Lo scorso 16 ottobre, proprio alla vigilia del primo weekend di campionato, il CSI ha sospeso ogni attività. A mettere qualche punto fermo è il presidente del CSI Varese, Colletto Redento. “La volontà del Comitato era quella di far giocare, come chiaramente espresso nell’incontro del 9 ottobre, lasciando la massima libertà alle società sui rinvii per motivi sanitari. Il 16, però, abbiamo fermato tutto, date le indiscrezioni che arrivavano da Regione Lombardia, poi confermate in serata con l’ordinanza n.620. Da lì un susseguirsi di DPCM e ordinanze, non sempre scritte in maniera chiara e appropriata, fino ad arrivare a oggi. Quando si tratta di leggi, non ci si può affidare a qualche dichiarazione di un Ministro o a un’interpretazione di buon senso. Bisogna pesare parola per parola quanto scritto, soprattutto nel nostro caso. Abbiamo la responsabilità di dare le giuste direttive a oltre 200 società nella provincia, a oltre 200 presidenti che potrebbero finire in guai seri in caso di inadempienze. Leggendo qualche passaggio con superficialità sembrerebbe possibile determinare chiaramente il da farsi, ma incrociando le varie disposizioni non risulta essere così semplice”.
Sono arrivate alcune lamentele per la scelta. “Dopo lo stop dell’attività e fino all’arrivo del provvedimento regionale qualche polemica c’è stata: è anche il segno della passione con cui i dirigenti vivono lo sport nella nostra associazione. Non possiamo tollerare la maleducazione o certe accuse gratuite arrivate in comitato o sui social anche se da parte di pochi elementi, che allarmano per la loro inutilità. A parte i toni, denotano la totale mancanza di consapevolezza di come funziona il Comitato e l’assenza di volontà di dialogo. Da fine giugno il sottoscritto, coi consiglieri e i responsabili delle commissioni, si sono messi a disposizione per riunioni online con chiunque avesse dubbi, critiche e proposte. Se una polemica non vale 15 minuti di discussione online, dalla comodità del divano di casa propria, sarebbe meglio non farla, evitando di creare disinformazione e teorie del complotto in un momento così delicato”.
Poi Coletto prosegue: “La stragrande maggioranza dei tesserati ha reagito come ci si aspettava da loro: grande disappunto ma anche senso di responsabilità. Hanno capito che stiamo solo applicando leggi scritte da altri, senza margine di manovra. Ovviamente un ulteriore stop a poche ore dall’inizio, dopo tutti i sacrifici fatti per ripartire, non poteva far piacere a nessuno: sia per gli OPEN, oramai costretti senza partite da 8 mesi, sia per gli UNDER, per i quali sono fondamentali anche gli allenamenti per gli aspetti educativi, valoriali e di aggregazione giovanile. Moltissimi i dirigenti, poi, hanno scritto o chiamato, per farmi avere il loro grido d’allarme: un blocco prolungato dell’attività comincia a preoccupare anche i più ottimisti. Ci siamo dotati di protocolli, abbiamo accettato le imposizioni che arrivavano dalle varie Istituzioni con grande attenzione e sacrificio, preparandoci per mesi. Questo blocco prolungato e l’incertezza normativa di questi giorni sembrano una punizione eccessiva”.
Cosa succederà nei prossimi giorni? “A livello nazionale e regionale stiamo dialogando con le rispettive istituzioni e contemporaneamente ci si confronta all’interno della nostra associazione. Per ora gli esperti sono al lavoro per consentire di arrivare domani con delle informazioni certe, su cui poi il Consiglio Regionale CSI, in un incontro specifico, potrà dare delle indicazioni operative univoche su tutto il territorio lombardo. A quel punto sarà possibile capire quando, come e quali allenamenti sarà possibile svolgere con sicurezza e potremo cominciare a programmare una ripresa. Tutto dipenderà dalla curva dei contagi e dalle misure imposte da Governo e Regione Lombardia. Come CSI abbiamo preventivato sin dalla presentazione della stagione qualche ostacolo lungo la strada. Non ce lo aspettavamo così presto, ma niente paura. I campionati saranno giocati nel momento in cui ci permetteranno di tornare in campo. Appena avremo risolto alcuni nodi sulla pratica sportiva vincolati al 24 novembre, scadenza dell’ultimo DPCM, potremo presentarci con delle proposte concrete alle società sportive”.
Redazione