Il team delle squadre del nord – ovest non alza il piede dall’acceleratore e continua la sua battaglia alla ricerca di un futuro che sia più chiaro per tutti coloro che dedicano il loro tempo al calcio dilettanti.
Tra queste 100 squadre del varesotto spicca anche la Crennese Gallaratese del presidente Elmazi, che da anni cerca di fare calcio nel gallaratese dando un divertimento sano a tutti i ragazzi della zona, raccogliendo, in questa stagione, 207 tesserati con copertura di tutte le annate dai più piccoli fino alla prima squadra.
Questa presa di posizione era il minimo che potessimo fare in un periodo tanto complicato, la nostra volontà è chiara, ed è quella di non iniziare finché non ci sarà un protocollo chiaro e attuabile”.

Cento società tutte dalla stessa parte è una voce forte, che può davvero creare un movimento importante…
È esattamente quello che penso, mai come questa volta possiamo farci da sentire dai piani alti, siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare nella stessa direzione perché adesso, ragionare a bocce ferme, è più facile, siamo tutti più lucidi e non siamo distratti dalla quotidianità dei nostri club, ecco perché è il momento di stare uniti e di agire, siamo stufi di essere rappresentati da persone che non si prendono le loro responsabilità”.

È questa la cosa che la fa più arrabbiare?
Le nostre società fanno sacrifici e versano tasse con regolarità: il 16 ottobre ci è stata chiesta la rata per i contributi annuali e poche ore dopo hanno bloccato tutto, credo che questa sia stata la goccia che ha fatta traboccare il vaso, se non è una presa in giro questa ditemi cos’è una presa in giro…ripeto è il momento di farci sentire perché abbiamo bisogno di gente che sappia rappresentarci e che sappia assumersi delle responsabilità”.

A questo proposito sono state fatte di recente delle riunioni con il CRL e con Baretti, cosa è emerso?
È emerso esattamente quello che dicevo prima e cioè che queste persone non sono in grado di adempiere ai loro compiti, non possono rimandare a noi le decisioni da prendere soprattutto in un contesto così; a gennaio ci saranno le elezioni e tutto quello che chiediamo è che a rappresentarci ci siano persone che sappiano di cosa parlare, che conoscano il calcio dilettanti e che non facciano da scaricabarile additando la regione o Roma come gli artefici di tutto, il Comitato ha dei compiti, ha una certa autonomia, la Lombardia ha un peso del 50% in questo mondo, conta circa 179 mila tesserati, risposte come “Ha deciso Roma” non sono tollerabili, il calcio lombardo è ben disposto ad appoggiare queste persone a patto che, d’altro canto, loro siano ben disposti a difendere la nostra passione”.

Una passione che sta diventando un “lavoro”: qual è il vostro pensiero in merito al discorso vincolo e al discorso contributi?
Sul capitolo vincolo noi siamo sempre stati ben predisposte a parlarne, sappiamo che è un qualcosa che non può durare in eterno ma non è possibile arrivare ad una decisione così netta dalla sera alla mattina, è un cambiamento che deve essere fatto in maniera graduale, sediamoci al tavolo e parliamone, troviamo una quadra, troppo facile dire che in Europa eravamo insieme alla Grecia gli unici ad averlo perché in Europa ci sono nazioni come l’Olanda che percepiscono somme vitali per i settori giovanili, lo stato per fare una cosa del genere avrebbe dovuto prima creare un fondo in nostro sostegno, non dare il via liibera ad un decreto che è già sulla bocca di tutti e che rischia di tagliarci le gambe”.

E quanto ai contributi?
Ecco aggiungiamo anche questo discorso: davvero dobbiamo arrivare al punto di pagare ai nostri collaboratori inps, inail e tutti i contributi? E come dovremmo fare? A parte il fatto che se uno analizzasse bene le leggi attuali capirebbe che questa gestione è preesistente visto che oltre i 10 mila euro di rimborso annuale ogni percepente deve sancirlo in sede di dichiarazione dei redditi, ma poi il nostro hobby come può essere trasformato in azienda?

Altro tema caldo i fuoriquota: qual è il vostro pensiero?
Sono anni che mi batto per sostenere che un giovane bravo trova spazio senza che nessuna legge lo agevoli nel giocare, se lei chiede al 95% delle società non credo possa trovarne una sola che abbia piacere nel crescere un giovane, nell’investire su di lui, per poi mandarlo a giocare altrove, in questo periodo poi è un altro discorso delicato che va gestito con ancor maggiore attenzione perché questi ragazzi negli ultimi due anni hanno giocato pochissimo e non possono essere pronti a scalare categorie”.

È fiducioso per il 2021? Si tornerà a giocare?
Io credo sia il tempo di concentrarci sulla stagione 2021/22, perché penso che tutto ciò che possa avvenire prima non sia calcio: gli allenamenti senza pallone, il non poter utilizzare gli spogliatoi, non scherziamo, quello che ci manca è il calcio vero non soluzioni fittizie, lo ripeto se è vero che non tutti i mali vengono per nuocere allora questa è la grande occasione per sistemare tante questioni in sospeso e ripartire davvero con un calcio migliore”.

Infine: come festeggerà il Natale la Crennese Gallaratese?
Purtroppo quasi completa a distanza perché non ci è permesso molto, però ho già parlato con i miei collaboratori e non mi interessa l’orario, non mi interessano le modalità, rispetteremo tutte le norme ma gli auguri, almeno con loro, ce li faremo di persona, perché siamo uomini non siamo robot ed un mega abbraccio virtuale non potrà mai avere lo stesso valore di un abbraccio fisico, certo non potremo abbracciarci ma quanto meno ci guarderemo negli occhi”.

Mariella Lamonica

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