Medici e infermieri sono in prima linea nella battaglia contro il Covid-19, ma non sono certo da meno i volontari del 118 che ogni giorno da settimane trasportano i malati dalle proprie abitazioni agli ospedali. Sono proprio loro, uomini e donne che si prestano generosamente ad aiutare gli altri, a meritarsi un grande ringraziamento per il loro operato e, se ne abbiamo le possibilità, anche un contributo concreto destinato alle associazioni con cui collaborano.
Uno degli SOS più attivi della provincia anche in questo momento di emergenza è l’SOS Valbossa che dal 1998 ha sede ad Azzate e che copre un bacino d’utenza di circa 25.000 persone. A parlarne sono il tesoriere Giorgio Zordan e la volontaria nonché referente del gruppo promozione e comunicazione Cristina Pini.

Presto sembra che si ripartirà, ma si intravede davvero la luce in fondo al tunnel? Com’è la situazione?
“Siamo ancora in un periodo caldo. Nella nostra zona l’ondata è arrivata un po’ dopo rispetto ad altre province, ma non ne siamo fuori. Abbiamo ancora tante chiamate e quotidianamente usciamo in media 10 volte e di queste 7-8 sono per casi di Covid-19”.

Quali precauzioni prendete quando siete chiamati?
“Rispettiamo un protocollo specifico. L’ambulanza esce solo con due persone a bordo e spesso in casa del paziente entra solo il capo-equipaggio per ridurre al minimo il rischio di esposizione al virus. Tutti i nostri volontari sono vestiti con tute apposite, calzari, due paia di guanti, occhiali, in alcuni casi uno schermo facciale e, naturalmente, indossano una mascherina FFP2. Al termine dell’intervento ci si sveste e si sanifica con cura l’ambulanza che deve essere pronta per l’uscita successiva”.

Ha timore di essere contagiata?
“Sì, non lo nego. Siamo protetti ma dobbiamo sempre stare molto attenti. Personalmente, ho deciso di non andare a trovare i miei genitori fino a quando questa emergenza non finirà. Nonostante i sacrifici e i rischi, ho deciso di continuare a fare la volontaria perché voglio essere utile in un momento in cui l’umanità intera mostra la sua forza e nello stesso tempo la sua debolezza. Per quanto posso, voglio dare una mano”.

Su quanti volontari potete contare in questo periodo?
“Abbiamo 120 volontari, ma ora circa la metà è operativa e presta servizio sulle ambulanze. Abbiamo assunto un dipendente perché in una situazione così delicata abbiamo voluto puntare sulla professionalità e sulla qualità dell’intervento che in un professionista è per definizione maggiore rispetto a quella di un volontario, seppure adeguatamente formato”.

Quali sono i servizi che offrite?
“Normalmente, oltre a prenderci carico delle emergenze, accompagniamo a fare visite ospedaliere chi ne ha bisogno e ci occupiamo di trasferimenti dei pazienti non autosufficienti, siamo presenti durante manifestazioni ed eventi sportivi e da un anno a questa parte prestiamo servizio anche in Fiera a Rho in collaborazione con altri SOS milanesi. Con la diffusione del Coronavirus, i nostri impegni si sono modificati e alcuni di questi, come la formazione per nuovi volontari e i corsi nelle scuole o quelli destinati ad imparare ad usare il defibrillatore, sono sospesi”.

Nelle ultime settimane avete attivato servizi specifici?
“In aggiunta alle emergenze e al trasporto di persone da e per gli ospedali, ora portiamo gratuitamente la spesa e i farmaci a chi lo richiede. Per Pasqua abbiamo distribuito oltre 100 uova di cioccolato ai nostri volontari e a chi ci sta dando una mano in questo periodo molto complicato”.

Avete lanciato una campagna: #TudaLontanoNoidaVicino. In cosa consiste?
“Da fine marzo abbiamo attivato una raccolta fondi e la risposta è stata immediata ed entusiasmante. Abbiamo ricavato oltre 12.000 euro che ci stanno permettendo acquistare i dispositivi di protezione individuale. Ogni kit completo di un volontario che esce per una chiamata in queste settimane di emergenza costa circa 20€ e al giorno spendiamo più di 300€ solo di materiale. In parte ci è fornito da AREU, in parte dobbiamo comprarlo noi. Ecco perchè l’aiuto di tutti è prezioso e indispensabile per continuare a svolgere i nostri compiti”.

Avevate in programma qualche bella novità che il Covid-19 ha rimandato. Di cosa si tratta?
“Questa emergenza è arrivata proprio a cavallo degli ultimi lavori nella nostra nuova sede. Il 15 aprile, infatti, si sarebbe dovuta inaugurare la nostra nuova sede di via 2 giugno ad Azzate. Grazie ad una importante donazione, abbiamo acquistato e ristrutturato un capannone di circa 1000 metri quadri su due piani. I lavori erano agli sgoccioli, ma non abbiamo potuto ultimarli. Lo faremo appena sarà possibile”.

IBAN pro #TudaLontanoNoidaVicino: IT22 F030 6909 6061 0000 0062 288
Tutte le donazioni sono detraibili al 35% ai fini IRPEF

Laura Paganini