Tre sconfitte su tre partite, tre gol fatti a fronte di undici subìti, l’addio di Paolo Della Rossa prima del match contro il Caravate e, come se non bastasse, lo stop ai campionati dilettanti imposto dall’Ordinanza dalla Regione Lombardia. L’inizio stagione della Cuassese è stato un vero e proprio incubo e il presidente Thomas Pedoja si augura di uscire in fretta da questa situazione: “Capisco la paura per questo virus ma, dopo quanto fatto per rispettare i rigidi protocolli giustamente imposti, è una decisione che fa male. Abbiamo speso tempo, denaro ed energie per fare riunioni e sensibilizzare tutto lo staff, per mettere a norma gli spogliatoi e il centro sportivo e per creare altri spazi in modo da rispettare tutte le distanze. Potevo immaginare una scelta del genere, ma ci sono rimasto male perché è arrivata dall’oggi al domani senza alcun preavviso”.

Come si reagisce ora?
“Non nego che sia difficile, perché è ovvio che fermando i campionati gli sponsor vengono meno. Stare in piedi è dura: noi, da sempre, siamo andati avanti un passo alla volta, senza strafare, e al momento possiamo solo sperare di riprendere. Il momento peggiore è stato dover dire ai nostri bambini che l’indomani non sarebbero potuti scendere in campo: noi non abbiamo un settore giovanile come quello di Ceresium o Valceresio, ma contiamo una quarantina di bambini, dagli Esordienti in giù, che stiamo facendo crescere anno dopo anno. Questo stop ci fa davvero male”.

In molti stanno manifestando la propria rabbia sostenendo che il dilettantismo sia abbandonato a sé stesso; condividi queste posizioni?
“La scelta di bloccarci dimostra che il dilettantismo è considerato ininfluente, un ambiente che non ha nulla a che spartire con il professionismo, dove invece girano molti più soldi; non è infatti un caso che i professionisti vadano avanti. Il problema, forse, è che noi dilettanti non ci siamo mai fatti sentire uniti e compatti. Anche per questo la Cuassese ha partecipato alla raccolta firme da mandare a Fontana perché non vogliamo far passare il messaggio che noi dilettanti giochiamo a tempo perso; noi viviamo di questo, viviamo di settori giovani e di sponsor che ci girano intorno, dai ristoranti ai gommisti. Se ci impediscono di continuare tutto questo viene meno: gli sponsor saltano, i bambini non vengono e le società non riescono ad andare avanti”.

Il blocco è arrivato in un momento estremamente difficile per voi. A prescindere dalla situazione sanitaria, qual è la situazione in casa Cuassese?
“In generale non abbiamo poi chissà quali problemi. Spostando il discorso sul campo, una nota positiva era data dal rendimento della Juniores, la quale era in testa al campionato con due vittorie e un pareggio; è un gruppo molto forte e ci è dispiaciuto davvero tanto doverci fermare. Per quanto riguarda la Prima Squadra, credo che quello di quest’anno sia stato il peggior inizio da quando sono qui: non siamo riusciti a trovare la giusta quadra e il mister ha rassegnato le sue dimissioni prima della partita col Caravate. Non ce l’aspettavamo, è stata una vera e propria doccia fredda, ma non c’è stato alcun modo per convincerlo”.

Cosa non ha funzionato con mister Della Rossa?
“Pensavamo di aver costruito una rosa interessante con giovani forti e di livello, ma per qualche motivo non è stato così. Non sono qui a puntare il dito contro nessuno, né a Paolo né ai ragazzi, ma è palese che qualcosa non abbia funzionato. Sfrutteremo questa sosta forzata per capire dove abbiamo sbagliato e agire di conseguenza”.

Speri che ci possa essere uno spiraglio per una riapertura, oppure dobbiamo già mettere la parola fine a questa stagione?
“La vedo dura ricominciare entro la fine dell’anno. Magari da gennaio si muoverà qualcosa, e potremmo riprendere con il girone di ritorno, perché credo che ormai l’andata sia da dimenticare. Speriamo quantomeno che, con la ripresa degli allenamenti, riusciremo a sfruttare le prossime settimane per sistemare i cocci”.

A tal proposito, qualora si ripartisse, chi siederà sulla panchina della Cuassese? Stefano Iori era a vedere la partita contro il Caravate…
“Non faccio nomi, ma ho le idee chiare a tal proposito. Voglio un mister di livello, con grande carisma ed esperienza, e con una persona i contatti sono già stati avviati. Insieme a lui stiamo parlando con cinque o sei giocatori altrettanto esperti, svincolati o che giocano in Svizzera, da inserire in una rosa giovane, ma acerba, per poter fare quel salto che ci manca. Voglio un mister vincente: per l’eventuale ripartenza il nostro obiettivo è quello di costruire una rosa solida e competitiva, salvarci senza problemi e tornare a competere per i playoff”.

Quale sarà quindi il futuro della Cuassese?
“Se devo essere onesto, noi di questa situazione ne risentiamo e non ne risentiamo, perché abbiamo il nostro piccolo settore giovanile, qualche sponsor è rimasto e negli anni passati abbiamo cercato di creare qualcosa che potesse vivere da solo. Le nostre spese sono sempre state molto contenute, abbiamo fatto i lavori solo quando potevamo permetterceli, e per questo possiamo vantare una società solida che uscirà da questa situazione a testa alta”.

Matteo Carraro

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