Il campionato 2019/2020 di Terza Categoria, così come ogni torneo dei dilettanti, è stato ormai dichiarato chiuso e i verdetti ufficiali sono attesi a giorni (il 5 giugno, per la precisione). Che cosa è rimasto di una stagione chiusa anticipatamente dall’emergenza Covid-19? Quali sono le emozioni e gli istanti più belli ben impressi nella memoria?
Lo abbiamo chiesto ad alcuni giocatori dei gironi A e B di Terza Categoria Varese.
Alessandro De Palma, Torino Club: “Il momento più significativo di questa stagione è stata la sconfitta sul campo della Jeraghese. Paradossalmente è una sconfitta tanto immeritata per quanto fatto sul campo, ma allo stesso tempo formativa perché è lì che abbiamo capito di essere una squadra, un gruppo forte e coeso. E’ lì che abbiamo percepito come tutti gli avversari ci vedevano come “la grande squadra da battere”, la squadra contro cui dare tutto. Ed è per noi motivo di orgoglio e deve essere lo stimolo per lavorare sempre di più. Se a settembre potremo tornare in campo, penso saremo tutti felicissimi, ma a oggi non ci è dato saperlo. Purtroppo, o per fortuna, non sono decisioni che competono a noi: quello che conterà sarà la possibilità di tornare a divertirci in piena sicurezza. Vorrà dire che in questi mesi ci saremo comportati in modo responsabile e avremo sconfitto questo “male invisibile”. Chiaramente noi scalpitiamo, non vediamo l’ora, lo spogliatoio manca tantissimo, il gruppo che in pochi mesi è diventato famiglia”.
Davide Vanetti, Biandronno: “Il momento più significativo, o i momenti nel mio caso, è stato vedere come siamo riusciti settimana dopo settimana a integrarci tra di noi fin dall’inizio, nonostante questa sia stata una squadra nata da zero, dalle ceneri di quella che era la prima squadra e la Juniores della ex Ternatese. Certo, molti già si conoscevano, ma è stata comunque una piacevole sorpresa vedere un bel grippo unito, che con serietà e una società presente e attiva stava per raggiungere l’obiettivo playoff. Penso che a settembre sia difficile ricominciare, in quanto l’emergenza difficilmente terminerà e, non essendo super controllati come i professionisti, la Lnd non si assumerà la delicata responsabilità di ricominciare. Personalmente gioco a calcio da sempre quindi ogni fine estate la voglia di tornare a giocare c’è e ci sarà anche a settembre. Spero finisca l’emergenza al più presto per ricominciare dove avevo e avevamo terminato. Il mio modo di vedere il calcio rimarrà comunque lo stesso e cioè che ai nostri livelli deve essere un divertimento, quindi divertiamoci, torniamo a divertirci, ma in sicurezza”.
Marco D’Aluisi, Vergherese: “Il momento più significativo sono state le quattro vittorie di seguito, in particolare l’ultima in casa vinta per 2 a 0, vittoria sofferta ma estremamente meritata. Sono molto positivo e fiducioso per quanto riguarda la ripresa definitiva per settembre, ovviamente con le dovute precauzioni e con tanto buon senso da parte di tutti. Sono certo che giocherò nuovamente l’anno prossimo, non vedo l’ora di riiniziare, in quanto gioco da quando avevo quattro anni, senza mai essermi fermato. Quindi, il calcio ormai è diventato parte essenziale della mia vita quotidiana. I momenti più nostalgici sono gli allenamenti, lo spogliatoio, il profumo dell’erba del campo, le varie situazioni scherzose con i miei compagni, la domenica, il pre-partita, quindi… praticamente tutto! A mio parere, bisognerà adottare le giuste misure ma non cambierà assolutamente nulla nel mio modo di vedere il calcio, anche perché i momenti più belli sono quelli vissuti tutti insieme, da squadra! Grazie al calcio, sappiamo affrontare questi momenti, perché il confronto con compagni, mister, dirigenza ti fanno affrontare in modo positivo varie situazioni quotidiane”.
Simone Compagnoni, Don Bosco Bodio: “Per quanto riguarda il momento più bello ed emozionante è stata l’ultima partita del girone di andata con il Varese allo stadio Franco Ossola, con un contorno di pubblico unico per la nostra categoria. Per quanto riguarda la ripresa spero proprio che a settembre tutto ritorni come prima. Per quanto mi riguarda a 43 anni avrei potuto pensare al ritiro ma finire con una stagione a metà mi spiacerebbe”
Aronne Loda, Marnate Nizzolina: “Il momento più bello della stagione è stato sicuramente lo scontro diretto con la Jeraghese, vinto 2 a 1, con un mio goal. La possibilità di riprendere a settembre? Tra noi ragazzi la voglia di giocare e allenarsi è tanta, ma un po’ di paura resta sempre. Speriamo che si possa riprendere al più presto. Non so se giocherò ancora: ho subito un infortunio al ginocchio destro e dovrò sottopormi a un intervento chirurgico. Ormai quest’anno ho 42 anni e spero di riprendermi e poter salutare i ragazzi dal campo con un’ultima partita. Mi auguro che tornerà tutto come prima, vorrebbe dire che saremo usciti da questo inferno”.
Bouraya Azedin Brebbia: “Il momento più significativo per me è stato vedere la squadra formarsi piano piano e riuscire in poco tempo a creare un grande gruppo unito, all’altezza di fronteggiare una squadra come il Varese calcio, a cui abbiamo strappato un bel pareggio con un’ottima prestazione. Ringrazio la società per aver permesso tutto questo. Per settembre spero che si possa riprendere, tutto dipenderà dall’andamento della situazione Covid-19 nei prossimi mesi. Se quest’ultima sarà positiva penso che, con le dovute precauzioni, sarà possibile ritornare in campo. La voglia di ritornare in campo è molta, non vedo l’ora di riprendere a giocare con i miei compagni dando il massimo la domenica pomeriggio e di provare certe emozioni che solo il calcio ti può dare”.
Luca Bottini, Oratorio San Filippo: “Il momento più significativo è stato ricalcare il terreno di gioco, dove ho passato tutta la mia infanzia e giovinezza, dove mancano da otto anni. Tornare a indossare la divisa e giocare nel campo del San Filippo è stato sicuramente il momento più bello. Non so cosa pensare per settembre, a oggi mi sembra ci sia parecchia confusione in tutto l’ambiente sportivo, soprattutto nel calcio. Sicuramente non vedo l’ora di tornare a giocare. E’ cambiato il modo di vedere la vita in generale, il calcio è un aspetto della vita e quindi è cambiato anche quello. Certamente ci sarà tanta voglia di ricominciare, soprattutto per noi dilettanti, smossi dalla passione, aver avuto la privazione di questa passione porterà sicuramente più voglia”.
Yassine Sahnane, Cuvio: “Il momento più significativo di questa stagione per me è stata la vittoria contro il France Sport. Nel girone di andata, venivamo da una serie di vittorie consecutive, il France Sport era una pretendente per salire in Seconda Categoria: riuscimmo a vincere, ribaltando la partita, sotto di un gol, con un netto 5 a 1, giocando una partita impeccabile sotto ogni punto di vista: tecnico tattico, atteggiamento, sacrificio collettivo e soprattutto voglia di vincere come ci chiedeva il mister Radicia. Dopo quella partita abbiamo realmente capito che il nostro obiettivo di poter salire in Seconda era davvero realizzabile, ma per tutto questo bisognava stare con i piedi per terra, lavorare sodo e perseverare per raggiungere i propri obiettivi. La nostra squadra ha tutte le qualità per riconfermarsi anche negli anni successivi perché siamo un team giovane e volonteroso di crescere e di fare bene per ambire ai nostri trionfi. Abbiamo tanta voglia di riprendere a giocare e di riprenderci ciò che ci è stato tolto a causa di questa pandemia. Secondo me dopo tutto questo il calcio non può e non deve cambiare perché non esiste calcio senza agonismo, senza sudore, senza lottare, senza sacrifici ma soprattutto per la bellezza di questo sport che può trasmettere emozioni indimenticabili ai calciatori, società, bambini, genitori e tifosi. Speriamo che si possa riprendere pienamente senza restrizioni a settembre, ma dubito, penso più nel 2021”
Gabriele Piazza, Casport: “In questa stagione per me ogni settimana, ogni domenica è stata significativa perché ho visto l’alternanza di crescita e calo dell’amalgama di una squadra fondamentalmente giovane che desidera lottare per traguardi importanti. E vorrei tanto poter aiutare “i miei cavalli” a esaudire il desiderio. Per la ripresa del campionato, credo bisognerà attendere ancora del tempo, spero il prima possibile perché la voglia di pallone per noi come per le altre squadre è esagerata. Non vedo l’ora di ricominciare e di rimanere contagiato il più possibile dal virus più bello del mondo, il calcio!”.
Andrea Montarese, Virtus Bisuschio: “Il momento più significativo della stagione secondo me, è stata la sconfitta di misura contro il Varese. Nonostante sia stato un evento negativo, è risultata una chiave di svolta in quanto ci siamo resi conto delle nostre vere potenzialità, perdendo una partita contro la migliore della classe ma dimostrando grande carattere e dimostrando a ogni squadra che avremmo potuto competere con loro nonostante fossimo all’esordio in una categoria molto difficile in cui serve davvero tanta esperienza. Sicuramente a settembre sarò in campo e ovviamente con la stessa maglia, sperando che la situazione si sistemi al più presto. Questa lunga sosta ha causato in me una grande voglia di giocare e di continuare a migliorare. Non penso che cambierà qualcosa nel mio modo di vedere il calcio, certo non sarà facile lasciarsi alle spalle questi mesi ma sono convinto che l’amore per questo sport sarà molto d’aiuto in questo”.
Francesco Porta, Union Oratori Castellanza: “Scegliere un solo momento significativo nella nostra stagione non è semplice, ce ne sono stati molti. Prima partita di campionato, finita in pareggio all’ultimo minuto, a causa di un rigore che ho causato io. Quella partita ha spronato me come tutti i miei compagni a dare sempre il 100% delle nostre capacità ed energie, fino all’ultimo secondo. E chi non fosse stato disposto a lottare per la squadra, beh, tanti saluti. Tornare a giocare sul campo è qualcosa che ormai spero da tempo, e che purtroppo ora non posso fare. Settembre è un bel punto di domanda. Come non sapevamo che questa pandemia si sarebbe diffusa così rapidamente e con così tante problematiche, allo stesso modo non si può sapere se la situazione ora di settembre sarà migliore e tale da permettere l’inizio del campionato. Inutile dire che ci spero tantissimo. Essendo uno a cui piace il calcio, vederlo ma soprattutto giocarlo, il mio modo di giocare, lottare, guardare le partite e tifare sarà sempre lo stesso, forse ora con un po’ più di consapevolezza del fatto che è nostro dovere tenerci stretti quello che ci piace e ci fa emozionare”.
Luigi Suanno, Don Bosco Bodio: “Sicuramente la partita più bella e ricca di emozioni per me è stata quella contro il Varese, sia perché è una delle prime partite ufficiali che ho disputato con la squadra, sia perché si è svolta in uno stadio, il Franco Ossola, che ha saputo con il suo tifo, farmi sentire qualche categoria più in alto. Spero in una ripresa a settembre anche se penso che sarà un po’difficile, bisognerà stare a vedere la situazione dopo l’estate. Per quanto riguarda il mio modo di giocare penso che non cambierà, questa è una situazione di passaggio. Una volta andata tornerò alla spensieratezza passata”
Guido Milani, Rancio: “Personalmente credo che il momento più significativo di questa stagione sia stato l’inizio del nostro campionato di Terza Categoria quando ci siamo resi conto che il livello delle squadre si era notevolmente alzato e sicuramente sarebbe stato un bel campionato. Spero che a settembre si possa riiniziare anche perché la lontananza dal campo è pesante per tutti e credo che cambierà sicuramente il modo di vedere il calcio perché solo standone tanto lontano ci si rende conto di quanto sia bello”
Andrea Vanoli, Vergherese: “Il momento più significativo? Sicuramente quando abbiamo avuto quella striscia positiva di imbattibilità nella seconda metà del girone di andata, dato che nelle prime, mi pare 5 o 6 partite, abbiamo ottenuto 0 punti. Una sera abbiamo organizzato una riunione di squadra per capire le problematiche di questa situazione e dopo un paio d’ore siamo arrivati alla conclusione che la squadra viene prima di tutto. Io spero e speriamo tutti che a settembre si possa riiniziare, anche perché questo sport è passione e va condivisa con gli amici e con i propri compagni di squadra. Ovviamente prima di tutto viene la salute delle persone però sono sicuro che la nostra società sarà in grado di metterci a disposizioni tutto ciò di cui abbiamo bisogno per poter riiniziare nel migliore dei modi. Non vedo l’ora di giocare: è la mia passione fin da quando avevo 6 anni. Da quando ho iniziato a solcare i campi di Verghera. Ci manca lo spogliatoio, ci manca poter toccare il pallone e condividere quelle due ore con i compagni di squadra. Sicuramente la situazione che stiamo passando ci lascerà un segno. Abbiamo avuto e avremo ancora del tempo per metabolizzare tutto ciò. Certo non potrà essere tutto come prima. Si affronterà tutto quello che abbiamo vissuto fino a tre mesi con un pizzico di timore in più”.
Daniel Nania, Ponte Tresa: “Sicuramente il momento più significativo della stagione è stato settembre, avendo creato una società da zero con componenti della maggior parte del paese. A settembre non credo si potrà riiniziare, bisognerà aspettare almeno agosto per vedere l’andamento della pandemia ma sono ottimista e pronto per riiniziare. La voglia di ricominciare è tanta e non vedo l’ora. Il mio modo di vedere il calcio non cambierà anzi essendo un appassionato praticante cercherò di godermi di più ogni singolo momento in quel campo e spogliatoio, cercando di recuperare tutte le emozioni perse di questo periodo”.
Mirco Tamborini, Don Bosco Bodio: “Ripensando a tutte le belle emozioni vissute quest’anno, di sicuro, la vittoria a Varese, allo stadio Franco Ossola, è la più bella e la più significativa: dal momento che la nostra è stata l’unica squadra a battere il Varese durante questo campionato. A livello personale sono molto soddisfatto di aver segnato 26 reti e aver aiutato la squadra con tutti i mezzi possibili. Siamo un grande gruppo, unito, e questo ci ha aiutato molto, sia nelle vittorie che nelle sconfitte. Penso, anzi, spero che a settembre si possa riiniziare a giocare, perché, credo di parlare a nome di tutti i calciatori, abbiamo una voglia matta di tornare a correre dietro a quel pallone. Nel calcio non credo che cambierà molto: più che altro, credo che l’impatto di questa situazione sarà nel rapporto umano fra le persone”.
Silvia Galli