La voglia di ricominciare dalle parti di Maccagno è tanta, e rispecchia l’energia di Marco Franceschetti, fondatore nonché presidente della France Sport. “Stare a casa tutto questo tempo è stato difficile, ci manca il calcio e soprattutto ci mancano i ragazzi – ha confidato l’ex difensore della Sampdoria –. Quando ho cominciato quest’avventura nel 2005 c’erano 13 iscritti, mentre oggi contando la Prima Squadra abbiamo raggiunto circa 180 tesserati. Alla luce di questi dati è presto detto quanto sia stato difficile affrontare questi mesi”.

Nonostante tutto, però, il bilancio stagionale della France Sport è stato positivo. Siete soddisfatti?
“Direi proprio di sì, perché stavamo raccogliendo ottimi risultati con tutte le nostre squadre. I 2005, ad esempio, l’anno scorso erano arrivati alla finale provinciale e quest’anno si stavano ripetendo essendo al comando del Girone A; la seconda squadra annoverava parecchi 2006, ma nonostante ciò ha disputato un cammino assolutamente dignitoso. Anche la Juniores ha fatto molto bene raggiungendo la terza posizione in classifica, così come la Prima Squadra, costruita quasi completamente con giocatori provenienti dal settore giovanile, che per il terzo anno consecutivo navigava nelle zone nobili di Terza Categoria. Non dimentichiamoci poi di tutti gli altri, dagli Esordienti 2007/08 ai Pulcini che si stavano comportando altrettanto bene. Insomma, c’erano tutti i presupposti per una grandissima stagione, e quanto di buono fatto ci servirà come base per il futuro”.

Negli ultimi anni il settore giovanile della France Sport ha dato importanti segni di crescita. Vista la situazione attuale vi aspettate di riscontrare un calo delle iscrizioni o del numero dei tesserati?
“Un calo potrà esserci in tutte le società, ma credo che nel nostro caso, se avverrà, sarà dovuto più che altro a una crisi economica, in quanto alcune famiglie potrebbero non permettersi di pagare la retta. A prescindere da tutto ciò voglio precisare che per noi questo aspetto non è mai stato un problema dato che siamo particolarmente attenti al sociale e siamo sempre andati incontro alle esigenze di ciascuno. In questa situazione più che mai lo faremo e dal prossimo anno proporremo un pagamento della retta a rate, in modo tale da alleggerire l’esborso economico per i genitori”. 

A proposito del prossimo anno, una delle novità è che sarà previsto un terzo allenamento settimanale. Questo lascia presagire un salto di mentalità della France Sport, inteso come un approccio più “professionistico”?
“Già negli anni scorsi avevo proposto un terzo allenamento settimanale, cosa che i 2005/06 avevano iniziato proprio in questa stagione, anche se a causa dei vari impegni scolastici la frequenza non era molto costante. Il motivo per cui lo proporremo dal prossimo anno è molto semplice: i soldi investiti dalle famiglie verranno ovviamente restituiti ma il tempo perso dai ragazzi è ancor più prezioso, e per questo l’introduzione di un altro allenamento sarà propedeutica per la loro formazione. A metà settimana io, e altri allenatori a turno, svolgeremo delle sessioni incentrate su tecnica calcistica e tecnica di base in modo tale da coinvolgere il più possibile tutti i ragazzi, assicurando così un approccio più professionistico. Ovviamente, visto quanto successo, sarà gratuito e non sarà un’imposizione perché i giorni obbligatori di allenamento resteranno due”.

È chiaro che lavorare sul campo sia meglio, ma in questi mesi siete obbligatoriamente passati agli allenamenti online; in ogni caso come vi approcciate all’allenamento? 
“Ho 16 allenatori molto preparati: io ho un patentino Master Uefa Pro, mentre tutti gli altri sono patentati Uefa C o Uefa B e spingo molto affinché restino costantemente aggiornati e formati attraverso nuovi corsi. Il mio consiglio parte sempre dal presupposto che per insegnare bisogna avere la vocazione, trasmettere tanto entusiasmo soprattutto in relazione alla fascia d’età con cui si ha a che fare. Prima di scegliere un allenatore, al di là della qualità, valuto le persone come educatori: nessuno di noi brama esclusivamente la vittoria perché la nostra filosofia è quella di far capire ai giovani che l’importante è il gruppo. In pratica non guardiamo il singolo risultato, ma un obiettivo a lungo termine valutabile nella crescita professionale e umana dei ragazzi. Per questo motivo, oltre all’ovvio fatto di mantenere i contatti, ci siamo adoperati anche con allenamenti online in modo tale da garantire una continuità nella formazione, calcistica e non, dei nostri tesserati”.

Altra novità estremamente attesa per la prossima stagione è la realizzazione di un campo in sintetico. Come procedono i lavori?
“Si tratta di un progetto in cantiere da tempo. L’idea era di realizzarlo la scorsa estate, ma per questioni burocratiche abbiamo dovuto prorogare di un anno l’inizio dei lavori e, grazie anche al contributo del Comune, a giorni dovrebbero iniziare i lavori. Il progetto è chiaramente costoso, ma avere un campo in erba sintetica da cinque millimetri e una struttura praticamente nuova equivale a un’iniezione di fiducia per valorizzare noi stessi e il lavoro che stiamo facendo. In tutto questo l’augurio è che la Federazione non si dimentichi di noi e di altre società, aiutandoci in ottica futura”.

A livello economico vi aspettate ricadute? Vi aspettavate un altro operato da parte della Federazione?
“Tutte le società subiranno inevitabilmente un contraccolpo economico. Noi da 15 anni, e lo dico con orgoglio, organizziamo un campus estivo portando una cinquantina di bambini sulle Dolomiti dove hanno la possibilità di godersi una vacanza, vivere momenti di collettività e allenarsi. Quest’anno non potremo farlo, così come non potremo organizzare tornei estivi; crolleranno le sponsorizzazioni, come già avvenuto, e per questo motivo mi auguro che la Federazione ci venga incontro. Sulla gestione dell’emergenza sanitaria non posso che essere obiettivo: si tratta di una situazione straordinaria e gli organi competenti hanno fatto quanto di meglio potevano. Più che avere direttive su questa stagione, mi auguro che entro la metà di giugno ci venga fornito un protocollo per la prossima, in modo da farsi anche un’idea sulle varie spese da affrontare e capire come muoversi. In ogni caso la France Sport si farà trovare pronta ai nastri di partenza”.

Vista la sua esperienza nel mondo professionistico, come si è trovato tra i dilettanti?
“Da professionista arrivavo al campo e mi limitavo a fare il giocatore; ora è tutto diverso. Io sono un presidente atipico: alleno la Prima Squadra, seguo tutte le altre direttamente, partecipo alle varie riunioni, cerco sponsor e sto attento alle nuove iniziative. Insomma, faccio un po’ di tutto; è un lavoro molto più vario ma molto più gratificante. Portare avanti una società dilettantistica è decisamente difficile perché bisogna mantenere buoni rapporti con tutti, dal Comune agli sponsor, passando per genitori e soprattutto tesserati. Far fare esperienze calcistiche e vedere, a distanza di anni, il riconoscimento dei ragazzi è qualcosa di impagabile”.

Siete aperti a collaborazioni con realtà professionistiche?
“Il mio compito principale era quello di creare un settore giovanile che potesse evolversi negli anni e rappresentare per i calciatori un trampolino di lancio per il mondo dei professionisti. Ho ricevuto diverse proposte per diventare una scuola calcio di squadre Serie A, ma non è quello che cerco: ho scelto di essere libero, e quando ritengo di avere un giocatore pronto per un certo palcoscenico sono io a proporlo alla società che ritengo più adatta. A tal proposito, quando posso, sono prontissimo a realizzare eventi con chiunque e molti nostri giocatori sono andati a fare provini in squadre importanti grazie anche ai buoni rapporti con miei ex compagni di squadra, ora direttori dei settori giovanili. Cerco di dare quanta più visibilità possibile, ma muovendomi in totale autonomia”.

Per concludere, cosa si aspetta dal futuro della realtà che ha costruito?
“Stiamo già raccogliendo quanto seminato: in questo lembo di terra di duemila anime abbiamo fatto qualcosa di straordinario. Mi auguro di aver sempre l’appoggio del comune e l’aiuto di chi mi circonda per poter continuare a rendere la nostra società una piccola isola felice; mi piacerebbe allenare sempre più ragazzi e poter fornire loro sempre più possibilità per il futuro. Infine, vorrei coinvolgere un maggior numero di persone per aumentare l’interesse e le prospettive di miglioramento in ambito sia calcistico sia sociale: vincere non è importante, perché la vera vittoria è far crescere i nostri ragazzi”.

Matteo Carraro

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