In attesa della ripartenza, tra i dubbi sulle modalità di conclusione della scorsa stagione e le incognite sull’avvio della prossima, continua il lavoro dietro le quinte delle società dilettantistiche, intente, nei limiti del possibile, a programmare il ritorno in campo. Un esempio è il Verbano, che sta valutando l’opzione Giuseppe Fiorito per la sua panchina. 
L’ex tecnico del Legnano, da novembre alla guida del Fenegrò, parla di questo suo possibile incarico e non solo. Considerata la situazione attuale e le tante incertezze sulla ripresa, in qualità di allenatore esprime il suo punto di vista sull’importanza di una preparazione ben strutturata che dopo i tanti mesi di sospensione dell’attività calcistica possa garantire ai giocatori il corretto recupero della condizione fisica.

Mister, quando ha avuto il primo contatto con il Verbano?
“Una settimana fa ho sentito il presidente Barbarito, che mi ha chiamato per chiedermi la mia eventuale disponibilità per il prossimo  campionato. Non ho avuto problemi a rispondere in modo affermativo, anzi sono molto contento ed è una bella soddisfazione essere contattati da Barbarito, che è un presidente che sa cosa fare per le sue squadre e sceglie attentamente gli allenatori, quindi questa telefonata è per me un motivo di orgoglio. Abbiamo parlato un paio di volte ma per ora non c’è nulla di sicuro. Probabilmente ci incontreremo settimana prossima per fare una chiacchierata un po’ più approfondita e poi vedremo cosa succederà”.

Due partite prima dello stop aveva affrontato proprio il Verbano. Che impressione le aveva fatto?
“Avevo trovato un’ottima squadra, in quel momento capolista prima di essere sorpassata dal Busto 81. Hanno una rosa di giovani con grandi potenzialità che Mister Celestini stava facendo esprimere molto bene. Dal punto di vista tecnico il presidente Barbarito ha sempre costruito le sue squadre in modo egregio e penso che qualsiasi allenatore sarebbe contento di trovarsi sulla panchina del Verbano. In questi ultimi anni si sono attrezzati molto per puntare all’obiettivo dei playoff e difatti credo che siano una squadra molto competitiva”.

Che idea si è fatto della ripartenza?
“Al momento è difficile dare una risposta certa, penso che dipenderà da cosa succederà a livello nazionale dopo questafase due: bisognerà capire come si evolverà il virus riaprendo tutte le attività, quali saranno le percentuali di contagi e vittime e se si creeranno nuovi focolai. Ci sono tanti fattori da considerare e si potranno prendere decisioni solo in base a come andrà la situazione. In previsione dell’anno prossimo questo stop è un problema perché è da più di tre mesi che i giocatori si allenano parzialmente, quindi per ripartire bisognerebbe iniziare con almeno trenta giorni dipreparazione non tanto calcistica quanto organica per andare ad escludere possibili infortuni, dopodiché riprendere iritmi di preparazione estiva tipici di quando si inizia a giocare. Un programma di tre settimane non sarebbe sufficiente perché dopo una pausa così prolungata programmare le stesse cadenze e i normali tempi di recupero precampionatovorrebbe dire rovinare i ragazzi e compromettere la qualità dell’allenamento proprio per il rischio di non poter contare su una rosa completa. Sarà quindi importante sapere la data di inizio della stagione, in modo che le società e gli atletipossano organizzarsi con largo anticipo per evitare questi problemi”.

Silvia Alabardi

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