punto di vista? Ti ritieni un esempio?
“Non sono io che devo dire se sono un esempio, ma devono essere gli altri. Comunque riconosco di essere cambiato nel corso della mia carriera perché l’età permette di evolversi e maturare; ad esempio da giovane ero più frenetico e con la testa sulle nuvole in certe situazioni. Secondo me ci sono delle qualità indispensabili: correttezza, trasparenza e onestà. L’aspetto calcistico è una conseguenza perché essere bravi va bene, ma è l’aspetto umano ad essere assolutamente predominante”.

C’è invece qualcuno che è stato un punto di riferimento per te e che ti ha aiutato a diventare il calciatore che sei?
“Ci sono state tante persone che mi hanno dato qualcosa di produttivo, citarne solo una sarebbe irrispettoso nei confronti degli altri. Per quanto mi riguarda ho sempre cercato di prendere tutto ciò che vedevo di positivo in compagni, mister, membri dello staff e dirigenza; poi, di conseguenza, nel corso degli anni si è formata la mia personalità”.

Cosa dobbiamo aspettarci da Federico Corno per la prossima stagione?
“Vedo la prossima stagione come l’ennesima sfida per raggiungere l’obiettivo che dentro la mia testa è ben chiaro. Voglio vincere, non partecipare tanto per. Non voglio fare proclami, ma assicuro a compagni e tifosi che darò tutto me stesso per raggiungere la vittoria. Sarebbe il giusto coronamento della mia carriera e un ringraziamento che devo al presidente Reina”.

Matteo Carraro

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