“La sconfitta di Busto Arsizio è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e che mi ha portato ad esprimere il mio pensiero in un momento di difficoltà non solo dovuto a quanto avviene sui campi. Bisogna andare anche oltre“: a parlare è Maurizio Ferrario, vicepresidente della Folgore Legnano, squadra del girone A di prima categoria.
Lo scorso anno una stagione tanto magnifica quanto inaspettata portò la Folgore Legnano a giocarsi un incredibile playoff, condannata poi da un pareggio che rimase indigesto ma che non cancellò quel lavoro straordinario messo in campo da mister Colombo e dai suoi ragazzi. Quest’anno i ragazzi di Legnano sono tornati un po’ più nella loro dimensione di “classe operaia” ma che non per questo rinuncia ai sogni.
Certo, il momento è tutt’altro che semplice: domenica nello scontro salvezza con la San Marco è arrivato un “doloroso” 2 a 1 in favore dei padroni di casa che lascia la Folgore nel gruppetto a 19 punti, quel gruppetto che sta lottando per scongiurare la lotteria dei playout. “La squadra ha evidenti problemi – prosegue Ferrario – nonostante gli sforzi societari manca un giocatore guida che giostri al meglio la gestione della palla, ma le gare durano novanta minuti, non si può reagire solo quando andiamo sotto, e questo è quello che mi fa arrabbiare di più“.
Cosa manca alla Folgore in questo periodo difficile?
“Abbiamo perso tante partite a causa della mancanza dello spirito che ha sempre contraddistinto la nostra squadra. Se ci specchiamo nelle individualità di uno o due giocatori non andiamo da nessuna parte, noi siamo squadra ed è sempre stata questa la nostra forza. Potremmo giocarcela alla pari con tutti, anche con la capolista Solbiatese perché avremmo tutti quegli stimoli che invece ci mancano con le squadre di bassa classifica, eppure siamo stati capaci di battere Ferno, Ispra, Turbighese, tutte formazioni di prim’ordine, ed invece ci perdiamo in un bicchiere d’acqua in più di un’occasione”.
Oltre al gioco e alla grinta, è un periodo in cui vi mancano anche giocatori fondamentali tra squalifiche ed infortuni.
“Non possiamo appellarci a questo, fa parte del gioco, sono cose che possono succedere, anche se alcune non dovrebbero succedere come l’ingiusta squalifica di 8 giornate rifilata ad un nostro ragazzo, reo di aver pronunciato frasi razziste nel match con l’Arsaghese; abbiamo fornito all’AIA una dichiarazione del ragazzo che avrebbe subito, secondo il direttore di gara, questi insulti in cui conferma che ciò non è avvenuto, eppure niente, ci ritroviamo senza un giocatore che per noi è una pedina importantissima per ancora tanto tempo. Ma, al di là di questo e di qualche altro episodio, le prima mancanze sono le nostre, dobbiamo fare un mea culpa per tutto ciò che non siamo stati in grado di fare fino ad oggi”.
A tutto questo si aggiunge un altro discorso increscioso, la situazione campi.
“La situazione campi a Legnano è nota a tutti, dico solo che è inaccettabile che una squadra di prima categoria sia costretta ad allenarsi dovendo dividere il campo a metà con la Robur. Non c’è nessuna disponibilità al dialogo da parte delle strutture preposte nel trovare soluzioni, è assurdo tutto questo”.
Infine però c’è forza ed incoraggiamento per i suoi ragazzi in perfetto stile Folgore Legnano.
“Vedo la fatica che giocatori e dirigenti fanno giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento. Siamo tutti sulla stessa barca e dobbiamo remare tutti nella stessa direzione appellandoci in primis a quel furore agonistico che da sempre contraddistingue chi la Folgore ce l’ha tatuata sulla pelle. Abbiamo bisogno della “scintilla”, del nostro DNA, dobbiamo tornare ad essere la Folgore battagliera di sempre ed i risultati arriveranno. Noi non ci arrendiamo, non abbiamo mai mollato e non lo faremo ora, questa è una società sana con valori sani. Amiamo fare calcio in questo modo e continueremo a farlo, appellandoci a noi stessi per raggiungere i risultati che ci siamo prefissati e sono certo che uniti ne usciremo”.
Mariella Lamonica