All’inizio della stagione 2016-17 Donato Disabato fu il primo acquisto di una Pro Patria rinnovata che si stava lanciando verso la scalata al professionismo (la stagione successiva i tigrotti hanno raggiunto l’obiettivo e ancora oggi sono in Serie C, ndr).
Nato a Varese il 17 aprile del 1990, dopo un po’ di girovagare per l’Italia, è tornato nella sua provincia: “Sono cresciuto nel settore giovanile del Varese e a 17 anni sono passato all’Albinoleffe grazie a Turotti che mi aveva voluto a Bergamo – ci aveva raccontato allora Disabato che era stato a trovarci in redazione – Ora il Direttore mi ha voluto qui“. Tre stagioni con la maglia dei tigrotti con qualche golletto pesante: “Ho realizzato la doppietta vincente nell’ultima di campionato Serie C contro il Darfo e poi la rete scudetto contro la Vibonese che ci ha permesso di essere i campioni d’Italia dei dilettanti”.

Che sia di buon auspicio per il Città di Varese e per Disabato essere il primo acquisto ufficiale della stagione 2020/21 che vedrà i biancorossi ai nastri di partenza in Serie D?
“Sai che noi calciatori siamo poco scaramantici – ride Disabato – ma se la leggiamo in quest’ottica penso che tutti noi, tifosi compresi firmeremmo al volo. La realtà potrebbe essere questa: ho parlato con il direttore e siamo veramente vicini all’accordo. Sai benissimo che sono tifoso del Varese, sono cresciuto qui e poter tornare a casa sarebbe veramente il massimo”.

Le tue tre stagioni alla Pro Patria come sono state?
“Belle, molto belle. abbiamo ottenuto risultati importanti con un gruppo che era veramente una famiglia iniziando dalla presidentessa Patrizia Testa e passando per il direttore Turotti. Arrivavo da una stagione poco felice a Carrara e da un serio infortunio l’anno dopo a Vercelli. Mi hanno voluto e fatto sentire importante. Sarò sempre grato alla Pro”.
E il Varese?
“Quando sono passato all’Albinoleffe (2009-10) i biancorossi stavano iniziando la scalata verso la Serie B. Da lontano seguivo il Varese, papà Michele spesso veniva allo stadio e mi raccontava. Sognavo di poterci giocare contro o, un giorno, di poter tornare a vestire la maglia del Varese. Le vicende degli ultimi anni hanno distrutto veramente tanto e nessuno si poteva aspettare questo colpo con il ritorno in Serie D in un lampo”.

Un sogno, vestire la maglia del Varese, che è diventato quindi realtà. Cosa ti ha convinto a tornare?
“Non farmi dire cose che non ho detto, ancora nulla è certo. Quello che ti posso dire sicuramente, al di là di Disabato o meno, è che l’impressione che ho avuto è ottima. Gente che sa di calcio e che ha voglia di programmare e fare bene. Passo dopo passo, senza troppi proclami, l’obiettivo è chiaro a tutti”.
Proprio oggi l’annuncio della società dell’avvenuta fusione con le nuove credenziali. Il prossimo annuncio sarai tu?
“Se tutto quello che abbiamo detto ad inizio intervista si realizza… allora diciamo di sì, anche se deve essere la società a decidere cosa fare (sorride ancora, ndr). Se tutti e due ci impegneremo nel dire di sì, allora è fatta”.

Michele Marocco

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