L’emergenza Coronavirus ha letteralmente paralizzato il mondo dello sport, costretto a chiudere i battenti fino a una data che, purtroppo, è ancora da destinarsi. Le ripercussioni per chi vive a 360° questo settore non sono affatto trascurabili. A parlare di questo tema spinoso è Andrea Minerva, giocatore in attività e istruttore presso Eco Sport di Samarate, un centro innovativo che offre corsi di tennis per bambini e adulti e organizza tornei non solo per gli amanti della racchetta, ma anche per chi non sa stare lontano dai campi di calcetto e beach volley.

Da istruttore, quanto ti sta pesando questa situazione?
“È un problema non da poco perché sono sempre impegnato a tempo pieno al centro, con i corsi in settimana e anche al sabato. Purtroppo ne abbiamo risentito sin dall’inizio, quando il primo decreto aveva consentito gli allenamenti solo agli atleti con la tessera agonistica, senza la possibilità di usare lo spogliatoio. Sebbene in parte, per qualche giorno avevamo potuto continuare l’attività. Nel settore del tennis c’era un po’ di malcontento perché essendo uno sport individuale in cui si sta a venti metri di distanza dall’avversario, non si pensava che potessero sorgere grossi problemi. Difatti anche i medici sportivi dicevano che era la disciplina meno a rischio. Ma a febbraio era difficile immaginare l’effettiva gravità della situazione e col senno di poi fermare tutto è stata la scelta giusta. Le conseguenze economiche, però, saranno pesanti. Il centro lavora sia di pomeriggio, con i bambini della scuola tennis, sia la sera, con i corsi per gli adulti e le prenotazioni del campo di calcetto. Ad oggi fare previsioni a breve termine è inutile perché non si sa proprio quando potremo riaprire. È un duro colpo per le realtà locali come la nostra e a maggior ragione per i circoli molto piccoli con pochi iscritti, che stando alle voci del settore potrebbero non sopravvivere a questo periodo di stop. Per quanto ci riguarda, noi di Eco Sport pensiamo al camp estivo, con la speranza che da qui ad allora la situazione possa risolversi”.

Com’è strutturata questa iniziativa?
“Dalla seconda settimana di giugno fino a metà luglio organizziamo intere giornate con i nostri allievi e con altri ragazzi che già da qualche anno frequentano il club in estate. Iniziamo al mattino con un’ora e mezza di tennis in base ai vari livelli, poi passiamo ai compiti delle vacanze, seguiti da un’ora di piscina. Pranziamo assieme e al pomeriggio facciamo un gioco, dopodiché la merenda per poi finire con una lezione in cui spieghiamo le regole di un paio di sport. Sono momenti molto belli, tanto per i ragazzi quanto per noi istruttori, e devo dire che in questi anni siamo cresciuti molto a livello di numeri, arrivando ad avere anche settimane con settanta bambini. Ma oltre al camp, in estate siamo anche molto attivi con il beach volley. Il campo è sempre molto richiesto, anche perché nelle vicinanze è difficile trovare strutture con tutti i nostri servizi”.

Oltre ad allenare, sei un giocatore in attività. Quali appuntamenti avevi in programma?
“Ad aprile sarebbe dovuto iniziare il campionato a squadre. Eco Sport è in serie C dal 2014; io gioco qui dal 2012 e mi trovo benissimo. La manifestazione è molto in dubbio e non sappiamo se verrà rinviata o sospesa. La Federazione non si è espressa al riguardo e per ora ha solo rilasciato un comunicato per lo stanziamento di aiuti ai circoli. È difficile immaginare cosa succederà perché l’organizzazione del campionato è piuttosto complessa: si inizia con il tabellone regionale, suddiviso in gironi da quattro a sei squadre, e chi si qualifica passa alla fase nazionale. Quest’anno, in realtà, sarebbe stato diverso perché si doveva formare una nuova serie, la B2, suddivisa per macroaree, in modo da evitare trasferte troppo lontane e dispendiose per i circoli di piccole dimensioni. Sarebbe un peccato dover posticipare di un anno questa novità. Personalmente spero che presto o tardi si possa giocare perché in uno sport come il tennis, in cui nei tornei si è sempre da soli, il campionato a squadre è l’unico momento di condivisione che abbiamo. Oltretutto le partite sono la domenica mattina, con il pubblico sempre molto presente, e l’ambiente di Eco Sport è molto familiare, tant’è che si organizza anche il pranzo con la squadra ospite. La giornata tipo inizia alle 9 con quattro singoli e finisce nel pomeriggio con i doppi. Vivere la serie C così è molto bello, ma quest’anno probabilmente sarà diverso. Secondo me, trattandosi di un campionato che dura solo due mesi, può esserci la speranza che non venga sospeso, anche se la Federazione dovrebbe riuscire a far quadrare tante cose, perché non è facile riorganizzare il programma in tutte le regioni. La mia ipotesi è che potrebbero posticipare tutti i match e farli giocare a porte chiuse quando la situazione inizierà a sbloccarsi”.

In questo periodo di incertezza, riesci a prepararti da casa in vista di eventuali incontri?
“Non appena gli allenamenti sono stati sospesi ho impostato un programma di corsa. Con le restrizioni di adesso, però, è difficile prepararsi dal punto di visto atletico, quindi cerco di fare quel che posso. Oltre alla serie C avevo anche altre idee in mente per questo periodo, ad esempio un torneo che si gioca a maggio a Cassano Magnago. L’anno scorso l’avevo vinto e mi sarebbe piaciuto difendere il titolo, ma anche in questo caso non possiamo fare altro che aspettare. Dobbiamo pensare alla salute, sperando di poterci risollevare da questo momento negativo e tornare a fare quello che più amiamo. Nel mio caso è senza dubbio il tennis, che mi ha dato tante soddisfazioni sin da piccolo. Sono molto contento del mio posizionamento in classifica ma ora gioco per divertirmi. Anni fa ho fatto una scelta, cioè diventare istruttore, quindi anche sotto l’aspetto lavorativo mi auguro che passo dopo passo si possa ritornare alla normalità”.

 Silvia Alabardi